I monopolisti della Liberazione
La sinistra da sempre vuole monopolizzare la lotta per la Liberazione. La Nota di Sacchi

La sinistra da sempre vuole monopolizzare la lotta per la Liberazione. La Nota di Sacchi
Tra quella che è stata già liquidata come “la polemica della sedia” in Senato e ancora accuse alla Camera sulla richiesta di “sobrietà” per le manifestazioni durante i giorni di lutto per Papa Francesco, le opposizioni, in lotta con il calendario e i grandi imprevisti della storia, falliscono nel tentativo di fare degli 80 anni della Liberazione l’occasione per rilanciare l’eterna accusa di un fascismo, che non passa mai, contro il governo di centrodestra.
In Senato a innescare le polemiche è la senatrice di Iv, Raffaella Paita, che chiede al presidente, Ignazio La Russa, di alzarsi e leggere il discorso in piedi. Alla Camera, la capogruppo del Pd, Chiara Braga, ricorda che la raccomandazione del ministro Nello Musumeci alla “sobrietà” non riuscirà a depotenziare la festa di Liberazione dal nazifascismo.
Ma, a parte il fatto che la raccomandazione di Musumeci, che è suonata persino ovvia, si riferiva a tutte le manifestazioni e iniziative in generale durante il lutto per Bergoglio, la polemica contro il governo non riesce di fatto a far breccia sul piano dei contenuti.
La Russa, che ripropone le tesi di Fiuggi e fa suo il discorso di Silvio Berlusconi a Onna, invita “tutti in piedi” a “ricordare tutti i caduti di quella terribile fase della nostra storia, sommando a loro il ricordo dei caduti di tutte le guerre, anche di quelle ancora in corso, perché il nostro sia un inno a una speranza di pace e di concordia che spero questo 25 aprile possa esprimere”.
Poco prima La Russa aveva anche posto l’accento sul fatto che “l’antifascismo fu il momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici che il fascismo aveva conculcato”. Come è scritto nelle tesi di Fiuggi, dove dal Msi nacque Alleanza Nazionale.
A Montecitorio, il presidente della Camera Lorenzo Fontana ricorda che “celebrare il 25 aprile rappresenta un doveroso tributo alla memoria di chi ha combattuto per assicurare un futuro di pace e di giustizia alle generazioni a venire”. Fontana sottolinea che “molteplici furono le anime della Resistenza, ma tutti erano accomunati dallo stesso obiettivo: sconfiggere la barbarie nazifascista anche a costo della propria stessa vita”. “Molteplici anime” furono, appunto, quelle della Resistenza.
E l’invito alla “sobrietà”, al centro di accuse anche da parte di Carlo Calenda (“Non prendo lezioni da un post-fascista”), è stato l’altra sera in tv su Rete4 auspicato da Claudio Martelli come un invito al rispetto di queste varie anime: la Brigata Ebraica, già oggetto di “insulti”, ha ricordato Martelli, “i militari che non seguirono Mussolini nella Rsi, i partigiani bianchi”, perché “se si vuole che la Resistenza sia un patrimonio comune, va riconosciuto il contributo di tutti”.
Una lezione dall’ex delfino di Bettino Craxi a una sinistra che ha sempre teso, invece, a monopolizzare la lotta per la Liberazione.