Houthi: la guerra nascosta che minaccia il Mar Rosso

Sostenuti dall’Iran, i guerriglieri yemeniti colpiscono USA e Israele. Raid americani e rischio di un’offensiva di terra

Apr 22, 2025 - 18:42
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Houthi: la guerra nascosta che minaccia il Mar Rosso

Tengono vivo il focolaio di guerra che parte dallo Yemen ad ogni costo, un conflitto per procura alimentato economicamente e politicamente dall'Iran, mentre quest'ultimo prende parte ai negoziati sul nucleare con gli Stati Uniti. Sono gli irriducibili guerriglieri Houthi e agiscono nonostante la massiccia campagna di bombardamenti a cui li stanno sottoponendo da mesi gli Stati Uniti che, mentre cercano di far da pacere in Ucraina,da queste parti non badano a spese con i raid.


Il portavoce militare del gruppo yemenita filo-iraniano Ansar Allah (i partigiani di Dio), meglio noto come Houthi, Yahya Saree, ha rivendicato il 22 aprile un attacco con un missile balistico verso l'aeroporto israeliano Ben Gurion, nell'area centrale dello Stato ebraico. A loro volta le Forze di difesa di Israele (Idf) avevano reso noto di aver intercettato con successo un missile balistico lanciato dallo Yemen. Inoltre Saree ha riferito che gli Houthi hanno preso di mira in una doppia operazione militare le portaerei statunitensi Uss H.S. Truman e la Uss Carl Vinson, situate nel Mar Rosso.

"Si tratta del primo attacco alla portaerei Vinson dal suo arrivo nell'area”, ha detto il portavoce del gruppo yemenita, aggiungendo che è stato anche abbattuto un drone Usa Mq-9 che conduceva “operazioni ostili nello spazio aereo della provincia di Sanaa”. Gli Usa recentemente hanno lanciato un attacco che ha neutralizzato 74 persone tra cui alcuni capi della guerriglia. Vero? Falso? Difficile distinguere il confine in questo conflitto. Di questa guerra si parla poco ma dopo Gaza è il teatro più rovente del Medio Oriente adesso che la tensione pare calata in Libano. Gli Stati Uniti hanno intanto diffuso un bilancio delle operazioni delle ultime settimane. Almeno 500 combattenti di Ansar Allah sono stati uccisi nell'ultimo mese. Lo riporta l'emittente satellitare di proprietà saudita “Al Arabiya” che cita fonti a conoscenza delle valutazioni dell'intelligence Usa.

Tra gli Houthi uccisi ci sarebbero esponenti di alto livello, tra cui operatori di sistemi missilistici ed esperti di droni. Si prevede che tale numero aumenterà con l'espansione delle operazioni in nuove regioni dello Yemen, ha affermato una fonte dell'emittente saudita. Diversi campi di addestramento del gruppo sono stati decimati dagli attacchi statunitensi e non ci sono sopravvissuti tra i combattenti. L'offensiva nello Yemen, tra l'altro, potrebbe avere sviluppi importanti a breve. Fonti degli Stati Uniti riportate dai giornali riferiscono che i massicci raid di queste settimane potrebbero preludere ad una campagna di terra, anche se il Pentagono smentisce per ora una eventualità del genere.

Potrebbe essere un avvertimento indiretto all'Iran mentre si tratta sul nucleare: occhio noi facciamo sul serio e non tolleriamo più guerre per procura. L'operazione di terra dovrebbe servire poi soprattutto per cacciare gli Houthi dalla capitale dello Yemen, San'a, e costringerli ad abbandonare le principali città portuali. La comunità internazionale sappia che i guerriglieri Houthi comunque non sono battuti e il Mar Rosso rimane a rischio dei loro attacchi. Sono bene armati e determinati.
Secondo un report del Centro studi Cosmo (Center for Oriental Strategic Monitoring), diretto da Bernard Selwan El Khoury con sedi a Roma e Beirut i Partigiani di Allah possono contare oggi su 350 mila combattenti operativi pronti al martirio. E soprattutto movimento Houthi è considerato un proxy dell’Iran, da cui riceve continuamente supporto finanziario, militare e tecnologico di ultima generazione.

Secondo la Defense Intelligence Agency (Dia) statunitense, l’arsenale del gruppo è quindi in gran parte composto da sistemi iraniani. Ma c'è un'altra sponda a cui i miliziani si appoggiano. Ricevono protezione dal Sultanato dell’Oman, che ha ospitato ripetutamente funzionari del gruppo, tra cui il portavoce politico Mohammed Abdul Salam. I sistemi d'arma più moderni sono in dotazione tutt'ora ai guerriglieri yemeniti. Tra le altre cose, sempre secondo il report Cosmo, dispongono di missili balistici a corto e medio raggio, tra cui: Burkan-3: gittata 1.200 chilometri; Toofan: variante del Shahab-3 iraniano, fino a 2.000 chilometri; Palestine-2: missile balistico ipersonico; missili da crociera, Quds-2 e Sumar con gittata fino a 2.000 chilometri. Poi ci sono gli Uav (Unmanned aerial vehicle) velivoli senza pilota: Samad-4 con autonomia 2.000–2.500 chilometri, carico utile fino a 45 kg; Droni kamikaze e veicoli navali; missili antinave, C-801 e C-802.