Home restaurant, quali sono i requisiti per aprirne uno

Tutto quello che c’è da sapere sull’home restaurant: cos’è, come avviare l’attività, le normative da rispettare, quali titoli sono necessari e quali sono i costi da sostenere

Apr 20, 2025 - 20:39
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Home restaurant, quali sono i requisiti per aprirne uno

Avete una passione per la cucina e volete metterla a frutto senza affrontare costi troppo elevati? Una soluzione interessante è l’home restaurant, una formula che da anni si sta affermando anche in Italia. Si tratta di un’alternativa al ristorante tradizionale, che consente agli appassionati di iniziare un’attività con spese contenute e ai clienti di vivere un’esperienza gastronomica unica e personalizzata.

Ma come funziona esattamente un home restaurant, quali sono le regole da rispettare, i requisiti e i costi?

Cos’è un home restaurant

L’home restaurant è una forma di ristorazione che si svolge in un’abitazione privata invece che in un locale commerciale. Nata nei primi anni Duemila negli Stati Uniti, si è poi diffusa nel Regno Unito e in altri Paesi, trovando spazio anche in Italia soprattutto grazie ai social network, che hanno facilitato la promozione di eventi e cene.

La particolarità? Non è gestito da ristoratori professionisti, ma da semplici appassionati di cucina che aprono le porte della propria casa a ospiti sconosciuti. I pasti vengono preparati con ingredienti scelti personalmente e spesso ispirati a ricette locali o di tradizione familiare, con un numero di posti limitato.

Non si tratta, quindi, di un’attività professionale nel senso stretto del termine, ma di una formula che può rappresentare un primo passo verso una vera e propria carriera nel settore. In caso di successo, infatti, l’home restaurant può evolvere in qualcosa di più strutturato.

I vantaggi e le caratteristiche principali

Un home restaurant funziona in modo semplice: gli ospiti vengono accolti a casa del cuoco, dove consumano il pasto come se si trovassero in un ristorante, ma in un contesto più intimo e informale.

I vantaggi sono molteplici. Per chi organizza, è un’opportunità per trasformare la passione per la cucina in un’attività redditizia, senza sostenere i costi elevati di un ristorante classico.

Per i clienti è l’occasione di vivere un’esperienza culinaria personalizzata, in un ambiente familiare e con menù originali, spesso non disponibili nei locali tradizionali.

Inoltre, non essendo necessario affittare uno spazio commerciale, i costi iniziali sono decisamente più bassi. Tuttavia, anche questa attività richiede il rispetto di precise regole legali e igienico-sanitarie.

Qual è il quadro normativo

Nonostante la crescente diffusione, in Italia l’home restaurant non è ancora regolato da una normativa specifica. Attualmente si fa riferimento alla Legge 287 del 1991, che disciplina la somministrazione di alimenti e bevande al pubblico.

Secondo questa legge, la somministrazione è definita come “vendita per il consumo sul posto”, e può quindi avvenire anche all’interno di un’abitazione privata. L’home restaurant rientra a pieno titolo nella cosiddetta sharing economy, insieme a servizi come Uber o Airbnb: un modello economico basato sulla condivisione di beni e servizi tra privati.

I requisiti per aprire un home restaurant

Per aprire un home restaurant è necessario soddisfare due tipi di requisiti previsti dall’articolo 71 del Decreto Legislativo n. 59/2010.

Anzitutto i requisiti di onorabilità: non è possibile esercitare l’attività se si è stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, o si è ricevuta una condanna per reati specifici.

Ci sono poi dei requisiti professionali, da dimostrare in almeno uno dei seguenti modi:

  • possesso di un titolo di studio idoneo (laurea, diploma o qualifica triennale) in ambiti legati al commercio, alla preparazione e alla somministrazione di alimenti e bevande;
  • esperienza lavorativa di almeno 2 anni (anche non consecutivi) negli ultimi 5 anni in imprese del settore alimentare o nella somministrazione di cibi e bevande.

L’elenco completo dei titoli riconosciuti è consultabile nella circolare n. 3642/c del 15 aprile 2011 del Mise. Chi non ha un’esperienza pregressa può comunque ottenere la qualifica frequentando un corso Sab (ex Rex), riconosciuto dalla propria Regione.

Passaggi fondamentali per aprire un home restaurant

Oltre ai requisiti personali, ci sono alcuni adempimenti necessari per poter avviare l’attività in regola:

  • verificare se è richiesta la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), in base al Comune di residenza;
  • rispettare le norme igienico-sanitarie e quelle sulla sicurezza alimentare, in particolare quelle previste dal Regolamento CE n. 852/2004;
  • adempiere agli obblighi fiscali previsti per la somministrazione di alimenti e bevande.

Solo dopo aver completato tutti questi passaggi sarà possibile iniziare l’attività di home restaurant nel rispetto delle normative vigenti.

Quanto costa aprire un home restaurant

Rispetto a un ristorante tradizionale, aprire un home restaurant comporta spese nettamente inferiori. Nella maggior parte dei casi non è necessario affittare un locale, né acquistare costose attrezzature professionali, poiché si utilizza la cucina di casa.

Le principali voci di spesa riguardano:

  • gli ingredienti e le materie prime;
  • eventuali strumenti da cucina aggiuntivi;
  • corsi di formazione e adempimenti burocratici.

Il costo complessivo dipende ovviamente dal tipo di servizio che si intende offrire e dal livello di personalizzazione del menù. In generale, però, si tratta di un investimento contenuto che può rivelarsi sostenibile anche per chi parte da zero.