Harry non ha diritto alla scorta, la Corte d’appello di Londra dà ragione al ministero dell’Interno

Il secondogenito di re Carlo sosteneva di aver ricevuto un trattamento inferiore al suo rango. Ma per l’Home Office non è più un membro senior attivo di casa Windsor, quindi sulla sua sicurezza si deciderà di volta in volta

Mag 2, 2025 - 16:36
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Harry non ha diritto alla scorta, la Corte d’appello di Londra dà ragione al ministero dell’Interno

Roma, 2 maggio 2025 – Niente scorta obbligatoria per il principe Harry durante i suoi viaggi in Gran Bretagna. La Corte d'Appello di Londra ha rigettato il ricorso presentato dal secondogenito di Carlo III contro la decisione del ministero dell'Interno britannico di revocare a lui e alla sua famiglia il diritto automatico alla tutela di polizia durante le visite nel Regno Unito, in seguito alla rinuncia al ruolo attivo di membro senior di casa Windsor. Il duca di Sussex, invece, sosteneva di essere stato oggetto di un "ingiustificato trattamento da inferiore" da parte dei funzionari del ministero, ma i tre giudici incaricati di valutare il caso hanno stabilito che così non è stato.

Il dispositivo è stato letto in diretta tv da sir Geoffrey Vos, presidente di un collegio giudicante formato da tre giudici, alla presenza dei team legali delle due parti. Il duca di Sussex, che aveva presenziato alle due udienze d'appello di aprile, è rimasto invece questa volta negli Usa, nella sua casa californiana. Vos ha riconosciuto le ragioni di Harry da un punto di vista umano e individuale, sottolineando come lo status relativo alla protezione del principe cadetto sia stato in effetti modificato in forma inedita dall’organismo dell’Home Office e come egli sia stato relegato a un trattamento inferiore rispetto ad altri familiari del suo rango. Ha tuttavia aggiunto che queste motivazioni non bastano a sostenere la contestazione legale del provvedimento, motivato adeguatamente nella sue parole – almeno dal punto di vista formale preso in esame oggi – in seguito alla decisione dello stesso Harry di abbandonare la residenza permanente nel Regno Unito e alla conseguente rinuncia agli impegni pubblici attivi di rappresentanza della monarchia. Tanto più che il ministero ha assicurato comunque che la tutela gli verrà garantita caso per caso, sulla base di una propria valutazione di eventuali pericoli, tutte le volte che il duca visiterà l'isola: da solo o con la consorte Meghan e i figlioletti Archie e Lilibet.

Di qui la conferma dei precedenti verdetti favorevoli alle ragioni dell'Home Office, emessi in primo grado a livello amministrativo e poi da un giudice dell'Alta Corte che aveva già addebitato al principe il pagamento delle spese giudiziarie.

In una dichiarazione affidata ai suoi avvocati nei mesi scorsi, Harry aveva insistito a indicare la faccenda come un fatto di principio. "Il Regno Unito – aveva scritto – resta casa mia ed è cruciale come parte del retaggio dei miei figli; ma non è possibile (frequentarlo)" senza tutele certe. il nipote di Elisabetta II era arrivato direttamente dagli Usa, dove risiede dal 2020, per presenziare alle ultime fasi del procedimento per poi fare una visita, a sorpresa, in una clinica ortopedica in Ucraina.

Il caso in questione rappresenta una delle molteplici iniziative intraprese dal 40enne duca di Sussex – tuttora quinto nella linea di successione al trono britannico – dinanzi alla giustizia del Regno, non senza rifessi imbarazzanti sulla corte. Secondo le ultime indiscrezioni reali, il rapporto del duca di Sussex e il padre è teso. "Non credo che ci sia alcun riavvicinamento - ha dichiarato una fonte vicina al palazzo a People qualche settimana fa -. Non è cambiato nulla". "Sono distanti", ha detto un'altra fonte, aggiungendo che il sovrano non risponde né alle lettere e né alle telefonate del figlio.