Gli ITS si confermano più concreti dell’università per trovare lavoro: l’84% dei diplomati è occupato a un anno dal titolo
Gli ITS Academy - percorsi biennali o triennali post diploma di scuola superiore, alternativi all’università - rafforzano la loro posizione nel panorama formativo italiano, emergendo come uno dei principali canali per l'ingresso nel mondo del lavoro. E sempre più studenti se ne stanno accorgendo. Nel 2023, i cosiddetti Istituti Tecnologici Superiori hanno addirittura superato di un punto percentuale il loro storico indice occupazionale, “collocando” rapidamente ben l’84% dei diplomati, che infatti hanno trovato un’occupazione già entro l’anno dal conseguimento del titolo. Quasi sempre per svolgere mansioni coerenti col percorso svolto. E, spesso, con una certa stabilità contrattuale. Tutto questo nonostante, contestualmente, nello stesso anno in esame si sia assistito a un notevole incremento degli iscritti, passati dai 9.269 del 2022 a 11.834 (+27,7%). Aprendo dunque, potenzialmente, a una maggiore concorrenza sul mercato. Cosa che, di fatto, non è accaduta. Tradotto: c’è posto (quasi) per tutti. A dirlo sono i numeri dell’ultimo monitoraggio INDIRE - l’organismo che si occupa della gestione del Sistema ITS - che, su incarico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha acceso i riflettori sulle performance nell’anno 2023 dell’intero comparto, delineando il grado di efficienza degli Istituti Tecnologici Superiori non solo in termini formativi, ma anche professionalizzanti. In fondo è questa la loro missione. Indice ITS Academy, quali sono le aree più performanti? Il territorio fa la differenza Nel mirino il target PNRR ITS Academy, quali sono le aree più performanti? Perché proprio l’occupabilità - insieme anche al valore formativo e al grado di professionalizzazione - è uno dei criteri ordinatori degli ITS Academy. Gli esiti dell’indagine - riassunta nei tratti principali dal portale Skuola.net - premiano, dunque, gli ITS Academy per la loro capacità di far dialogare il mondo formativo con quello delle imprese: così, nel 2023, più di 8 studenti su 10 hanno trovato lavoro a meno di un anno di distanza dal diploma. E nel 93% dei casi si è trattato di un’occupazione in linea con gli studi effettuati. Numeri alla mano, tra le dieci aree tecnologiche di cui si compone il mondo ITS Academy, il Sistema meccanica - uno dei 5 ambiti afferenti all’area delle Nuove tecnologie per il made in Italy - si conferma il settore che per successo formativo e occupazionale riesce a garantire la tenuta migliore, garantendo al meglio la relazione tra efficienza ed efficacia dell’intero sistema ITS: qui la quota di occupati sui diplomati si è mantenuta in media intorno al 90%. Fanno più o meno lo stesso il settore delle Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali - Turismo, quello della Mobilità sostenibile e quello Nuove tecnologie per la vita, che si mantengono al di sopra della soglia dell’80%. Tutte e quattro queste aree registrano valori di almeno quattro punti sopra la media. Viceversa, tra gli ambiti - per così dire - meno efficienti troviamo il Sistema agro-alimentare e i Servizi alle imprese, che registrano un tasso medio di occupazione pari a circa il 75%. Più nel dettaglio, poco più di un terzo dei diplomati (il 34,3%) ha un contratto a tempo indeterminato o svolge un lavoro autonomo in regime ordinario, mentre il contratto a scadenza (determinato con rinnovo) risulta la tipologia contrattuale più diffusa nel 39,1% dei casi. Il territorio fa la differenza Ma molto dipende anche dal territorio in cui si tenta l’avventura lavorativa. Dall’indagine, infatti, emergono differenze marcate a livello geografico: in tutte le regioni del Nord il tasso medio degli occupati è sopra l’80%, con punte dell’88% in Veneto e Friuli-Venezia Giulia; tra le regioni centrali e meridionali, spiccano i dati della Toscana e del Lazio e quelli dell’Abruzzo, tutti superiori all’80%. Di contro, spingendoci più verso Sud, la Campania e la Calabria sono le regioni in cui l’indice occupazionale è al di sotto del 70%. Numeri, questi ultimi, che comunque spostano di poco il grado di efficienza del circuito ITS che, anche nel peggiore dei casi, assicura dei livelli di occupazione vicini a quelli delle università: basti pensare che nel 2023, come rilevato dall’ultima indagine Almalaurea, il tasso di occupazione delle “accademie” è stato pari, a un anno dal conseguimento del titolo, al 74,1% tra i laureati di primo livello e al 75,7% tra i laureati di secondo livello. Nel mirino il target PNRR A certificare, infine, la validità in termini formativi e occupazionali degli ITS è l’affluenza registrata nell’anno in esame. I 450 percorsi attualmente attivi sul territorio italiano contano complessivamente 11.834 iscritti: sono il 27,7% in più rispetto al 2022, quando gli interessati furono 9.269, e +19,6% rispetto al 2021. Un incremento che, peraltro, se mantenuto anche nei prossimi due anni, assicurerebbe il conseguimento del target previsto dal PNRR: il raddoppio degli iscritti ai percorsi ITS Academy

Gli ITS Academy - percorsi biennali o triennali post diploma di scuola superiore, alternativi all’università - rafforzano la loro posizione nel panorama formativo italiano, emergendo come uno dei principali canali per l'ingresso nel mondo del lavoro.
E sempre più studenti se ne stanno accorgendo. Nel 2023, i cosiddetti Istituti Tecnologici Superiori hanno addirittura superato di un punto percentuale il loro storico indice occupazionale, “collocando” rapidamente ben l’84% dei diplomati, che infatti hanno trovato un’occupazione già entro l’anno dal conseguimento del titolo.
Quasi sempre per svolgere mansioni coerenti col percorso svolto. E, spesso, con una certa stabilità contrattuale.
Tutto questo nonostante, contestualmente, nello stesso anno in esame si sia assistito a un notevole incremento degli iscritti, passati dai 9.269 del 2022 a 11.834 (+27,7%). Aprendo dunque, potenzialmente, a una maggiore concorrenza sul mercato. Cosa che, di fatto, non è accaduta. Tradotto: c’è posto (quasi) per tutti.
A dirlo sono i numeri dell’ultimo monitoraggio INDIRE - l’organismo che si occupa della gestione del Sistema ITS - che, su incarico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha acceso i riflettori sulle performance nell’anno 2023 dell’intero comparto, delineando il grado di efficienza degli Istituti Tecnologici Superiori non solo in termini formativi, ma anche professionalizzanti. In fondo è questa la loro missione.
Indice
ITS Academy, quali sono le aree più performanti?
Perché proprio l’occupabilità - insieme anche al valore formativo e al grado di professionalizzazione - è uno dei criteri ordinatori degli ITS Academy.
Gli esiti dell’indagine - riassunta nei tratti principali dal portale Skuola.net - premiano, dunque, gli ITS Academy per la loro capacità di far dialogare il mondo formativo con quello delle imprese: così, nel 2023, più di 8 studenti su 10 hanno trovato lavoro a meno di un anno di distanza dal diploma.
E nel 93% dei casi si è trattato di un’occupazione in linea con gli studi effettuati.
Numeri alla mano, tra le dieci aree tecnologiche di cui si compone il mondo ITS Academy, il Sistema meccanica - uno dei 5 ambiti afferenti all’area delle Nuove tecnologie per il made in Italy - si conferma il settore che per successo formativo e occupazionale riesce a garantire la tenuta migliore, garantendo al meglio la relazione tra efficienza ed efficacia dell’intero sistema ITS: qui la quota di occupati sui diplomati si è mantenuta in media intorno al 90%.
Fanno più o meno lo stesso il settore delle Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali - Turismo, quello della Mobilità sostenibile e quello Nuove tecnologie per la vita, che si mantengono al di sopra della soglia dell’80%. Tutte e quattro queste aree registrano valori di almeno quattro punti sopra la media.
Viceversa, tra gli ambiti - per così dire - meno efficienti troviamo il Sistema agro-alimentare e i Servizi alle imprese, che registrano un tasso medio di occupazione pari a circa il 75%.
Più nel dettaglio, poco più di un terzo dei diplomati (il 34,3%) ha un contratto a tempo indeterminato o svolge un lavoro autonomo in regime ordinario, mentre il contratto a scadenza (determinato con rinnovo) risulta la tipologia contrattuale più diffusa nel 39,1% dei casi.
Il territorio fa la differenza
Ma molto dipende anche dal territorio in cui si tenta l’avventura lavorativa. Dall’indagine, infatti, emergono differenze marcate a livello geografico: in tutte le regioni del Nord il tasso medio degli occupati è sopra l’80%, con punte dell’88% in Veneto e Friuli-Venezia Giulia; tra le regioni centrali e meridionali, spiccano i dati della Toscana e del Lazio e quelli dell’Abruzzo, tutti superiori all’80%. Di contro, spingendoci più verso Sud, la Campania e la Calabria sono le regioni in cui l’indice occupazionale è al di sotto del 70%.
Numeri, questi ultimi, che comunque spostano di poco il grado di efficienza del circuito ITS che, anche nel peggiore dei casi, assicura dei livelli di occupazione vicini a quelli delle università: basti pensare che nel 2023, come rilevato dall’ultima indagine Almalaurea, il tasso di occupazione delle “accademie” è stato pari, a un anno dal conseguimento del titolo, al 74,1% tra i laureati di primo livello e al 75,7% tra i laureati di secondo livello.
Nel mirino il target PNRR
A certificare, infine, la validità in termini formativi e occupazionali degli ITS è l’affluenza registrata nell’anno in esame. I 450 percorsi attualmente attivi sul territorio italiano contano complessivamente 11.834 iscritti: sono il 27,7% in più rispetto al 2022, quando gli interessati furono 9.269, e +19,6% rispetto al 2021.
Un incremento che, peraltro, se mantenuto anche nei prossimi due anni, assicurerebbe il conseguimento del target previsto dal PNRR: il raddoppio degli iscritti ai percorsi ITS Academy rispetto al 2021.
Le aree più attrattive? Sono quelle del Sistema meccanica (83,6%) e le Nuove tecnologie della vita (83,3%) che detengono il primato in merito al successo formativo, dato dal rapporto iscritti su diplomati: in entrambe queste aree si diplomano più di 4 studenti su 5.
E proprio per il profilo marcatamente professionalizzante, gli ITS attraggono una precisa platea di interessati: l’identikit del diplomato è infatti quello di uno studente, di età compresa tra 18 e 25 anni, in cerca di una prima occupazione, o semplicemente mosso dal desiderio di espandere il proprio bagaglio formativo in maniera mirata.
Oltre la metà arriva dagli istituti tecnici, mentre quasi 1 su 4 ha in tasca un diploma liceale, e solo il 14,5% proviene dagli istituti professionali.