Gli equilibri del centrodestra: Salvini rivuole il Viminale, arriva l’alt di Forza Italia
Il vicepremier riconfermato segretario della Lega: “A disposizione del Governo”. La rabbia degli azzurri: “Va bene così”. Richiamo della premier all’unità

Firenze, 6 aprile 2025 - Matteo Salvini, rieletto segretario della Lega per acclamazione al congresso di Firenze, prova di nuovo a riprendersi il Viminale, come già aveva tentato appena assolto da Open Arms. Spinto dal suo gabinetto – dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari al vicesegretario Andrea Crippa – che lo vuole al timone della sicurezza, in chiave anti-immigrazione clandestina, accoglie l’invito della base e scuote la premier (che non raccoglie). “Matteo Piantedosi è un amico ed è un ottimo ministro. Questo è un congresso di partito, ed è mio dovere ascoltare quello che il mio partito mi chiede. Quindi parlerò sia con lui (Piantedosi, già suo capo di gabinetto, ndr) che con Giorgia Meloni. Sono a disposizione, senza avere smanie”.
La smania gliela stoppa il portavoce azzurro, Raffaele Nevi: “Ognuno è libero di chiedere ciò che vuole. Ma per noi il governo va bene come è, senza alcun cambiamento”. Il disegno leghista è da assopigliatutto: Salvini al Viminale e Piantedosi candidato in Campania, regione che interessa a FdI. Quella del leader leghista, nonostante il tributo al fondatore Silvio Berlusconi, di cui sembra volersi fare portavoce mostrando una foto del Cavaliere proprio tra George Bush e Vladimir Putin (“Grazie Silvio per quello che hai fatto e hai lasciato, vedremo insieme agli alleati di portarlo avanti”), suona come una provocazione ai forzisti.
“Questa è la linea della Lega, poi c’è tutta la coalizione. Si discuterà insieme delle candidature alle prossime elezioni”, dice il portavoce di FI secondo cui “bisogna rispettare le persone. Piantedosi è un ottimo ministro dell’Interno e non si può obbligarlo a candidarsi per liberare un posto. Se si volesse discutere di Salvini all’Interno – aggiunge – bisognerebbe rivedere l’equilibrio dell’esecutivo e in questo momento, vista la situazione internazionale e quanto sta accadendo con i dazi Usa, sarebbe bene pensare ad altro”. Gli fa eco Maurizio Lupi (Noi Moderati): “Salvini sta facendo bene alle infrastrutture e deve poter portare a termine sfide fondamentali come il Ponte sullo Stretto e i risultati del lavoro di Piantedosi, come il decreto sicurezza, sono sotto gli occhi di tutti. Cambiare i ruoli non ha senso”.
L’altolà a Salvini arriva anche da Marco Osnato, responsabile economico di FdI. “È una legittima aspirazione di Salvini e della Lega. Ma come ha detto anche il presidente del Friuli Fedriga, il ministro dell’Interno sta lavorando molto bene. E, come dice spesso Salvini, squadra che vince non si cambia”. Quanto alla richiesta – emersa nella due giorni fiorentina – di avere la riconferma dei propri presidenti di regione, Lombardia compresa, Osnato sottolinea: “Altra aspirazione legittima, ma come fece lo stesso partito di Salvini in Lombardia e Veneto, ci sono altre forze politiche che hanno un maggior consenso sul territorio che chiedono la guida di regioni importanti”. A cominciare dalla Lombardia.
Le Regionali agitano i sonni e sono appese a due big: De Luca in Campania (il 9 decide la Consulta e poi si capirà quanto è largo il campo del centrosinistra) e Zaia in Veneto che potrebbe slittare al ’26. Ma che quella di Salvini non sia la mossa del cavallo lo ammette lui stesso: “Il governo ha l’obiettivo di arrivare al 2027 e se gli elettori saranno d’accordo anche al 2032. Non ci faranno mai litigare nel centrodestra”. D’altronde la stessa premier nel videomessaggio al Congresso è stata netta nel compattare l’alleanza: “Andremo avanti pancia a terra fino alla fine della legislatura”. A buon intenditore, poche parole.