Giustizia tributaria, Cassazione: legittimo l’uso di prove informali

Con la nuova sentenza n. 8452/2025 del 31 marzo la Cassazione ha ammesso l’uso di prove acquisite in modo irrituale durante il processo tributario. Secondo la Corte, infatti, le prove ottenute in modo non conforme alle disposizioni procedurali non sono automaticamente inutilizzabili.

La Corte ha sottolineato che l’acquisizione irrituale di prove nel processo tributario non comporta di per sé la loro esclusione, sebbene, in alcuni casi, la non inutilizzabilità possa essere stabilita dalla legge.

E’ il caso del processo penale, dove è sempre illegittimo addurre prove acquisite in violazione di norme specifiche.

Differenze tra processo penale e processo tributario

Un punto centrale della sentenza riguarda la distinzione tra il processo tributario e penale. Mentre nel processo penale le irregolarità nell’acquisizione delle prove possono determinare la loro inutilizzabilità, nel contesto tributario la situazione è diversa. In quest’ultimo, infatti, le indagini fiscali sono di natura amministrativa, e la protezione dei diritti costituzionali non ha la stessa rilevanza rispetto al processo penale, dove l’acquisizione di prove avviene sotto rigorose garanzie.

In altre parole, nel processo tributario, le irregolarità nella raccolta delle prove non comportano necessariamente l’inutilizzabilità delle stesse, a meno che non violino diritti fondamentali stabiliti dalla legge.

Contribuenti sempre più nel mirino del Fisco

Con il principio stabilito dalla Corte, le autorità fiscali hanno adesso maggiore flessibilità nell’utilizzare prove acquisite in modalità non formali, pur garantendo al contempo che i contribuenti abbiano la possibilità di difendersi contro eventuali accertamenti irregolari.

Tuttavia, rimane la necessità di evitare pratiche che possano compromettere i diritti dei contribuenti, soprattutto quando vengono coinvolti dati sensibili.