Giulio Ciccone: “Non avevo le gambe per seguire Pogacar, secondo alla Liegi è una bella sensazione”
Giulio Ciccone ha conquistato un eccellente secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi 2025, risultando il primo degli umani sul traguardo alle spalle dell’indomabile sloveno Tadej Pogacar, capace di imporsi con un vantaggio di 1’03” sul più immediato inseguitore. L’azzurro si è distinto sulla Redoute, salita simbolo di questa Classica Monumento, dove ha smosso le acque dopo la […]

Giulio Ciccone ha conquistato un eccellente secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi 2025, risultando il primo degli umani sul traguardo alle spalle dell’indomabile sloveno Tadej Pogacar, capace di imporsi con un vantaggio di 1’03” sul più immediato inseguitore. L’azzurro si è distinto sulla Redoute, salita simbolo di questa Classica Monumento, dove ha smosso le acque dopo la rasoiata a senso unico del fuoriclasse balcanico.
Sulla successiva Roche aux Faucons ha intensificato l’azione e soltanto l’irlandese Ben Healy gli è rimasto a ruota, poi il 30enne lo ha battuto in volata e si è meritato il piazzamento di lusso dopo la terza piazza conquistata lo scorso autunno al Giro di Lombardia. Lo stato di forma è eccellente, dopo che a inizio settimana aveva vinto una tappa del Tour of the Alps, e ora si può lanciare con grande ottimismo verso il Giro d’Italia, che scatterà il prossimo 9 maggio.
L’alfiere della Lidl-Trek ha espresso la propria soddisfazione attraverso i canali della sua squadra: “È stata davvero dura, soprattutto nella prima parte. Ero un po’ stanco dopo il Tour of Alps, ma nelle ultime due ore mi sentivo molto meglio e mi sono divertito molto. La Liegi è una delle mie corse preferite e sono davvero felice di essere salito sul podio“.
L’abruzzese ha poi proseguito: “Penso che noi, come squadra, abbiamo fatto tutto alla perfezione. Avevamo un piano e abbiamo corso in modo perfetto. Siamo sempre in posizione e abbiamo giocato le nostre carte nel modo migliore. Arrivare secondi dietro a Pogacar, non voglio dire che sia come una vittoria, ma alla fine è sicuramente una bella sensazione. Sapevo di non avere le gambe per seguirlo quando è partito, quindi ho cercato di gestire il mio sforzo nel miglior modo possibile“.