Fund selector, nel 2025 ancora opportunità su equity e bond ma cresce l'interesse per i private market

Alcune delle evidenze emerse dalla survey 2025 presentata in occasione della Investment Conference and Scottish Heritage night di abrdn e che ha riguardato un campione di 160 fund selector intervistati. L'articolo Fund selector, nel 2025 ancora opportunità su equity e bond ma cresce l'interesse per i private market proviene da FundsPeople Italia.

Feb 21, 2025 - 13:39
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Fund selector, nel 2025 ancora opportunità su equity e bond ma cresce l'interesse per i private market

Azionario e obbligazionario tornano, in un testa a testa, a contendersi l'interesse dei fund selector per il 2025. A un campione di 160 fund selector è stato domandato in quale asset class vedono le maggiori opportunità nel corso di quest'anno. E proprio secondo le evidenze emerse dalla survey, realizzata a febbraio di quest'anno, presentata all'Investment Conference and Scottish Heritage Night di abrdn le percentuali di equity e bond quasi si equivalgono con il 40% degli intervistati per la prima asset class (nel 2024 la percentuale era ferma al 23%) mentre l'obbligazionario si attesta al 38% (in calo rispetto alla percentuale del 62% del 2024). Una menzione particolare va alla percentuale relativa ai private market che raggiunge il 22% delle preferenze degli intervistati, mentre lo scorso anno non aveva raggiunto neppure la doppia cifra, rimanendo ferma al 7 per cento.

Macroeconomia, incognita banche centrali

Non solo, dopo le prime due riunioni di politica monetaria e la divergenza nel percorso di BCE e Fed, ai professionisti è stato chiesto conto delle decisioni relative ai due istituti centrali nel corso del 2025. Per l’81% dei rispondenti, i tagli della Fed si fermeranno da uno a tre. Una percentuale meno schiacciante quella che riguarda i tagli dall'altra sponda dell'Atlantico. Poco più della metà dei fund selector, il 53%, ha optato per il range da uno a tre tagli nel 2025 mentre per il 41% i tagli saranno di più, dai 3 ai 5. Non solo, il 61% dei professionisti intervistati ritiene che i tassi di interesse rimarranno "higher for longer".


Non sorprendere constatare che, anche secondo il sentiment dei fund selector, il rischio maggiore per i mercati nel corso di quest’anno è rappresentato dalla geopolitica, (per il 38% in calo rispetto al 2024 quando la percentuale era il 59%). Al secondo posto del podio dei rischi si posiziona l’inflazione (al 34%, nel 2024 era il 12%), seguito dal rischio tassi (al 16%, nel 2024 era il 7%). A chiudere la classifica figura la recessione con una percentuale del 12%, laddove nel 2024 era pari al 22 per cento.

Nel 2025 ancora Stati Uniti

Come si diceva all'inizio, la survey ha riguardato anche un focus approfondito sulle potenzialità delle diverse asset class. In ambito azionario, da qui ai prossimi 2 anni il 61% degli intervisttai prevede un aumento di soluzioni a basso tracking error, viceversa, il 39% vede in aumento le soluzioni a elevato tracking error.

A livello geografico, saldamente in testa, e anche questo dato potrebbe non sorprendere, ci sono gli Stati Uniti con il 68% delle preferenze, segue l’Europa con il 18% e i mercati emergenti rimangono fermi al 15%. Per quanto riguarda il range di capitalizzazione dove si scorge più valore per l'equity, al primo posto ci sono mid-cap con 51%, a seguire le large-cap con il 39% e le small-cap che si attesano all’11% dei voti.

Mentre, per quanto concerne le obbligazioni, l’investment grade dei Paesi sviluppati si attesta al 29% e le obbligazioni governative dei Paesi sviluppati al 28%, le high yield delle economie sviluppate al 23% mentre il debito dei mercati emergenti al 21% degli intervistati.

Interessante notare come per il 44% degli intervistati l’asset class o il mercato più sottovalutato per il 2025 risulti essere l’azionario cinese, seguito dall’azionario di società a piccola capitalizzazione con il 23% e l'azionario dei mercati emergenti al 21 per cento.

Inoltre, per il debito dei mercati emergenti,  il più attraente per quest'anno secondo i 160 fund selector intervistati da abrdn, risulta essere il governativo emergente in valuta locale con il 31% (nel 2024 era il 40%) con una percentuale uguale al governativo emergente in valuta forte (che nel 2024 si attestava al 31%), segue il credito emergente in valuta forte con il 25% (nel 2024 era 16%) e i mercati di frontiera che riconfermano la percentuale dello scorso anno, il 14% delle preferenze.

Perde quota quest’anno, rimanendo comunque al primo posto, l’ipotesi che l’India, lato obbligazionario, rappresenti il Paese emergente con le maggiori potenzialità di crescita nel 2025, fermandosi al 36%  mentre lo scorso anno la percentuale arrivava al 64%; segue in seconda posizione la Cina che riprende un po’ di slancio con il 29% delle preferenze mentre nel 2024 la percentuale era ferma al 12%; seguono Brasile con il 22% (nel 2024 era il 14%) e il Messico con il 14% (nel 2024 era il 10%).

Infine, un accenno all’aspetto ESG per capire quanto pesino i fattori sostenibili nella selezione o nella allocazione quest’anno. Il 39% dei 160 fund selector intervistati afferma "poco" e di contro il 38% dice "tanto"; per il 14% è "imprescindibile" mentre per il 9% dei professionisti "non conta".

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