Formula 1 al via, qualcuno sta sottovalutando il suo campione? La strana vigilia di Verstappen
Tra l'entusiasmo Ferrari per Hamilton, l'hype intorno alla McLaren e le difficoltà di Red Bull, l'olandese finora è stato snobbato. Forse troppo L'articolo Formula 1 al via, qualcuno sta sottovalutando il suo campione? La strana vigilia di Verstappen proviene da Il Fatto Quotidiano.

Il campionato mediatico lo ha stravinto, come prevedibile, la Ferrari, con la sua coppia d’oro (anche in senso commerciale, specialmente pensando a Lewis Hamilton) che sta facendo sognare tanti appassionati. Poi uno spicchio di hype se lo è preso la McLaren, impeccabile nei test prestagionali e forte di un’ascesa che ha conquistato un po’ tutti per la capacità di spezzare il dominio Red Bull. Infine, la Mercedes e la sua freschezza rappresentata da Andrea Kimi Antonelli, il rookie più promettente tra i cinque che si affacciano da titolari in Formula 1. Per contro, poco, quasi nulla, è arrivato dalla Red Bull e da Max Verstappen, che rimangono rispettivamente la scuderia che ha dominato nell’attuale ciclo tecnico delle monoposto e il pilota quadricampione in carica, che vincendo quest’anno raggiungerebbe Juan Manuel Fangio a quota cinque titoli ma, soprattutto, sarebbe il primo a vincerli consecutivamente. Non proprio la vigilia che ci si aspetta per un fuoriclasse.
Va detto che Verstappen non è un personaggio che cerca le luci dalla ribalta, soprattutto quelle che hanno poco a che vedere con il suo sport, e di certo non è una sorpresa che i mesi invernali siano trascorsi all’insegna del basso profilo. Gli unici momenti nei quali il campione olandese è salito alla ribalta sono stati tutti suo malgrado: il primo, in occasione dei fischi indirizzati alla scuderia Red Bull, e specialmente al team manager Christian Horner, durante il gala di presentazione delle monoposto al F1 75 Live, evento al quale oltretutto il pilota avrebbe fatto a meno di partecipare, se solo avesse potuto. Quindi, indirettamente, quale principale bersaglio della puritana battaglia sul trash talking lanciata dal presidente della FIA Ben Sulayem, adottando un pugno di ferro che è arrivato ad inasprire le sanzioni nel corso dell’attuale stagione. Conoscendo l’irritabilità di Verstappen quando le cose non girano per il verso giusto, ma concedendogli anche il dono di una schiettezza che non ha pari nell’attuale panorama dei piloti, a molti Max appare come una potenziale vittima designata delle regole liberticide dell’emiro.
Sotto il profilo strettamente tecnico, si è visto invece un Verstappen snobbato “per colpa” della Red Bull, reduce da una seconda parte di stagione in apnea, dove le magagne di una RB20, specialmente sul bilanciamento, sono state tamponate e coperte proprio dal suo pilota di punta. Problemi che sembrano rimasti anche quest’anno, almeno da quanto emerso in Bahrain, anche se la RB21 si è dimostrata tutt’altro che lenta in pista quando è riuscita, una volta trovato il giusto compromesso a livello di assetto, a fare un giro “pulito”. E se è vero che la prima parte della stagione la Red Bull probabilmente giocherà in difesa, come indirettamente ammesso anche dal direttore tecnico Pierre Wachè (è sua la prima Red Bull post-Adrian Newey), a partire dalla gara numero nove, in Spagna, l’introduzione delle nuove regole che restringono la flessibilità delle ali anteriori (già quelle posteriori sono state materia di scontro con McLaren lo scorso anno) potrebbero permettere alla scuderia di Milton Keynes di tornare in gioco a pieno titolo. Non va dimenticato che nel 2024 la scuderia dell’energy drink ha sperimentato proprio sulla sua pelle quanto i rapporti di forza possano cambiare anche all’interno di una sola annata.
Se è vero quanto si vocifera nel paddock che la Red Bull abbia già messo una pietra sopra al titolo Costruttori, lo è soprattutto in virtù del netto divario che separa Verstappen dal suo nuovo compagno Liam Lawson, alla sua prima stagione da titolare, e per il quale sarà un successo non finire stritolato come accaduto a Sergio Perez, inerme di fronte ai problemi della RB20 e privo delle stimmate del fuoriclasse che hanno permesso a Verstappen di tenere botta. Più che un nuovo Perez, del quale non possiede l’esperienza (sulle qualità bisogna riaggiornarci tra qualche stagione), Lawson rischia di diventare un nuovo Pierre Gasly o Alexander Albon, usciti distrutti dal confronto settimana dopo settimana con l’olandese. Ma non considerarsi da titolo Costruttori non significa aver rinunciato a quello Piloti, soprattutto quando si ha sotto contratto il migliore del lotto. Se poi in qualche gara dovesse anche piovere, allora Verstappen tornerà a non avere rivali, come mostrato lo scorso anno in Brasile, la sua gara capolavoro.
Nonostante una volta Horner abbia dichiarato che “nessuno è più grande del team”, oggi la Red Bull sembra aver bisogno di Verstappen più di quanto lui ne abbia della macchina. L’attuale stagione rappresenta anche un banco di prova per capire se ci si trova a una replica delle dinamiche tra Honda e Marc Marquez nel motomondiale, quando solo le straordinarie capacità dello spagnolo riuscivano a domare, anche a costo di rovinose cadute, una creatura scorbutica e imprevedibile. Senza di lui, il deserto. Uno scenario pericoloso con il 2026 alle porte, una nuova power unit Red Bull/Ford avvolta da nebbie e dubbi, e la corte serrata a Verstappen di Aston Martin e Mercedes. Sarebbe clamoroso se la più prolifica Academy della storia recente della Formula Uno (il 35% dei piloti sulla griglia di partenza nel 2025 provengono dal Junior Team Red Bull) non riuscisse a trattenere, per limiti propri, il suo prodotto più riuscito.
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