Fontane, una doccia gelata. Spuntano i primi contatori: "Non si lucra sull’acqua"
L’ira del comitato della Val di Vara dopo le installazioni avvenute a Rocchetta "Non possiamo accettare che si chiedano continui sacrifici alle comunità".

I primi contatori sono stati installati nelle scorse settimane a Rocchetta Vara, e ben presto altri dispositivi saranno posizionati nel resto della vallata e in provincia. Tutte le fontane pubbliche saranno dotate del ’registratore’ che computerà il consumo dell’acqua da addebitare al rispettivo Comune. Una misura imposta da Arera, che ha fatto indispettire tanti cittadini, e che ha portato il Comitato per la tutela dei diritti in Val di Vara a sparare a zero contro le istituzioni. "Arera ha imposto l’installazione di contatori alle fontane pubbliche. A Rocchetta di Vara i primi dispositivi sono già comparsi e non è difficile immaginare che presto la misura verrà estesa a tutto il territorio. Dicono che si tratti di una misura per evitare gli sprechi. Ma a noi pare l’ennesimo tentativo di far cassa fino all’ultima goccia, andando a colpire un simbolo, quello delle fontane pubbliche, che in tanti luoghi, soprattutto nei paesi dell’entroterra, rappresenta da sempre un presidio di comunità, di libertà, di accesso all’acqua come diritto e non come merce – spiegano dal Comitato –. Il paradosso è evidente: si interviene sulle fontane mentre le reti idriche continuano a perdere oltre il 50% dell’acqua distribuita. Non si parla di investimenti seri, non si affronta il tema della manutenzione ma si installano contatori su fontane pubbliche". Un tema che si inserisce nel calderone delle nuove tariffe dell’acqua che da mesi agita cittadini e istituzioni. "Su quel fronte non c’è nessuna certezza. È chiaro che non solo l’aumento non è stato scongiurato ma che i cittadini di tutta la provincia della Spezia rischiano di trovarsi a breve con bollette ancora più alte senza alcuna chiarezza su cosa verrà restituito in termini di servizio".
"Non possiamo accettare – dicono – che si chiedano sacrifici alle comunità senza trasparenza sugli investimenti, si introducano contatori alle fontane pubbliche prima ancora di garantire una rete efficiente, si continui a trattare l’acqua come una merce da vendere e non come un diritto da garantire. È ora che si dica chiaramente quali interventi sono previsti, dove e quando, e che si smetta di scaricare sui cittadini il peso di una gestione fallimentare. L’acqua è di tutte e tutti. Non si misura, non si limita, non si svende. E noi, come Comitato, continueremo a dirlo. In ogni paese, davanti a ogni fontana".