Fideiussione bancaria, il garante può liberarsi dal debito?

È possibile uscire da una fideiussione bancaria? Il garante può liberarsi dall'obbligo, ma resta responsabile per i debiti già sorti

Apr 8, 2025 - 11:22
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Fideiussione bancaria, il garante può liberarsi dal debito?

Hai accettato di fare da garante per un amico o un familiare che ha chiesto un prestito. Tutto sembrava sotto controllo, finché non inizi a ricevere richieste di pagamento dalla banca.
Ti chiedi: “Posso tirarmi indietro? Esiste un modo per liberarsi dalla fideiussione?”. È una domanda  frequente, soprattutto in tempi di incertezza economica e difficoltà di accesso al credito.

Il garante può recedere unilateralmente dalla fideiussione?

È possibile recedere unilateralmente dalla fideiussione, ma solo se nei casi di una cosiddettafideiussione a tempo indeterminato”.

La fideiussione  è un contratto in cui un soggetto, il fideiussore, si impegna nei confronti del creditore a garantire il debito di un terzo – il debitore principale (art. 1936 c.c.) molti casi, specie nei rapporti bancari, le fideiussioni sono a tempo indeterminato, cioè prive di una scadenza prefissata.

In assenza di una data finale, la possibilità di recedere è ammessa dalla giurisprudenza e dalla dottrina, in applicazione dei principi generali dei contratti di durata (art. 1373 c.c.).

Tale possibilità di recedere è volta alla tutela del patrimonio del garante, evitando che la fideiussione diventi un vincolo potenzialmente eterno e indefinito. In questo senso, la Cassazione ha affermato che “nelle fideiussioni a tempo indeterminato, il recesso unilaterale del garante è valido ed efficace per gli obblighi non ancora sorti al momento della comunicazione” (Cass. sent. n. 22458/2015).

Quali sono le conseguenze del recesso del fideiussore sulle obbligazioni esistenti?

Il recesso del fideiussore ha effetto solo per le obbligazioni future, mentre resta ferma la garanzia per i debiti già sorti prima del recesso. Ciò significa che, il recesso non comporta la liberazione immediata da ogni obbligazione, ma la sua efficacia è limitata ai debiti contratti successivamente alla sua comunicazione. Tutti gli impegni assunti dal debitore principale prima della data del recesso restano coperti dalla garanzia del fideiussore.

La ratio è chiara: il creditore ha fatto affidamento sulla presenza del garante nel momento in cui ha concesso il credito. Rimuovere retroattivamente questa sicurezza significherebbe ledere la sua legittima aspettativa.

Il fideiussore è ancora responsabile per i debiti contratti prima del recesso?

Il fideiussore resta obbligato per i debiti già sorti prima della comunicazione del recesso, anche se non ancora esigibili. La responsabilità del fideiussore si cristallizza nel momento in cui l’obbligazione principale viene a esistenza. Dunque, anche se il pagamento non è ancora stato richiesto o il debito non è ancora scaduto, il garante ne risponde comunque, purché l’obbligazione sia sorta prima del recesso.

Se il fideiussore recede oggi ma il debitore ha ottenuto un finanziamento ieri, la garanzia resta operativa. È irrilevante che le rate vengano pagate (o risultino insolute) in futuro: l’impegno del garante è già sorto e non può essere revocato con efficacia retroattiva.

Una madre firma come garante per il prestito personale intestato al figlio. Dopo sei mesi, decide di recedere dalla fideiussione per tutelare il proprio patrimonio. Tuttavia, la garanzia continua ad essere valida per le somme già erogate dalla banca prima della comunicazione. Anche se le rate non sono ancora scadute, la responsabilità del garante permane per il debito già contratto.

In quali casi il fideiussore è liberato per fatto imputabile al creditore?

Il fideiussore può essere liberato dall’obbligazione se il creditore, con la propria condotta, ha pregiudicato il diritto di surroga o ha aggravato la posizione del garante.

Il fideiussore non può subire un pregiudizio derivante da un comportamento scorretto o negligente del creditore. In particolare, si configurano casi di liberazione del garante se si verificano le seguenti circostanze:

  • inadempimento del creditore ai doveri di conservazione delle garanzie: se il creditore non agisce con la dovuta diligenza per tutelare le garanzie accessorie del credito (come ipoteche o pegni), e tale condotta impedisce al fideiussore di surrogarsi (sostituirsi) nei diritti del creditore una volta effettuato il pagamento, quest’ultimo può essere liberato;
  • proroga concessa al debitore senza il consenso del fideiussore: secondo lart. 1956 c.c., se il creditore concede una dilazione o modifica l’obbligazione principale in modo da rendere più onerosa la posizione del fideiussore, senza il suo consenso, il garante può essere liberato, in tutto o in parte, dall’obbligo;
  • condotta che rende più difficile l’azione di regresso: qualora il creditore non intraprenda tempestivamente le azioni necessarie a salvaguardare il credito, il fideiussore può eccepire che il proprio diritto di rivalersi contro il debitore sia stato compromesso e chiedere la liberazione dalla garanzia.

La liberazione per fatto imputabile al creditore è una forma di tutela del fideiussore, che non può essere sacrificato a causa di una gestione disattenta o pregiudizievole da parte del creditore.

Un professionista ha garantito il debito di un collega. La banca, senza consultarlo, proroga la scadenza dell’obbligazione, nel frattempo diventata più gravosa a causa dell’aumento degli interessi. Il garante viene chiamato al pagamento. In tal caso, può eccepire l’inefficacia della garanzia ai sensi dell’art. 1956 c.c., essendo la modifica intervenuta in sua assenza e a suo danno.

Quali sono le procedure per richiedere la liberazione dalla fideiussione?

Per ottenere la liberazione dalla fideiussione è necessario comunicare formalmente il recesso al creditore. La richiesta di liberazione non è automatica e deve seguire una procedura ben definita, a seconda del tipo di contratto sottoscritto. Ecco i passaggi principali da seguire:

  • Verificare la natura del contratto: la prima cosa da fare è esaminare attentamente il testo della fideiussione per accertare se si tratta di un contratto a tempo determinato (con scadenza prestabilita) oppure a tempo indeterminato. Solo in quest’ultimo caso è ammesso il recesso unilaterale da parte del garante;
  • Redigere una comunicazione scritta: il fideiussore deve predisporre una comunicazione scritta formale, preferibilmente a mezzo raccomandata A/R o PEC, in cui dichiara espressamente la volontà di recedere dalla fideiussione. Inoltre, vanno specificati: i riferimenti del contratto di fideiussione (numero, data, parti); la richiesta di cessazione degli effetti della garanzia per le obbligazioni future; la data di efficacia del recesso, che decorre dalla ricezione da parte del creditore;
  • Attendere la conferma o la presa d’atto del creditore: il recesso non richiede l’accettazione del creditore, ma è comunque opportuno conservare la prova dell’avvenuta comunicazione e, se possibile, ottenere una presa d’atto scritta da parte del destinatario;
  • Monitorare la cessazione degli effetti: dopo il recesso, è fondamentale tenere monitorata la posizione debitoria garantita, per evitare richieste improprie relative a debiti sorti successivamente alla comunicazione, rispetto ai quali il fideiussore non è più tenuto a rispondere.

È importante sottolineare che la banca o l’ente creditore non ha l’obbligo di confermare formalmente la liberazione, ma, nei fatti, non potrà più fare affidamento sulla garanzia per nuovi rapporti.

Infine, per tutela del garante, è consigliabile richiedere una dichiarazione scritta del creditore che attesti la ricezione della comunicazione e la decorrenza degli effetti del recesso. Questo documento può risultare utile in caso di controversie future.