Braccio di ferro Trump-Powell. Fed pronta ad anticipare il primo taglio dei tassi
Powell riunisce il Board per discutere della situazione, dopo le turbolenze che hanno sconvolto i mercati finanziari, e per valutare un taglio anticipato die tassi

Si chiude senza annunci o dichiarazioni la riunione d’emergenza del Board della Fed, riunitosi ieri sera per esaminare la situazione, dopo l’ondata di dazi annunciata dal Presidente Trump e la serie di giornate di passione vissute dai mercati azionari (e non solo).
La necessità di fare il punto sulla stabilità finanziaria è emersa anche a seguito delle “pressioni” esercitate da Donald Trump sul numero uno della Fed Jerome Powell, nella convinzione che sia il “momento giusto per tagliare i tassi”.
Powell riunisce i banchieri: taglio anticipato?
Si è tenuta ieri una riunione “a porte chiuse” del Board della Federal Reserve alle 11.30 locali (quando erano le 17.30 in Italia). Al centro del dibattito la situazione dei mercati, le prospettive economiche e le scelte di politica monetaria. Decisioni che non potranno, evidentemente, essere rimandate alla prossima riunione, che sarebbe stata in calendario il 6-7 maggio.
Invece, si sta rafforzando l’idea di un taglio imminente dei tassi prima di Pasqua. Secondo Bloomberg, i dati sui contratti di swap sui tassi indicano che gli investitori vedono quasi il 40% di probabilità che la Fed taglierà i tassi di 25 punti base la prossima settimana. Ma alcuni esperti ritengono la scelta controproducente per i mercati finanziari, già in preda al panico, perché non farebbe che rafforzare un sentiment pessimista.
I Future Fedwatch quotati al CME, che tastano il polso delle aspettative di mercato, dopo aver scontato sino a 5 tagli da 25 punti ciascuno quest’anno, si sono attestate a quattro tagli da 25 punti (circa l’1% in meno), comunque al di sopra dei 2-3 tagli precedentemente preventivati per il 2025.
Dazi fatali per l’economia USA
Gli analisti di JP Morgan si sono uniti alla schiera di coloro che vedono un peggioramento delle condizioni economiche in Usa a causa dei dazi ed hanno drasticamente rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL a +0,3% dall’1,3% precedente.
Anche Goldman Sachs ha tagliato le previsioni di crescita del PIL del quarto trimestre 2025 allo 0,5% dall’1% precedente e ha alzato la probabilità di recessione al 45% il prossimo anno dal precedente 35%. E il numero uno di BlackRock Larry Fink ritiene che l’economia statunitense sia “probabilmente già in recessione e la pressione inflazionistica molto più forte di quanto il mercato si aspetti”.
Inflazione attesa in risalita
Il Presidente della Fed Jerome Powell, per parte sua, mantiene un atteggiamento prudente e osserva le prospettive di inflazione. La scorsa settimana, dopo l’ultima ondata di dazi annunciata dall’amministrazione Trump, Powell ha ribadito che la banca centrale non ha fretta di modificare la politica monetaria.
Venerdì, il numero uno della banca centrale americana ha ammesso che i dazi annunciati da Trump sono significativamente più alti del previsto e probabilmente spingeranno l’inflazione più in alto del previsto.
“L’inflazione salirà e la crescita rallenterà, ma per me non è chiaro in questo momento quale sarà il percorso appropriato per la politica monetaria. Dovremo aspettare e vedere come andrà a finire prima di apportare tali modifiche”
ha concluso.