Toscana, la regione che (quasi) resiste allo spopolamento. Ma il futuro si gioca su migranti e natalità
A Grosseto e Massa-Carrara l’età media supera i 49 anni. Prato la provincia più giovane della regione con 46,1 anni

Firenze, 17 aprile 2025 – In un’Italia che perde abitanti senza sosta dal 2014, la Toscana si muove in parziale controtendenza. I saldi migratori, che confermano l’attrattività della regione, compensano, almeno in parte, un saldo naturale drammaticamente negativo.
Secondo i dati del Censimento permanente della popolazione 2024, che fotografa la situazione all’anno 2023, la regione conta 3.660.530 residenti, un numero sostanzialmente stabile rispetto al 2022, con un calo di appena 1.451 unità rispetto all’anno precedente. Un numero quasi simbolico, se confrontato con le oltre 291mila persone in meno registrate a livello nazionale nello stesso periodo. Quasi la metà della popolazione toscana risiede nelle tre province di Firenze (27%), Pisa (11,4%) e Lucca (10,4%). A perdere la maggior parte della popolazione è Grosseto, dove in un anno si sono persi 831 residenti, seguita da Arezzo (-708) e Massa Carrara (-601). A Prato, invece, i residenti aumentano: +677 rispetto al 2022.
Nascite ai minimi, ma la Toscana attira più del resto d’Italia
Il vero problema non è nuovo: i nati sono meno dei morti. In Toscana, nel 2023, il saldo naturale è stato -23.379. I bambini venuti alla luce sono appena 20.875, nuovo record negativo. Una cifra che segna un calo del 25% rispetto ai primi anni Duemila. Il tasso di natalità è sceso al 5,7 per mille, al di sotto della media nazionale (6,4). La provincia più virtuosa è Firenze (5,9), la peggiore Massa-Carrara (4,8). Nel 2023 si è ridotta anche la mortalità (più di 4.600 decessi in meno rispetto al 2022), con il maggior decremento nelle province di Livorno e Firenze.
A contenere la caduta demografica è però ancora una volta l’immigrazione, interna e soprattutto estera. Il saldo migratorio dall’estero ha portato oltre 22.500 persone in più in Toscana, con un picco a Prato (+9,8 per mille), seguita da Siena (8,4) e Firenze (7). Complessivamente, la Toscana registra un tasso migratorio estero del 6,2 per mille, superiore alla media italiana (4,8).
Per quanto riguarda il saldo migratorio interno, ovvero la differenza tra il numero di persone che si sono iscritte all’anagrafe dei comuni toscani, provenienti da altri comuni italiani, e quelle che invece sono andate in altre regioni d’Italia è di +4.102 persone, con Pistoia in testa (+2,6 per mille), seguita da Lucca e Pisa. Un segnale di attrattività sul fronte dei trasferimenti da altre regioni italiane, anche se Prato e Siena, in questo caso, segnano il passo.
L’età avanza, i piccoli comuni si svuotano
Un altro trend strutturale è l’invecchiamento. L’età media in Toscana è salita a 48 anni, al di sopra dei 46,6 anni italiani. Grosseto e Massa-Carrara superano i 49 anni, mentre Prato è la provincia più giovane con 46,1 anni. La fascia più anziana è concentrata nei comuni sotto i 5mila abitanti, dove l’età media tocca i 52,8 anni e l’indice di vecchiaia sfiora quota 412.
Proprio nei piccoli centri si registra il calo più forte della popolazione, mentre tengono le grandi città e i comuni tra 10 e 20mila abitanti. Il dato più eclatante è quello di Vagli Sotto (Lu): -5,6% in un anno. Al contrario, Monticiano (Si) cresce del 5,5%, grazie quasi esclusivamente all’immigrazione dall’estero (+26,4%). Firenze è l’unico comune in Toscana a superare i 350mila residenti (al 31 dicembre 2023 siamo a 362.613 unità) e ha più del doppio della popolazione di Livorno, che, con i suoi 153.418 abitanti, è il terzo comune più popoloso della regione. Tra i comuni non capoluogo spiccano per numerosità della popolazione Viareggio, con quasi 60.800 abitanti, Scandicci, con circa 49.500 abitanti, e Empoli, con 49.113. Il comune più piccolo nella regione è l’isola di Capraia, con 371 residenti.
Stranieri: l’11,6% dei toscani non è italiano
La popolazione straniera continua a crescere: sono 424.066 i residenti non italiani, pari all’11,6% del totale (contro l’8,9% nazionale). Prato è un caso unico: il 22,1% dei residenti è straniero, in gran parte di origine cinese. Seguono Firenze e Pisa. La composizione è variegata: Romania (16,8%), Cina (16,2%), Albania (13,2%) e Marocco (6,8%) le comunità più presenti.
La componente straniera è anche più giovane e con una struttura familiare diversa: meno anziani, più nuclei numerosi ed una presenza femminile in crescita.