Ferrovie e Fincantieri pronte alla ricostruzione dell’Ucraina

I programmi di alcune grandi aziende italiane per la ricostruzione dell'Ucraina. L'intervento di Ugo Poletti

Mar 3, 2025 - 16:26
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Ferrovie e Fincantieri pronte alla ricostruzione dell’Ucraina

I programmi di alcune grandi aziende italiane per la ricostruzione dell’Ucraina. L’intervento di Ugo Poletti

L’Italia sta scaldando le macchine per la ricostruzione dell’Ucraina. Il prossimo 5 marzo a Milano, presso la Regione Lombardia, si terrà la conferenza “On the Road to URC 2025”, preparatoria di quella del 10-11 luglio a Roma, che mostrerà in quali settori dell’economia ucraina l’Italia investirà o lancerà progetti industriali. A Milano sono attese circa 350 aziende, secondo l’Agenzia ICE che organizza l’evento. In vista di questo incontro è utile fare una ricognizione di quali sono gli interessi economici, non solo dell’Italia, ma anche di altri paesi nella futura ricostruzione, e quali sono le loro strategie economiche.

L’ITALIA A ODESSA E LA DANIMARCA A MYKOLAIV

In questi tre anni di guerra la città portuale di Odessa è stata alla ribalta nei giornali di tutto il mondo. I lettori italiani in particolare hanno scoperto che esisteva un pezzo d’Italia sul Mar Nero, grazie ad architetti, imprenditori, musicisti, pittori e leader militari (perfino Garibaldi), di cui molti non sapevano nulla. Nel corso della guerra l’ambasciata italiana a Kiev ha avuto il coraggio di aprire un consolato onorario (il primo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale) e il Ministero degli Esteri ha firmato un MoU per il restaurare con fondi italiani gli edifici storici della città danneggiati dagli attacchi russi. La particolare attenzione del Governo italiano per Odessa è un segnale incoraggiante per le aziende italiane  Ma gli imprenditori italiani si aspettano anche delle indicazioni per gli affari.

Sotto questo profilo è interessante studiare il modello danese per la ricostruzione dell’Ucraina. La Danimarca ha scelto di concentrare l’attività delle sue aziende nella città portuale di Mykolaiv con l’obiettivo di creare un ecosistema danese. Una combinazione di generosi incentivi (assicurazioni all’export e finanziamenti agevolati) e rapporto di collaborazione stretto con il comune e la regione. La cosa curiosa è che uno dei progetti italiani più avanzati in Ucraina è il Masterplan di Mykolaiv, realizzato dallo studio di progettazione milanese One-Works su incarico dell’UNECE, agenzia delle Nazioni Unite. Anche questo progetto, che sarà presentato alla conferenza di Milano, si avvantaggia di un territorio favorevole agli investimenti delle aziende straniere, grazie alla partnership danese.

LE FERROVIE DELLO STATO ALLA TESTA DI UN CORRIDOIO LOGISTICO

Quando le aziende devono affrontare un mercato così rischioso come quello ucraino, sono curiose di sapere come si muovono i campioni nazionali. Ad oggi si conoscono solo i movimenti di due grandi gruppi italiani: Ferrovie dello Stato e Fincantieri.

Il Gruppo Ferrovie dello Stato è capofila di circa 15 imprese (tra cui il Gruppo Cosulich e il gruppo tedesco HHLA, che ha un terminal container nel porto di Trieste) nel progetto di “porto secco” di Goronda (Horonda in ucraino). Si tratta di una piattaforma logistica, ubicata nell’Ucraina occidentale vicino al confine ungherese, punto di partenza di un corridoio ferroviario e stradale, che dall’Ucraina arriverebbe ai porti di Trieste e Venezia. L’Autorità Portuale di Trieste ha confermato l’importanza di un collegamento via terra tra Ucraina ed Italia attraverso la Slovacchia.

Però, tutto il sistema ferroviario ucraino è destinato ad essere modernizzato, perché viaggia ancora su binari a scartamento sovietico, non compatibili con gli standard di trasporto internazionali.

LA FINCANTIERI ALLA CONQUISTA DI ODESSA

Più ambiziosa sembra la strategia di investimento di Fincantieri, rivelata dalla testata giornalistica americana Capitol Intelligence Group. La Fincantieri di Trieste, il più grande gruppo europeo di cantieristica navale, sta progettando di rilevare cantieri navali di proprietà del governo ucraino nella regione di Odessa per realizzare un nuovo polo cantieristico in cui spostare alcune sue commesse di navi commerciali. L’accesso a manodopera qualificata e meno cara in Ucraina sembra un passo logico per il gruppo italiano che ha già l’esperienza positiva delle commesse realizzate nel suo cantiere romeno di Tulcea, sul Danubio, dove ci sono circa 4.500 lavoratori. I frequenti attacchi di droni russi in quella regione al confine con l’Ucraina non hanno bloccato l’attività in Romania, né sembrano fermare il suo progetto a Odessa.

Se queste rivelazioni della testata di business intelligence sono vere, l’operazione sarà probabilmente annunciata da Fincantieri durante la grande conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina organizzata dai Governi italiano e ucraino, che si terrà a Roma a luglio.

GLI INVESTIMENTI AMERICANI A ODESSA

Un progetto di questa portata potrebbe rendere Fincantieri il più grande investitore straniero in Ucraina. Infatti, supererebbe persino, in termini di investimento (150 milioni di dollari), il Neptune Grain Terminal del gruppo statunitense Cargill di Minneapolis, completato nel 2018. Il Terminal è ancora operativo a piena capacità e non è mai stato bersaglio di attacchi russi. Pare che il Cremlino non ami bombardare le proprietà degli Stati Uniti in Ucraina.

TECNOLOGIE DELLA DIFESA ITALIANE SUL MAR NERO

Fincantieri è anche un importante appaltatore della difesa navale, fino a costruire fregate per la Marina degli Stati Uniti. Questo le permette di offrire anche altre proposte al governo ucraino per la difesa dei porti della regione di Odessa da attacchi marittimi russi. Nel gennaio del 2025, Fincantieri ha completato l’acquisizione dal gruppo della difesa italiana Leonardo della società UAS Underwater Business (ex Whitehead Alenia Sistemi Subacquei SpA) per la protezione di infrastrutture portuali da sottomarini, droni navali e siluri.

Il Gruppo di Trieste non ha emesso alcun comunicato ufficiale su questi progetti, ma durante la sua recente missione a Kiev, il 16 gennaio, il Ministro Crosetto era accompagnato da un alto dirigente della Fincantieri.

L’INDIPENDENZA ENERGETICA DELL’UCRAINA

Questo tema sarà una delle priorità della conferenza di Milano. Il Governo italiano ha già annunciato che l’Italia darà il suo contributo alla trasformazione energetica dell’Ucraina, che dove ridisegnare completamente il proprio sistema di distribuzione dell’energia, ancora basato su standard sovietici.

Per l’indipendenza energetica sarà dato un forte impulso all’esplorazione ed estrazione di idrocarburi nel Mar Nero. L’azienda ucraina Naftogaz e Naphtha Israel Petroleum Corp hanno appena firmato un MoU. Sullo sfruttamento del Mar Nero ci sono già attive le americane Chevron ed Exxon Mobil, e la OMV Petrom (Romania). Ancora non si conoscono i piani di ENI ed ENEL in Ucraina.

10 NUOVI OSPEDALI PER I VETERANI

Una guerra crea molti feriti e disabili. L’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna fu creato per le protesi ai reduci della Prima Guerra Mondiale ed è uno dei centri più specializzati al mondo. L’Ucraina con le sue migliaia di veterani con amputazioni diventerà l’eccellenza mondiale nelle protesi ortopediche.

Il centro Superhumans, creato da imprenditori di Odessa, ha raccolto rilevanti fondi internazionali con l’obiettivo di creare 10 nuovi ospedali in Ucraina per le protesi ai veterani che hanno perso arti. Uno di questi nascerà a Odessa. Il Governo francese ha già offerto 3 milioni di euro per questo nuovo ospedale e la collaborazione scientifica con medici e apparecchi medicali francesi. Un esempio che grandi gruppi ospedalieri italiani potrebbero seguire.

TERRE RARE A ODESSA

Riguardo al tema del giorno, cioè le terre rare, c’è un materiale critico di cui l’Ucraina deteneva, fino all’invasione, quasi il 54% della produzione mondiale: il gas neon, fondamentale per la produzione di semiconduttori. Uno dei due giacimenti si trova proprio vicino a Odessa (l’altro è a Mariupol). Notizia interessante per le aziende che forniscono tecnologia per il settore minerario.

LE BANCHE A SUPPORTO DELL’EXPORT

Le banche ucraine sono in grado di operare con standard internazionali, ma poche hanno personale che parla Inglese. Ci sono in Ucraina anche reti di banche straniere, tra cui IntesaSanPaolo, che controlla la banca ucraina Pravex Bank, con una filiale proprio a Odessa.

TURISMO E APPARTAMENTI A ODESSA

Quando cesseranno le ostilità non è difficile prevedere un boom del turismo a Odessa, già meta turistica balneare e culturale,  anche grazie al marketing della guerra. Uno degli investimenti più redditizi della città è da sempre quello immobiliare. Il costo degli appartamenti privati a Odessa è di USD 800-1000 al m2, a seconda dei quartieri, molto più basso che a Kiev o Leopoli. Considerando l’alta qualità della vita, il livello dei prezzi (anche questo più basso di Kiev e Leipoli) e la vicinanza logistica all’Europa, Odessa è la città ideale per insediare una filiale e aprire un ufficio.

Tra i grandi progetti turistici, che sono stati congelati dalla guerra, ci sono la realizzazione di un porto turistico per navi da diporto (che a Odessa non esiste) e la privatizzazione del terminal delle crociere, ubicato nel centro del porto storico di Odessa. Questi progetti  saranno riavviati per primi.

L’EXPORT UCRAINO E IL SETTORE MARITTIMO

Nonostante l’invasione russa e i pericoli del Mar Nero l’export ucraino è tornato quasi ai livelli ante-guerra. Quando sarà siglata una pace, l’agricoltura avrà un a crescita sostenuta. Infatti, la legge sulla privatizzazione delle terre agricole, promulgata pochi anni fa, darà la possibilità di investire in macchinari e tecnologie di coltivazione. Questo darà un ulteriore impulso alle spedizioni marittime e quindi alle attività dei porti di Odessa. A questo proposito è utile segnalare una piccola partnership tra il leader italiano dei traghetti Grimaldi e il maggior operatore ucraino Ukrferry, con ampi margini di sviluppo nei collegamenti nel Mar Nero, non appena cesserà la guerra navale.

CONCLUSIONI

In attesa che l’attuale stile surreale delle relazioni internazionali adotti una linea chiara e approdi ad un accordo di pace, questo è il momento per lo studio del mercato ucraino, l’identificazione di opportunità di affari, la selezione di interlocutori ucraini affidabili e la progettazione dei lavori, per iniziare quando sarà possibile. Quindi, sarà molto interessante ascoltare cosa la nostra diplomazia degli affari offre per stimolare e proteggere le aziende italiane e in quali settori l’Italia è pronta a  svolgere un ruolo da protagonista.