Ferrari va forte solo in frenata, McLaren super trazione
L’inizio della stagione di F1 per la Ferrari non è stato affatto positivo. La prima qualifica dell’anno ha esasperato un piccolo difetto già emerso nelle prove libere: il tedioso sottosterzo. A questo si è aggiunta una trazione non ottimale in uscita di curva, un aspetto che ha penalizzato la SF-25 nel confronto diretto con la […]

L’inizio della stagione di F1 per la Ferrari non è stato affatto positivo. La prima qualifica dell’anno ha esasperato un piccolo difetto già emerso nelle prove libere: il tedioso sottosterzo. A questo si è aggiunta una trazione non ottimale in uscita di curva, un aspetto che ha penalizzato la SF-25 nel confronto diretto con la MCL39. C’è tutto il tempo per rimediare, già da domani, considerando che le condizioni ambientali potrebbero diventare avverse e scombinare il quadro tecnico che abbiamo osservato sino a ora.
Ferrari carente di rotazione
Analizzando le telemetrie dei ferraristi, emerge con chiarezza quanto già osservato nelle prove libere: i due piloti adottano stili di guida molto simili, segno che il britannico sta studiando il comportamento della Ferrari e di riflesso quello del suo compagno di squadra. Non a caso, entrambi hanno affrontato il fine settimana con una monoposto dal comportamento sottosterzante.
Leclerc, ad esempio, si trova costretto a pestare il freno più volte in curva 10 per correggere la carenza di rotazione, mentre il sette volte campione del mondo di F1 adotta un approccio leggermente diverso, scalando una marcia nello stesso punto. In curva 12, invece, il britannico tocca il freno e fatica più del monegasco, perdendo ben 12 km/h in percorrenza rispetto al suo compagno di squadra.

Un altro punto critico per l’ex Mercedes, come abbiamo già potuto osservare tramite le telemetrie delle prove libere, è la esse veloce composta dalle curva 6 e 7, dove il britannico porta circa 5 km/h in meno a centro all’apice. Questo tratto si rivela determinante per il distacco: da qui in avanti, di fatti, il delta con Leclerc aumenta progressivamente, sino a raggiungere i due decimi e mezzo alla fine del rettilineo successivo.
Arriviamo cosi all’ultima sezione della pista australiana che, come era facile prevedere, conferma tutti i problemi di rotazione che ha sofferto la Ferrari SF-25. Entrambi i piloti sono costretti a un lift più pronunciato rispetto ai concorrenti diretti, segno che la vettura italiana necessita non aveva un buon bilanciamento nelle fasi finali della sessione classificatori. Il perché lo abbiamo detto, inerente ai problemi con le pressioni.
Leclerc guadagna in staccata ma perde di più uscita
Una prima analisi dei microsettori mostra chiaramente la dinamica della sfida tra Leclerc e Norris. La Ferrari si distingue per un’ottima capacità in frenata, ma perde tanto terreno in uscita, da ogni curva, sia alle alte che alle basse velocità. Il tracciato si colora di papaya proprio nei punti in cui la MCL39 riesce a scaricare meglio la potenza a terra, segno che Norris riesce a tornare sul gas prima del monegasco.

Questo importante fattore si riflette sulla percentuale del full throttle, superiore per il britannico della McLaren. Inoltre, se osserviamo con cura l’ immagine precedente, si conferma lo stesso dato anche dal grafico del delta: la linea rossa inerente la Ferrari mostra un guadagno di Leclerc in staccata, seguito da una perdita costante di terreno nelle fasi successive della curva dove l’inglese prende vantaggio.
Un ulteriore indizio di questo comportamento emerge dal grafico relativo alla velocità: la SF-25 porta meno chilometri orari al centro della curva rispetto alla McLaren, con delle perdite che arrivano sino a 9 km/h. Il motivo in tal senso è molto chiaro: il comportamento sottosterzante della Rossa obbliga il pilota monegasco a ridurre la velocità di percorrenza per ottenere il corretto angolo di imbardata e far girare la monoposto.

Con l’altra telemetria si evidenzia come Leclerc, rispetto a Norris, sia costretto a toccare il freno più volte e a mantenere il gas sollevato più a lungo per trasferire carico all’anteriore, mossa per contrastare la suddetta carenza di rotazione. Questo fenomeno è evidente in curve critiche come la 4, la 10, la 12 e la 13. In particolare alla 12, il ferrarista va full gas circa 100 metri dopo Norris. Idem per quanto riguarda il tratto che dalla 13 va alla 14, dove si palesa il ritardo sul gas resta evidente. Tutto questo spiega anche la performance deficitaria della Rossa in fase di trazione.
La super trazione della McLaren
Un’ulteriore conferma arriva dal grafico delle forze longitudinali. Si nota infatti come la McLaren domini tutta la parte alta del grafico (vedi densità pallini color papaya), generando una maggiore forza G in accelerazione con picchi che arrivano sino a 3,5, segno di una fase di accelerazione davvero strepitosa.

La SF-25, invece, come detto in precedete ha mostrato una grande solidità nella fasi di staccata, arrivando a generare, quando il monegasco andava sul pedale del freno, un valore di forza gravitazionale sino a 6G. Tramite l’analisi delle forze laterali si vede una MCL39 nettamente più efficace nelle curve veloci, dove riesce a generare più grip aerodinamico rispetto alla Ferrari.
Autori e grafici: Zander Arcari – @berrageiz – Marco Iurlandino