Ferrari, Leclerc ammette il problema con le turbolenze della SF-25
Ferrari sta lavorando per tornare in alto. Sono diverse le problematiche che in questo momento stanno frenando la Rossa, ancora lontana almeno tre decimi dalla super McLaren. Pure Red Bull, quando trova il punto di lavoro corretto dell’auto, è superiore e Mercedes, almeno con Russell, è stata spesso davanti. Partire dietro non aiuta il team […]

Ferrari sta lavorando per tornare in alto. Sono diverse le problematiche che in questo momento stanno frenando la Rossa, ancora lontana almeno tre decimi dalla super McLaren. Pure Red Bull, quando trova il punto di lavoro corretto dell’auto, è superiore e Mercedes, almeno con Russell, è stata spesso davanti. Partire dietro non aiuta il team italiano, che non riesce a massimizzare il rendimento della SF-25 in qualifica. Ma andiamo per ordine.
Le scie turbolente non piacciono alla SF-25
Non è un segreto che questa generazione di vetture abbia completamente fallito sul fronte sorpassi. Tutta colpa della regolamentazione vigente, incapace di tenere conto di questo importante e decisivo fattore. Una monoposto che segue un altro avversario, infatti, soffre in automatico uno svantaggio derivato dall’aria sporca dell’auto che precede. Il tutto per via dell’aerodinamica molto complessa delle wing car.
Le F1 che scendono in pista regolate dal corpo normativo sono molto delicate e sensibili al flusso che le investe. Abbiamo visto come la stessa McLaren soffra queste condizioni, che risultano altamente complicate da simulare in fase di progettazione. Con gli strumenti che vengono utilizzati all’interno delle fabbriche, come per esempio quando ci si avvale del CFD, si possono simulare gli effetti di due monoposto che si inseguono.
Tuttavia, come ci hanno spiegato diversi tecnici, difficilmente si può ipotizzare con estrema precisione la scia che produce una McLaren piuttosto che una Red Bull. Idem per il resto delle scuderie. Ecco perché, sulla distanza dei 300 chilometri, diventa così difficile tamponare questo tipo di svantaggio se si parte dietro. Una situazione che sta vivendo in maniera massiccia la storica scuderia italiana.
La precisazione di Charles
Nel Gran Premio di Jeddah, ricorderemo come Leclerc abbia sottolineato questo aspetto: la SF-25 fatica a seguire altre monoposto e spesso deve prendere distacco. Di per sé la Rossa soffre una carenza di rotazione cronica. Se ne lamenta specie Hamilton, che vorrebbe un anteriore forte in inserimento, ma anche lo stesso pilota monegasco non è immune, in quanto il sottosterzo è troppo accentuato in determinate circostanze.
Nel post gara, Leclerc ha reso noto quanto sia stato difficile stare dietro a Russell: “Ad esser onesti, stavo faticando parecchio con il balance quando ero dietro a George. Soffrivo una carenza di rotazione. Appena Mercedes ha effettuato la sosta, le gomme anteriori si sono ravvivate e la vettura è subito migliorata. Potevo gestire meglio l’asse frontale e la performance è migliorata in aria pulita.“
Queste parole lasciano poco spazio alle interpretazioni. Il sottosterzo della SF-25 era troppo grande in condizioni di aria sporca. La quantità di massa fluida che investe l’ala anteriore cala di una percentuale e in automatico riduce il carico di alcuni punti. Condizioni che mettono ancora più in difficoltà l’asse anteriore della Rossa, costituendo il principale limite nella prima parte dello stint in Arabia Saudita.
Ferrari, l’importanza di partire davanti
Non a caso Jeddah è un circuito front-limited. Condizione a cui tutti erano sottoposti in aria sporca ma che la Rossa soffriva maggiormente. Una delle cause riguarda la flessibilità dell’ala anteriore. Le turbolenze provocano oscillazioni che interferiscono con questa componente, soggetta a un carico meno costante. Questa fluttuazione imprevista, in determinate zone, come nelle curve veloci, toglie feeling al pilota.
In aria pulita questi problemi non esistono, come sostiene Charles, che aveva una “chimica” con la vettura migliore e un quantitativo di carico in più da sfruttare sull’avantreno. Non parliamo di una problematica relativa alla temperatura delle gomme, che possono alzarsi quando si segue un’altra vettura. Il guaio è prettamente di tipo aerodinamico, dove una vettura di base sottosterzante risente maggiormente di questi fattori.
Per evitare questo scenario serve migliorare in qualifica. Ne abbiamo parlato stamane, dove in questo caso c’entrano eccome le gomme. Il team italiano non riesce a gestire al meglio le due diverse tipologie di temperature, dove quella superficiale e quella interna sono essenzialmente in disaccordo. Un problema sul quale il Cavallino Rampante sta lavorando con gli aggiornamenti di Imola.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv