Ferrari instabile, senza trazione e incapace di gestire le gomme
Cosa di re sulla Ferrari? Si potrebbe parlare di 1000 cose, ma la parola più giusta per definite questa SF-25 in versione Miami è indecifrabile. Una monoposto super difficile da gestire, dove Hamilton e Leclerc cercano di fare miracoli per ottenere risultati deludenti. È un po’ questo il leitmotiv della Florida, pista che ha messo […]

Cosa di re sulla Ferrari? Si potrebbe parlare di 1000 cose, ma la parola più giusta per definite questa SF-25 in versione Miami è indecifrabile. Una monoposto super difficile da gestire, dove Hamilton e Leclerc cercano di fare miracoli per ottenere risultati deludenti. È un po’ questo il leitmotiv della Florida, pista che ha messo a nudo i limiti della Rossa, molto più di quanto i tecnici si attendevano.
Riscontri nei settori spoilerano i problemi della Ferrari
Le qualifiche di Miami mostrano una monoposto modenese in netta difficoltà crescente, rispetto a quanto già visto nelle Sprint Shootout del venerdì. Charles Leclerc chiude con un distacco importante: +0.550s dalla vetta, confermando un trend preoccupante per la SF-25. Parte di questo peggioramento può essere spiegata anche da un fattore noto: le necessarie altezze da terra maggiori tra la Sprint e la gara.
E per un progetto così sensibile alla ride height come quello della Ferrari, questo passaggio rappresenta un ostacolo concreto alla performance. I dati parlano chiaro: il grosso delle difficoltà si concentra nel primo settore, dove Leclerc accumula ben 0.422s dal riferimento, e nel secondo, dove la Ferrari risulta solo la nona più veloce tra tutte le vetture. L’analisi visiva del giro rivela un monegasco costretto a continue micro-correzioni.
In particolare lo fa per stabilizzare un asse posteriore che si è dimostrato instabile e nervoso per tutta la sessione. Il bilanciamento della SF-25 era chiaramente troppo sottile e il sovrasterzo ha “ucciso” la prestazione in uscita curva. Mentre nel tratto lento, quello che va dalla curva 11 alla 16, la Rossa è parsa più un’auto da rally che una monoposto di F1: tantissimi metri percorsi di traverso”, perdendo trazione e fiducia curva dopo curva.
Charles non ha fiducia nella SF-25
Telemetria alla mano, si nota subito un primo momento critico già in staccata di curva 1: Leclerc perde oltre due decimi rispetto a Verstappen. L’olandese frena più tardi, per meno tempo, porta +3 km/h a centro curva e riesce comunque ad anticipare il ritorno sul gas, arrivando addirittura ad affrontare curva 2 quasi full throttle. Mentre Charles aspetta ancora qualche metro prima di potersi fidare della macchina e spalancare l’acceleratore.
Il trend si ripete in curva 4, dove il monegasco è costretto a un importante tocco di freno per inserire l’auto correttamente, perdendo ulteriori 0.035s. L’assetto instabile non gli permette di essere preciso, e questo si paga caro su una pista dove ogni curva è strettamente legata alla successiva. Curva 6–7, il lungo curvone ad ampio raggio in appoggio, è un altro punto dolente dove perde un decimo.
Accedere al massimo grip delle gomme è impossibile con la SF-25
La SF-25 scivola vistosamente sul posteriore. Nei rettilinei riesce a limitare i danni, segno che la resistenza all’avanzamento non è il problema principale, ma nel tratto lento, dalla curva 11 alla 16, il comportamento della monoposto è stato a tratti davvero incomprensibile. Leclerc, così come Hamilton, è costantemente costretto al controsterzo per controllare un posteriore che tende a scappare.
Un comportamento che manda in crisi le gomme posteriori, portandole rapidamente a surriscaldarsi: trazione e stabilità non ci sono. Solo tra curva 11 e 13, Leclerc perde 0.185s, un margine enorme in uno spazio così ristretto. Il momento che meglio fotografa la situazione lo si ha via radio, a fine giro, quando Leclerc esclama: “Mio Dio, non ho idea di cosa stia succedendo. E questo era anche un buon giro. Non capisco.”
Parole che pesano, perché dette da un pilota che raramente si lascia andare a esternazioni simili. In sintesi, quella vista sabato è stata una Ferrari assolutamente non prevedibile, instabile e soprattutto fragile in trazione e nelle fasi in cui conta avere buon grip meccanico. Finché il team non troverà una quadra in questo ambito, sarà difficile pensare a un passo avanti concreto rispetto al resto dei top team.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Marco Iurlandino
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv