Fabio Celi: il passaggio dai giudizi ai voti scolastici e il suo impatto

Fabio Celi discute il passaggio dai giudizi ai voti scolastici, sottolineando l'importanza dell'empatia nell'educazione.

Mar 27, 2025 - 04:49
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Fabio Celi: il passaggio dai giudizi ai voti scolastici e il suo impatto

Gli studenti della 2F si sono chiesti cosa cambierà invitando un esperto di psicologia dell’età evolutiva Fabio Celi intervistato sul passaggio dai giudizi del comportamento ai voti. Fabio si è presentato dicendo che lui non è un esperto di valutazione scolastica e che nel suo lavoro si occupa piuttosto dei bambini nella loro individualità e del comportamento inteso come modo di fare anche nel tempo libero o in altre situazioni, pertanto ci ha avvertito che il suo punto di vista potrebbe essere influenzato per la sua “deformazione professionale”: cioè lui è abituato a mettersi nei panni dei bambini.

Gli abbiamo fatto diverse domande come ”Cosa ne pensa che adesso il voto sarà in decimi?”, ”Cosa pensa di una persona che ha 5 in comportamento?“. La sua opinione è stata molto chiara, secondo il suo parere non è un dibattito molto importante per vari motivi. Ci ha raccontato che dal 1938 la legge ha cambiato il voto in giudizio e il giudizio in voto per almeno 6 volte alternativamente in 100 anni, quindi ci ha fatto capire che per quante volte ha cambiato la tecnica di valutazione non si è mai risolto nulla. Chiunque trovi qualche idea che funziona non la cambia, invece in questo caso l’idea è sempre variata e perciò non può essere definita un’idea funzionante. Questi continui cambiamenti sembrano non essere la strada giusta. Forse se la scuola fosse senza valutazioni, voti o giudizi sarebbe migliore, perché i ragazzi avrebbero più voglia di studiare, senza pensare al voto e alle conseguenze. Molto spesso nei casi di professori o professioni del genere, la cosa più importante è l’empatia e la relazione umana e se si giudica si diventa antipatici agli alunni o alle persone che li circondano e non si riesce più a comunicare o a insegnare. Una buona educazione significa rispettare i comportamenti minimi per permettere a di continuare una lezione ed è importante che siano rispettate le regole scolastiche. Ma il giudizio, secondo lui, è una medicina cattiva oppure anche un veleno che si introduce nel nostro corpo ogni volta che riceviamo un giudizio non piacevole nei nostri confronti, come ad esempio quando si prende un’insufficienza in un compito dove abbiamo messo tutto il nostro impegno e noi reagiamo provando tristezza, rabbia o delusione, come se avessimo ricevuto un giudizio divino o una condanna a morte. Molti di noi gli hanno dato ragione e pensano anche che non ha senso avere paura o ansia per i voti, perché può andare male qualche verifica, ma si può sempre recuperare e studiare, non per avere voti o giudizi, ma per il piacere di sapere e conoscere tante cose e tanti argomenti e goderci la scuola per quello che ci offre non per come ci giudica.