Estensione del concordato preventivo: la sanatoria fiscale per il 2025-2026
La Commissione Finanze della Camera sta spingendo per un’importante revisione del concordato preventivo biennale, proponendo l’estensione della sanatoria fiscale anche alle partite Iva che aderiranno per il biennio 2025-2026. Dopo il fallimento della prima tornata, che ha visto una partecipazione decisamente bassa, i parlamentari di maggioranza chiedono al governo di riaprire le porte del ravvedimento […] L'articolo Estensione del concordato preventivo: la sanatoria fiscale per il 2025-2026 proviene da Economy Magazine.

La Commissione Finanze della Camera sta spingendo per un’importante revisione del concordato preventivo biennale, proponendo l’estensione della sanatoria fiscale anche alle partite Iva che aderiranno per il biennio 2025-2026. Dopo il fallimento della prima tornata, che ha visto una partecipazione decisamente bassa, i parlamentari di maggioranza chiedono al governo di riaprire le porte del ravvedimento speciale, una misura che consente di sanare i redditi evasi a costi ridotti.
Come è andata la prima edizione
Il concordato, che era inizialmente limitato ai contribuenti che avevano già aderito per il biennio 2024-2025, sarebbe ora esteso, dando la possibilità a chi non si è avvalso della sanatoria lo scorso anno di regolarizzare la propria posizione con il fisco. L’opzione del “ravvedimento speciale” consente ai contribuenti di mettersi in regola con il fisco pagando una imposta sostitutiva ridotta, che varia in base all’affidabilità fiscale del soggetto, come indicato dall’Indice Isa.
Le novità
La proposta di estensione del concordato è tuttavia controversa. A partire dal 2025, il governo ha già introdotto alcuni correttivi, come l’eliminazione della possibilità di aderire al concordato per i contribuenti con flat tax, una mossa che ridurrà ulteriormente la platea dei beneficiari. Inoltre, si prevede una maggiore attenzione sulla limitazione dell’applicabilità della flat tax per le differenze tra il reddito dichiarato e quello concordato, soprattutto se la cifra supera gli 85.000 euro.
Aumentare il gettito fiscale
Questo intervento potrebbe rivelarsi un’opportunità per aumentare le entrate fiscali, riducendo l’evasione e incentivando la regolarizzazione da parte delle partite Iva. Tuttavia, rimane da capire se la proposta riuscirà davvero a generare un impatto positivo sul gettito fiscale, come indicato nella relazione tecnica che accompagna il decreto.
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