Bitcoin è davvero un bene rifugio o riflette il sentiment di mercato?

Bitcoin è davvero un “safe haven” o riflette i cicli di risk on / risk off? Negli ultimi anni, molti analisti hanno osservato che il Bitcoin tende a muoversi in modo simile ad asset ad alta volatilità, come i titoli tecnologici USA. Questo comportamento si spiega con l’afflusso crescente di capitale istituzionale, che lo rende […] L'articolo Bitcoin è davvero un bene rifugio o riflette il sentiment di mercato? proviene da Word2Invest.

Mag 9, 2025 - 08:09
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Bitcoin è davvero un bene rifugio o riflette il sentiment di mercato?

Bitcoin è davvero un “safe haven” o riflette i cicli di risk on / risk off?

Negli ultimi anni, molti analisti hanno osservato che il Bitcoin tende a muoversi in modo simile ad asset ad alta volatilità, come i titoli tecnologici USA. Questo comportamento si spiega con l’afflusso crescente di capitale istituzionale, che lo rende più esposto agli stessi rischi di mercato dei principali indici azionari.

Tuttavia, quando il sentiment si sposta nuovamente verso l’ottimismo – o peggio, verso la FOMO (Fear Of Missing Out) – il Bitcoin, per sua natura volatile, amplifica i rialzi del mercato. Ieri ha raggiunto il livello più alto da febbraio, superando quota 100.000 dollari, con un incremento di quasi il 6% a 101.679,85 dollari. Il rally è partito dopo che il presidente Trump ha annunciato imminenti novità su un accordo commerciale USA-Regno Unito. Un classico esempio di come la componente speculativa del Bitcoin esasperi reazioni anche su notizie di scarso impatto economico reale: gli USA hanno già un surplus con il Regno Unito, quindi il nuovo accordo non cambia la strategia di Trump, che mira a imporre dazi ai Paesi con cui ha un disavanzo.

Il mercato azionario ha reagito con più freddezza: dopo un picco intraday dell’1,25%, lo S&P 500 ha chiuso con un modesto +0,43%.

Anche i sostenitori del Bitcoin come “bene rifugio” si contraddicono

Molti difensori del Bitcoin continuano a promuoverlo come safe haven, ma spesso usano argomentazioni contraddittorie. Alcuni affermano che la criptovaluta ha dimostrato resilienza con il miglioramento dei rapporti USA-Cina, dimenticando che la sua ripresa segue esattamente quella degli asset rischiosi come lo STOXX 600 e il FTSE MIB. Dal minimo del 7 aprile, il Bitcoin è risalito, ma lo stesso hanno fatto gli indici azionari europei più apprezzati del momento. Anche l’indice CNN Fear and Greed, passato da 4 a 62, dimostra una fase di risk-on, a cui Bitcoin sembra allinearsi perfettamente.

Crypto e bucket shop: la scarsa trasparenza resta un problema

Le criptovalute, per quanto moderne, mostrano spesso dinamiche simili a quelle dei bucket shop dei primi del ‘900: luoghi dove si scommetteva sull’andamento dei prezzi senza alcun trasferimento reale di beni. La Corte Suprema degli Stati Uniti li definì nel 1906 come attività basate su scommesse speculative mascherate da trading.

Oggi, Bitcoin gode del sostegno dell’amministrazione Trump e della domanda crescente legata agli ETF spot, ma rimane percepito come uno strumento speculativo. Ne è esempio il caso $MELANIA, un memetoken acquistato in massa prima del lancio, come riportato dal Financial Times, con profitti stimati in quasi 100 milioni di dollari. Lanciato il 19 gennaio, due giorni dopo il token $TRUMP, ha suscitato critiche per mancanza di trasparenza, conflitti d’interesse e un approccio da “gioco d’azzardo”.

I sostenitori del Bitcoin come rifugio si comportano da pifferai magici

Nonostante le criticità, i promotori del Bitcoin come bene rifugio insistono sul suo potenziale in contesti geopolitici e macroeconomici incerti. Le tensioni tra India e Pakistan e l’approccio prudente della Federal Reserve, che non accelera sui tagli dei tassi, alimentano il racconto della “cripto resiliente”.

Trenchev, analista permabull di Standard Chartered, ha dichiarato che la riconquista dei 100.000 dollari è una “impresa straordinaria” e che investire a 74.000 dollari, nel momento di massima paura, è stata un’occasione eccezionale. Tuttavia, la verità è che qualsiasi asset acquistato il 7 aprile, durante il minimo dell’indice CNN, avrebbe prodotto guadagni significativi. Il Bitcoin è cresciuto del 40%, ma ha anche perso il 27% dal picco del 20 gennaio a 109.000 dollari fino al minimo.

La realtà è che il Bitcoin si comporta più come un indicatore del sentiment (risk-on/risk-off) che come bene rifugio.

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