Eni firma un accordo con Egitto e Cipro per portare più gas in Europa
Eni ha firmato un accordo con la francese TotalEnergies e i governi di Cipro ed Egitto per sviluppare un giacimento di gas naturale scoperto al largo dell’isola del Mediterraneo orientale ed esportare il combustibile, sotto forma di Gnl, in Europa. L’intesa è stata siglata ieri al Cairo alla presenza del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, […]

Eni ha firmato un accordo con la francese TotalEnergies e i governi di Cipro ed Egitto per sviluppare un giacimento di gas naturale scoperto al largo dell’isola del Mediterraneo orientale ed esportare il combustibile, sotto forma di Gnl, in Europa.
L’intesa è stata siglata ieri al Cairo alla presenza del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, del capo di Stato cipriota Nikos Christodoulides, dell’amministratore delegato del Cane a sei zampe Claudio Descalzi, del ministro del Petrolio egiziano Karim Badawi e del ministro dell’Energia cipriota George Papanastasiou.
Cosa prevede l’accordo tra Eni, Egitto e Cipro
Come annunciato da Eni, l’accordo prevede la collaborazione del consorzio italo-francese “per commercializzare le riserve di gas naturale scoperte” nel giacimento Cronos, in un’area offshore denominata Blocco 6, al largo di Cipro sud.
“Questo accordo rappresenta una concreta pietra miliare per la creazione di un hub del gas nel Mediterraneo orientale, facendo leva sulle infrastrutture esistenti in Egitto e posizionando Cipro come produttore ed esportatore di gas”, ha fatto sapere Eni in una nota. “Il gas sarà trasportato e trattato nell’infrastruttura di Zohr (al largo dell’Egitto, ndr) per poi essere liquefatto nell’impianto Gnl di Damietta (nel nord-est del Paese africano, ndr) ed esportato verso i mercati europei”.
“Questo accordo consente di portare il gas cipriota al mercato in modo tempestivo, contribuendo alla sicurezza energetica e alla competitività degli approvvigionamenti energetici”, ha dichiarato l’a.d. di Eni, Descalzi. “Il progetto fa leva sulle infrastrutture egiziane esistenti, tra cui anche gli impianti di esportazione, che sono un fattore chiave per gli sviluppi nella regione. Egitto e Cipro riaffermano il loro ruolo nell’hub energetico emergente del Mediterraneo orientale, destinato a svolgere un ruolo crescente nell’offerta globale di gas nel prossimo futuro”.
Scoperto nel 2022, il giacimento Cronos è situato a quasi 160 chilometri al largo delle coste meridionali di Cipro, a circa 2.290 metri di profondità, e contiene, secondo le stime di Eni, fino a 85 miliardi di metri cubi di gas (più del fabbisogno annuo dell’Italia, arrivato nel 2024 a 60 miliardi di metri cubi). È situato nel cosiddetto Blocco 6, operato da Eni con una partecipazione del 50% con TotalEnergies, che “comprende altre potenziali risorse in fase di esplorazione e valutazione, tra cui il giacimento di Zeus”, scoperto sempre da Eni nel 2022.
Un nuovo hub energetico nel Mediterraneo orientale
Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Europa è alla ricerca di fonti alternative di gas naturale. Cipro, che aspira a diventare un importante hub energetico nella regione, sta esplorando nuovi giacimenti di gas naturale al largo dell’isola. Tanto che ieri i governi di Nicosia e del Cairo hanno anche siglato un altro memorandum d’intesa riguardante il giacimento cipriota di Afrodite, che coinvolge l’israeliana NewMed Energy, una filiale della statunitense Chevron (Chevron Cyprus) e una controllata della britannica Shell (BG Cyprus). L’accordo, secondo una nota diramata dal governo dell’isola, “stabilisce il quadro per la commercializzazione efficiente del gas naturale estratto da questo giacimento”.
Il presidente cipriota Nikos Christodoulides ha poi rivelato alla stampa di aver anche “avuto un incontro molto costruttivo con il vicepresidente della ExxonMobil”, John Ardill, “in merito alle trivellazioni in corso”. Sul punto, il capo di Stato non ha voluto svelare altri dettagli, limitandosi a osservare che il dirigente statunitense si recherà in visita a Nicosia nella seconda metà di marzo.
Ad ogni modo, l’accordo firmato ieri tra Eni, TotalEnergies, Cipro e l’Egitto è stato il primo del genere siglato dal governo dell’isola, Stato membro dell’Unione europea dal 1° maggio 2004. Il Cane a sei zampe ha rappresentato un attore determinante per la conclusione dell’intesa, vista la sua decennale presenza nei due Paesi. La partecipata del ministero dell’Economia è infatti presente dal 1954 in Egitto, dove risulta il principale operatore dei locali giacimenti di gas, mentre investe dal 2013 anche a Cipro, operando a vario titolo nei Blocchi 6, 7, 8 e 11 della Zona economica a sud dell’isola.
L’affare è stato possibile anche grazie alle aperture degli ultimi anni dei governi Draghi e Meloni alla dittatura militare del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, da cui il nostro Paese ha progressivamente aumentato le importazioni di gas naturale e con cui ha promosso gli scambi nel settore agricolo e dei macchinari, migliorando i rapporti deteriorati dall’uccisione del ricercatore Giulio Regeni, per cui a Roma sono a processo (in contumacia) quattro agenti dei servizi segreti del Cairo, e per il caso del giovane Patrick Zaki, liberato dopo 670 giorni di carcere per motivi politici.