Gaza, Israele: “Una delle salme consegnate non è di un ostaggio”. Netanyahu: “Violati gli accordi. Regoleremo i conti” con Hamas

Una delle salme consegnate da Hamas a Israele nell’ambito del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza non appartiene ad alcun ostaggio israeliano, una violazione degli accordi che, dopo la macabra messa in scena dell’esibizione delle bare su un palco e a giudicare dalle dichiarazioni arrivate dai vertici dello Stato ebraico e dai funzionari degli […]

Feb 21, 2025 - 13:14
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Gaza, Israele: “Una delle salme consegnate non è di un ostaggio”. Netanyahu: “Violati gli accordi. Regoleremo i conti” con Hamas

Una delle salme consegnate da Hamas a Israele nell’ambito del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza non appartiene ad alcun ostaggio israeliano, una violazione degli accordi che, dopo la macabra messa in scena dell’esibizione delle bare su un palco e a giudicare dalle dichiarazioni arrivate dai vertici dello Stato ebraico e dai funzionari degli Stati Uniti, potrebbe mettere in dubbio la fragile tregua entrata in vigore lo scorso 19 gennaio.
I medici legali dell’istituto forense Abu Kabir, come riferisce una nota diramata nella notte dalle forze armate di Israele (Idf), sono riusciti a identificare soltanto i corpi dell’83enne Oded Lifshitz e dei fratellini Ariel e Kfir Bibas, allora rispettivamente di 4 anni e 9 mesi di età, tutti sequestrati nel kibbutz Nir Oz durante gli attentati condotti il 7 ottobre 2023 da Hamas e dalla Jihad islamica in Israele.
Ma il quarto cadavere, che doveva appartenere alla madre 33enne di Ariel e Kfir, Shiri Silberman Bibas, non è stato identificato. 
“Durante il processo di identificazione si è scoperto che il corpo consegnato non era quello di Shiri Bibas”, si legge nel comunicato delle Idf. “Non è stata trovata alcuna corrispondenza con nessun altro ostaggio rapito. Si tratta di un corpo anonimo e non identificato”.
In una nota diramata in mattinata su Telegram, Hamas ha fatto sapere che i resti di Shiri Bibas sembrano “essere stati confusi” con altri resti umani rinvenuti tra le macerie dopo un attacco aereo israeliano che, accusa il gruppo senza fornire prove, avrebbe colpito il luogo in cui la donna era tenuta prigioniera.
Un giallo seguito alla macabra messa in scena allestita ieri da Hamas a Bani Suheila, a due chilometri a est di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, quando le bare sono state esposte su un palco, uno spettacolo “condannato” dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, perché “in violazione del diritto internazionale” e definito “abominevole” dall’Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk. L’intera vicenda ora rende il futuro dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza più incerto che mai, avendo scatenato la rabbia di Israele e dell’amministrazione degli Stati Uniti del presidente Donald Trump.

Il giallo di Shiri Bibas e la sorte degli altri tre ostaggi
Le immagini del rapimento della famiglia Bibas, con doppia cittadinanza israeliana e argentina, avevano fatto il giro del mondo. In particolare, un filmato mostrava la madre terrorizzata, con i figli in braccio, circondata dai miliziani di Hamas che li portavano via dalla loro casa. Il marito e padre Yarden, invece, era stato liberato durante uno degli scambi tra ostaggi e prigionieri palestinesi, avvenuto lo scorso 1° febbraio, tanto che fino all’ultimo la famiglia aveva sperato di poter riabbracciare i propri cari ancora vivi. Una possibilità stroncata dall’annuncio della riconsegna dei corpi avvenuto all’inizio della settimana e aggravata dal giallo sulla sorte della giovane madre.

“Si tratta di una violazione molto grave da parte dell’organizzazione terroristica Hamas, che è tenuta dall’accordo a restituire (i corpi di, ndr) quattro ostaggi morti”, si legge nella nota diramata nella notte dalle Idf. “Pretendiamo che Hamas rimandi a casa Shiri, insieme a tutti i nostri ostaggi”. “Condividiamo il profondo dolore della famiglia Bibas in questo momento difficile e continueremo a fare ogni sforzo per riportare a casa Shiri e tutti gli ostaggi il prima possibile”, ha fatto sapere l’esercito di Tel Aviv. Durante la macabra cerimonia organizzata ieri da Hamas una delle quattro bare esposte sul palco di Khan Younis, tutte coperte da un drappo nero, era contrassegnata come appartenente a Shiri Bibas: sul telo era affissa una fotografia della 33enne con il suo nome scritto in ebraico e arabo, e la “data del suo arresto”: 7 ottobre 2023.

Tuttavia, dopo i numerosi esami condotti sul cadavere da parte degli esperti forensi israeliani, che ne hanno confrontato il DNA con quello di Bibas e di altre donne e uomini tenuti in ostaggio a Gaza, non è stata trovata alcuna corrispondenza. Di conseguenza il corpo risulta tuttora non identificato. Il cadavere, secondo una nota diramata dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, apparterrebbe invece a una “donna di Gaza”, la cui identità resta comunque sconosciuta. Le salme sarebbero state scambiate, mentre sulla sorte di Shiri Bibas non si conoscono ulteriori dettagli. Gli esperti dell’istituto forense israeliano affermano comunque di aver individuato le cause della morte degli altri tre ostaggi, i cui corpi sono stati consegnati ieri da Hamas a Israele e identificati tramite l’analisi del DNA.
Come emerso da “esami forensi e informazioni di intelligence”, secondo quanto affermato dalle Idf che però non forniscono prove al riguardo, Ariel e Kfir Bibas, all’epoca rispettivamente di 4 anni e 10 mesi di età, sarebbero stati “brutalmente assassinati” nel novembre del 2023, una trentina di giorni dopo il sequestro.
Stessa sorte toccata, secondo il direttore dell’Istituto nazionale di medicina legale israeliano Chen Kugel, anche all’83enne Oded Lifshitz, che sarebbe stato “ucciso in prigionia più di un anno fa”. L’uomo, secondo una nota dell’ufficio del primo ministro di Israele che non fornisce prove al riguardo, sarebbe stato assassinato “nelle prime settimane di guerra” dai suoi carcerieri appartenenti alla Jihad islamica palestinese.
Tutte dichiarazioni che smentiscono l’accusa rivolta da Hamas a Israele, anche in questo caso senza prove, di aver ucciso gli ostaggi durante i bombardamenti indiscriminati sulla Striscia di Gaza, che in oltre 15 mesi hanno provocato almeno 48.297 morti e 111.733 feriti.

La reazione di Netanyahu e la sponda degli Usa di Trump
Il caso rischia comunque di far deragliare la già fragile tregua in corso da poco più di un mese nella Striscia di Gaza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha infatti criticato “l’indicibile cinismo” di Hamas, promettendo di “regolare i conti” con il gruppo.
“La crudeltà dei mostri di Hamas non conosce limiti”, ha affermato Netanyahu in un comunicato video pubblicato anche sui suoi canali social ufficiali. “Non solo hanno rapito il padre, Yarden Bibas, la giovane madre, Shiri, e i loro due bambini piccoli. Ma in modo indicibilmente cinico, non hanno restituito (il corpo di, ndr) Shiri insieme (…) ai suoi piccoli angeli e hanno messo nella bara il corpo di una donna di Gaza”.
Israele, ha giurato il premier, “agirà con risolutezza per riportare a casa Shiri insieme a tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti, e garantire che Hamas paghi il prezzo di questa crudele e malvagia violazione dell’accordo (di cessate il fuoco, ndr)”. “Tutti e tre (gli altri ostaggi, ndr) sono stati invece brutalmente assassinati durante la prigionia nelle prime settimane di guerra”, ha aggiunto Netanyahu. “Che Dio vendichi il loro sangue, anche noi lo vendicheremo”.

Esprimendo la propria indignazione per l’accaduto, anche il presidente di Israele Isaac Herzog ha sottolineato la “terribile violazione” degli accordi da parte di Hamas. “I corpi di Ariel e Kfir, così puri e innocenti, sono stati identificati, mentre la loro amata madre, Shiri, rimane prigioniera”, si legge in una nota diramata dall’ufficio di Herzog, che negli ultimi due giorni è stato in visita a Roma, dove ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. “Questa è una violazione scioccante e orribile dell’accordo di cessate il fuoco, un altro atto crudele da parte dei terroristi di Hamas, che continuano a mostrare il loro totale disprezzo per l’umanità”.
Israele, ha aggiunto il presidente dello Stato ebraico, “attende con ansia la liberazione di altri sei ostaggi prevista questo fine settimana (domani sabato 22 febbraio, ndr)” e dovrà “fare tutto ciò che è in suo potere per riportare a casa ognuno dei nostri fratelli e sorelle rapiti. Tutti. Fino all’ultimo”.

Dichiarazioni che hanno trovato subito la sponda dell’amministrazione degli Stati Uniti guidata dal presidente Donald Trump, personalmente ancora silente sia sull’esposizione pubblica delle bare sia sul caso della sostituzione del corpo di Shiri Bibas.
Il primo a reagire è stato l’inviato Usa per gli ostaggi, Adam Boehler, che nella notte ha definito la sostituzione del corpo di Bibas “orribile” e una “chiara violazione” del cessate il fuoco. “Se fossi in loro, libererei tutti, altrimenti andranno incontro all’annientamento totale”, ha dichiarato Boehler in un’intervista concessa alla Cnn.
Israele, ha poi rivelato l’esponente dell’amministrazione Trump, ha informato in anticipo gli alti funzionari statunitensi che i resti non appartenevano a Shiri Bibas e che le prove forensi avevano stabilito che i figli Ariel e Kfir erano stati assassinati nel novembre 2023. “Non so cosa pensassero (i miliziani di Hamas, ndr) quando hanno messo il corpo di qualcun altro in quella bara e hanno annunciato che era la madre di due bambini brutalmente assassinati”, ha dichiarato Boehler. “Non so se pensassero che Israele non lo avrebbe scoperto o meno, ma è assolutamente sbalorditivo”.
Intanto nella notte, prima che si diffondesse la notizia della mancata restituzione del corpo di Shiri Bibas, il segretario di Stato americano Marco Rubio aveva lanciato un appello a “sradicare” Hamas. “Il 7 ottobre 2023, i terroristi di Gaza hanno rapito una madre, suo figlio, il figlio neonato e un uomo di 83 anni e li hanno assassinati”, aveva scritto Rubio sui social. “Più di 500 giorni dopo, Hamas li ha restituiti a Israele in delle bare. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime che hanno sofferto l’inimmaginabile: Hamas è malvagio, puro male e deve essere sradicato. TUTTI gli ostaggi devono tornare a casa ORA”. Minacce che però preoccupano in primis i familiari dei rapiti.

L’appello delle famiglie ad agire “con saggezza e responsabilità”
Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi infatti, dopo la scoperta della sostituzione del corpo di Shiri Bibas, definita “scioccante”, ha chiesto al governo di Tel Aviv di “affrontare con saggezza e responsabilità le violazioni dell’accordo” di tregua da parte di Hamas e di “non mollare”.
I familiari dei rapiti chiedono alle autorità di trovare un modo per riportare indietro Shiri Bibas il più rapidamente possibile, ma senza mettere a rischio la vita degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza. “La nostra richiesta al governo israeliano è di trovare il modo più giusto, saggio e rapido per riportare indietro Shiri e tutti gli altri ostaggi”, si legge nel comunicato diramato dal Forum in vista del rilascio, previsto domani, di sei rapiti ancora in vita. “I nostri cari sono lì e non conosciamo il loro destino”, prosegue la nota. “Non lasciamoli lì nelle mani di vili assassini”.