Energia e competitività. Draghi: “Ue meno dipendente dal gas e più veloce sulle rinnovabili”
Una seria politica di rilancio della competitività dell’Unione europea deve avere come “primo obiettivo” la riduzione delle bollette “per imprese e famiglie”. Gli alti costi dell’energia “ci pongono in svantaggio rispetto ai concorrenti stranieri, mettendo anche a rischio lo sviluppo di tecnologie ad elevata crescita, come i data center”. Lo ribadisce l’ex premier italiano ed […] The post Energia e competitività. Draghi: “Ue meno dipendente dal gas e più veloce sulle rinnovabili” first appeared on QualEnergia.it.

Una seria politica di rilancio della competitività dell’Unione europea deve avere come “primo obiettivo” la riduzione delle bollette “per imprese e famiglie”.
Gli alti costi dell’energia “ci pongono in svantaggio rispetto ai concorrenti stranieri, mettendo anche a rischio lo sviluppo di tecnologie ad elevata crescita, come i data center”.
Lo ribadisce l’ex premier italiano ed ex presidente della Bce Mario Draghi in un’audizione che si è tenuta questa mattina al Senato.
Parlando di energia Draghi si è particolarmente soffermato sull’aspetto economico, sottolineando l’urgenza di disaccoppiare il prezzo dell’energia prodotta “da rinnovabili e nucleare” da quella di origine fossile.
Nel 2022, ad esempio, il gas ha determinato il prezzo dell’elettricità per più del 60% del tempo, con picchi del 90% in Italia, pur rappresentando il 20% del mix elettrico europeo.
Le soluzioni di Draghi
Una possibile via indicata per uscire da questo paradosso è semplificare gli iter autorizzativi per gli impianti Fer: “Non possiamo attendere le riforme europee – spiega l’ex premier – mentre in Italia ci sono decine di GW rinnovabili in attesa di autorizzazione”.
Per slegare dal gas la remunerazione delle rinnovabili potrebbero anche essere adottate “formule contrattuali diverse, già adottate altrove in Europa, ad esempio in Svezia”.
Il riferimento è ai due principali tipi di contratti a lungo termine per le Fer, i PPA (Power Purchase Agreement) e i contratti per differenza a due vie. Soluzioni contenute anche nel suo report sulla competitività dell’Unione europea, secondo alcuni un “faro” per il secondo mandato da presidente della Commissione Ue di Ursula von der Leyen.
Sul gas poi Draghi ritiene che l’Ue debba far valere il proprio potere d’acquisto, essendo il più grande consumatore al mondo. “Dobbiamo coordinare meglio la domanda tra Paesi, riempiendo, ad esempio, gli stoccaggi con flessibilità in modo da evitare l’irrigidimento della domanda complessiva, cosa successa soprattutto nel 2022”.
Pichetto al Consiglio energia Ue
Quest’ultimo tema è stato portato anche dall’Italia sul tavolo del Consiglio dei ministri dell’Energia dell’Unione Europea in corso a Bruxelles.
Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha chiesto una rapida revisione del regolamento europeo sugli stoccaggi “per introdurre maggiore flessibilità nell’attuazione degli obblighi di riempimento ed evitare speculazioni che hanno generato alti valori dello spread tra i prezzi invernali ed estivi”.
In generale, dal punto di vista dell’Italia, le misure del Clean Industrial Deal e dell’Action Plan for Affordable Energy, pur essendo ritenute “positive” e capaci di portare “risultati soprattutto nel medio e nel lungo periodo”, non riescono ad abbassare i prezzi dell’energia nel breve periodo, spiega il Mase in una nota.
Pichetto ha anche auspicato “la riduzione dell’onere amministrativo per gli Stati membri in termini di obblighi di rendicontazione e risultati, sia per il settore elettrico che per il settore del gas”. Per il Mase “sarebbe opportuno lavorare su una revisione congiunta di entrambi i Regolamenti, anche allo scopo di prevenire la mancanza di coordinamento in caso di necessità”.
Sul decoupling, ricalcando quanto detto da Draghi, l’Italia “sostiene con forza” il disaccoppiamento dei prezzi dell’energia elettrica dal mercato del gas naturale “attraverso la diffusione dei contratti a lungo termine e i contratti per differenza”.
Le autorizzazioni preoccupano l’Ue
In questo senso, il commissario all’Energia, Dan Jorgensen, ha chiarito ai 27 ministri Ue che “quando parliamo di decoupling dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas non stiamo parlando del mercato all’ingrosso, perché in questo caso avremmo grandi fluttuazioni dei prezzi a livello retail”.
Piuttosto, ha spiegato, bisogna intervenire al dettaglio, favorendo il decoupling “con strumenti come il derisking dei Ppa tramite la Bei” e velocizzando le autorizzazioni. Oggi “servono in media 7-10 anni per ottenere un’autorizzazione, e questo è inaccettabile. Dobbiamo scendere a sei mesi, come regola generale, e per i progetti più complessi non più di due anni”.
Con 78 nuovi GW installati nel 2024 a livello europeo “ci stiamo muovendo nella direzione giusta”, sostiene Jorgensen. “Ma possiamo fare ancora di più. Se acceleriamo, possiamo risparmiare già quest’anno 45 miliardi di euro, e questa cifra può aumentare di anno in anno, arrivando a 130 miliardi l’anno nel 2030 e a 260 nel 2040, per un totale di 2.500 miliardi complessivi da qui al 2040 risparmiati evitando di acquistare prodotti fossili”.The post Energia e competitività. Draghi: “Ue meno dipendente dal gas e più veloce sulle rinnovabili” first appeared on QualEnergia.it.