Eleonora Giorgi e quel messaggio al nipote Gabriele: «Quando morirò ditegli che sono diventata un angelo»
Il legame dell'attrice con il piccolo nipote di tre anni. Il dolore della famiglia. La nuora Clizia Incorvaia: «Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora» L'articolo Eleonora Giorgi e quel messaggio al nipote Gabriele: «Quando morirò ditegli che sono diventata un angelo» proviene da Open.

«Gabriele è una medicina vivente per nostra madre: cascasse il mondo, lei alle 17 lo deve vedere». Con queste parole Andrea Rizzoli, primogenito di Giorgi e zio del piccolo, raccontava, in una recente intervista, gli ultimi mesi di vita della madre. L’attrice è morta oggi di tumore al pancreas. In una intervista su Vanity Fair Giorgi aveva riflettuto su cosa avrebbero detto a Gabriele alla sua morte: «Questo davvero non lo so. Quando gioco col mio nipotino lui nemmeno si accorge che sono malata. Quindi non glielo dico. Però ho chiesto che se morirò non voglio che gli dicano che me ne sono andata. Mi piacerebbe che gli dicessero che sono diventata un angelo».
Nella sua ultima intervista, rilasciata 12 giorni fa al Corriere della Sera, Giorgi spiegava. «Sto facendo la terapia del dolore morfina e cortisone. Ho un’ampolla al collo e l’ossigeno: mi tengono in vita non perché ci sia futuro, ma perché tutto succeda il più tardi possibile. Ogni giorno è un regalo». E ancora: «A San Valentino mia nuora Clizia è venuta con il mio adorato nipotino Gabriele, di tre anni. Gli hanno detto che la nonna è in albergo: abbiamo liberato in aria dei palloni rossi». La notte, per lei, era il momento più difficile. «Mentre dormo, adesso sogno. Prima non succedeva. E quando mi sveglio ripenso ai miei figli da piccoli, frutto dell’amore con due uomini che hanno scelto di diventare padri con me».
Il ricordo della nuora Clizia Incorvaia: «La morte non è niente»
Clizia Incorvaia, che ha sposato Paolo Ciavarro, dedica alla suocera Eleonora Giorgi “La morte non è niente” di Henry Scott Holland. «La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami!», recita l’inizio del lungo post su Instagram.
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