Ecco le vere minacce contro gli Usa secondo Gabbard, Cia, Fbi e Nsa

Che cosa emerge dall'Annual Threat Assessment 2025 pubblicato dall’Office of the Director of National Intelligence. L'intervento di Francesco D'Arrigo

Mar 26, 2025 - 16:57
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Ecco le vere minacce contro gli Usa secondo Gabbard, Cia, Fbi e Nsa

Che cosa emerge dall’Annual Threat Assessment 2025 pubblicato dall’Office of the Director of National Intelligence. L’approfondimento di Francesco D’Arrigo

La Comunità di Intelligence (IC) degli Stati Uniti ha pubblicato la prima ATA del secondo mandato presidenziale di Donald Trump. La Annual Threat Assessment (ATA – Valutazione annuale delle minacce), è un report che evidenzia e rende pubblici i rischi, le aree e gli attori che l’Office of the Director of National Intelligence (DNI) ritiene critici per la sicurezza nazionale per l’anno a venire. 

Nel frontespizio di ogni ATA si legge: “Questo rapporto annuale sulle minacce mondiali alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti riflette le analisi collettive della Comunità di Intelligence (IC), che si impegna a fornire un’intelligence approfondita, indipendente e senza pregiudizi, che i politici, i militari e le Forze dell’ordine nazionali necessitano per proteggere le vite americane e gli interessi dell’America in qualsiasi parte del mondo”. “Queste valutazioni si concentrano sulle minacce più dirette e gravi per gli Stati Uniti soprattutto nel corso del prossimo anno. Tutte queste minacce richiedono una solida risposta di intelligence, comprese quelle per cui un’attenzione a breve termine può aiutare a prevenire minacce più gravi in futuro”.

AUDIZIONE DEI DIRETTORI AL COMITATO RISTRETTO SULL’INTELLIGENCE DEL SENATO DEGLI STATI UNITI

I direttori delle Agenzie di Intelligence – Tulsi Gabbard della Office of Director of National Intelligence (DNI), John Ratcliffe della CIA, Kash Patel dell’FBI, il Generale Timothy D. Haugh della NSA e il Generale Jeffrey A. Kruse della DIA – sono intervenuti all’audizione del U.S. Senate Selected Committee on Intelligence (Comitato ristretto sull’intelligence del Senato degli Stati Uniti), per presentare i risultati principali del rapporto e rispondere alle domande su come gli Stati Uniti stanno affrontando le minacce alla sicurezza nazionale. 

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, TRAFFICI DI DROGA E DI ESSERI UMANI PRIMA MINACCIA ALLA SICUREZZA NAZIONALE

Ciò che contraddistingue questo report ATA dalle precedenti è l’individuazione dei criminali transnazionali e terroristi non statali come minaccia primaria per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. “Criminali transnazionali, terroristi e altri attori non statali minacciano e colpiscono la vita dei cittadini statunitensi, la sicurezza e la prosperità del Paese e la forza degli Stati Uniti in patria e all’estero”.

Questa è la minaccia che viene trattata per prima nel rapporto ATA 2025, ed è la dichiarazione di apertura della Direttrice del DNI Gabbard. “I gruppi criminali non statali sono la minaccia più immediata e diretta per gli Stati Uniti e per il benessere del popolo americano”. “Cartelli, bande e altre organizzazioni criminali transnazionali nella nostra parte del mondo sono impegnati in una vasta gamma di attività illecite, dal traffico di stupefacenti al riciclaggio di denaro, al contrabbando di immigrati clandestini e al traffico di esseri umani, che mettono in pericolo la salute, il benessere e la sicurezza degli americani di tutti i giorni”. 

A sostegno di tale tesi, il direttore dell’FBI Patel ha dichiarato che i leader dei cartelli delle principali organizzazioni terroristiche globali rappresentano una minaccia che il Bureau sta contrastando, anche attraverso il tracciamento di tutti gli individui con qualsiasi legame terroristico, sia che si tratti dell’ISIS o di altra organizzazione terroristica straniera – includendo tra le organizzazioni classificate come terroristiche i cartelli del Sud e di altri paesi. Alle domande ricevute durante l’audizione sul ruolo svolto dalla Cina nel traffico di droga – che è la fonte primaria per i precursori chimici illeciti del fentanil – il direttore della CIA Ratcliffe ha affermato che Pechino non fa abbastanza per arginare il flusso di queste sostanze. “Uno dei motivi per cui non lo fanno è che ci sono più di 600 aziende legate alla Repubblica Popolare Cinese che producono questi precursori chimici in un settore che genera 1,5 trilioni di dollari”. 

Da notare che la prima minaccia alla sicurezza nazionale del report ATA 2024, stranamente non più reperibile nella pagina dei report del DNI, era rappresentata dalla Cina, e poi a seguire da Russia, Iran e Corea del Nord. I Non-State Actor Issues e Transnational Organized Crime erano citati nella parte finale del report dell’amministrazione Biden. 

L’attenzione dell’ATA al traffico illecito di droga e al crimine transnazionale riflette la priorità data dall’amministrazione Trump a queste minacce nella sua politica di sicurezza nazionale. La classificazione di questa minaccia come la “più immediata e diretta per gli Stati Uniti e per il benessere del popolo americano” motiva uno dei primi Executive Order emanati dal presidente Trump, con il quale ha dichiarato l’Emergenza Nazionale per chiudere il confine meridionale, che gli ha permesso di schierare l’esercito ed iniziare le deportazioni degli immigrati entrati illegalmente negli Stati Uniti.  

LA CINA MINACCIA STRATEGICA PREMINENTE

Passando agli attori statali, l’audizione ha riguardato le complesse minacce provenienti dalla Cina, in linea con l’ATA dello scorso anno e con il consenso di lunga data sul fatto che Pechino rappresenta la principale sfida a lungo termine per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Secondo la direttrice Gabbard, “la Cina rappresenta il nostro concorrente strategico più capace”. Mentre vorrebbe sviluppare e mantenere legami positivi con gli Stati Uniti e l’amministrazione Trump per promuovere i suoi interessi ed evitare conflitti, la Cina sta incrementando la sua capacità militare in caso di conflitto militare con gli Stati Uniti, probabile nel caso di attacco a Taiwan. La testimonianza sulla Cina ha riguardato anche la minaccia informatica, dagli attacchi alle infrastrutture critiche alle campagne di cyberspionaggio. “Pechino continua ad investire enormi risorse per incrementare le sue capacità informatiche per sofisticate operazioni di spionaggio, volte a carpire informazioni sensibili del governo e del settore privato degli Stati Uniti e a programmare ulteriori opzioni di attacco asimmetrico che potrebbero essere impiegate in un conflitto. Un altro preoccupante aspetto della minaccia cinese riguarda lo sviluppo nucleare della Cina, sia come forza di deterrenza che in caso di guerra tra grandi potenze.

IRAN INDEBOLITO MA GRAVE MINACCIA NUCLEARE

Il rapporto rileva il continuo sviluppo del programma nucleare iraniano: “Nell’ultimo anno, abbiamo assistito all’erosione di un tabù decennale in Iran sul discutere di armi nucleari in pubblico, il che probabilmente ha rafforzato i sostenitori delle armi nucleari all’interno dell’apparato decisionale iraniano. Le scorte di uranio arricchito dell’Iran sono ai massimi livelli e non hanno precedenti per uno Stato senza armi nucleari”.

Sebbene Teheran abbia subito pesanti azioni di contrasto nell’ultimo anno, visti i danni subiti dai suoi proxy Hamas e Hezbollah nei loro conflitti contro Israele, l’Iran rappresenta ancora una seria minaccia; gli analisti affermano che l’Iran possiede ancora serie capacità militari – in particolare il suo programma missilistico – e che non si dovrebbero più sottovalutare i suoi proxy regionali, in particolare gli Houthi nello Yemen. “L’Iran continua a cercare di espandere la sua influenza in Medio Oriente, nonostante il degrado dei suoi proxy e delle sue difese durante il conflitto di Gaza”. “L’Iran probabilmente continuerà a cercare di contrastare Israele e a premere per il ritiro militare degli Stati Uniti dalla regione, aiutando, armando e contribuendo a ricostituire le organizzazioni proxy di terroristi e attori militanti che costituiscono l’asse della resistenza”. La valutazione della minaccia dell’anno scorso ha evidenziato l’aumento del rischio di terrorismo legato alla crisi umanitaria a Gaza e alla guerra di Israele contro Hamas. L’ATA di quest’anno ha accennato brevemente a come Al-Qaeda potrebbe sfruttare questi sentimenti per incoraggiare attacchi contro Israele e gli Stati Uniti, ma il rapporto nel suo complesso si è concentrato maggiormente sulle minacce provenienti direttamente dall’Iran.

IL REPORT SMENTISCE IL RIBALTAMENTO DELLE VALUTAZIONI DELLA CASA BIANCA SULLA RUSSIA

L’audizione dei direttori nominati dal presidente Trump, tutti scelti con un profilo idoneo a sostenere l’”inversione a U” degli Stati Uniti nei confronti della Russia, non è riuscita a mascherare le evidenti contraddizioni tra il report e la strategia della Casa Bianca. Nel tentativo di porre fine alla guerra in Ucraina e di costruire una nuova relazione commerciale con Mosca, l’amministrazione Trump ha stravolto la dottrina di politica estera di Washington, assicurando concessioni insostenibili per l’Ucraina e per l’Europa, rifiutandosi di condannare l’aggressione russa, mentre alcuni funzionari – in particolare l’inviato speciale Steve Witkoff – elogia il presidente russo Vladimir Putin come leader affidabile. La direttrice Gabbard ha solo citato in un brevissimo passaggio la minaccia russa, sottolineando le capacità nucleari della Russia (facendo da megafono alla guerra psicologica del Cremlino) e indicando la guerra contro l’Ucraina come un “catalizzatore” per la maggiore cooperazione di Mosca con Cina, Iran e Corea del Nord. 

Tuttavia, non avendo (ancora) potuto licenziare e sostituire tutti gli analisti della Comunità di Intelligence, la caratterizzazione della Russia contenuta nel rapporto ATA 2025 differisce nettamente da quella proposta dalla Casa Bianca. 

Il rapporto definisce la Russia una “minaccia potenziale e duratura al potere, alla presenza e agli interessi globali degli Stati Uniti” e afferma che “il Presidente Vladimir Putin sembra deciso e pronto a pagare un prezzo molto alto per prevalere in quello che considera un momento decisivo nella competizione strategica della Russia con gli Stati Uniti”. Il rapporto afferma inoltre che “la Russia continuerà a poter impiegare la diplomazia anti-statunitense, le tattiche energetiche coercitive, la disinformazione, lo spionaggio, le operazioni di influenza, l’intimidazione militare, i cyberattacchi e gli strumenti della zona grigia per cercare di competere al di sotto del livello di conflitto armato e di creare opportunità per far avanzare gli interessi russi”.

Durante l’udienza Il senatore John Cornyn (R-TX) ha letto alcuni di questi estratti alla direttrice Gabbard e le ha chiesto se fosse d’accordo con questa analisi. Lei ha risposto di sì. 

Intanto, il team di negoziatori russi continua a trascinare per le lunghe le trattative e a bombardare l’Ucraina, mentre quelli americani guidati dall’immobiliarista Witkoff lanciano segnali di entusiasmo assolutamente incoerenti. Nel comunicato sui risultati delle trattative svoltesi a Riyadh dal 23 al 25 marzo, la Casa Bianca ha annunciato che:

  • gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno concordato di garantire la sicurezza della navigazione, di eliminare l’uso della forza e di impedire l’uso di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero;
  • gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno concordato che gli Stati Uniti rimangono impegnati a contribuire allo scambio di prigionieri di guerra, al rilascio di detenuti civili e al ritorno dei bambini ucraini trasferiti con la forza;
  • gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno concordato di sviluppare misure per l’attuazione dell’accordo del Presidente Trump e del Presidente Zelensky di vietare gli attacchi contro le strutture energetiche di Russia e Ucraina;
  • gli Stati Uniti e l’Ucraina accolgono con favore i buoni uffici dei Paesi terzi al fine di sostenere l’attuazione degli accordi energetici e marittimi;
  • gli Stati Uniti e l’Ucraina continueranno a lavorare per il raggiungimento di una pace duratura e sostenibile.

Ancora una volta, però, il comunicato rilasciato da Mosca differisce da quello di Washington, dimostrando che il presidente americano Donald Trump non è riuscito a portare a casa la pace in 24 ore e nemmeno il risultato di un cessate il fuoco a cui puntava e ha dovuto accontentarsi di una nuova “mini tregua”. 

Prima di prendere in considerazione qualsiasi tregua o un cessate il fuoco completo di 30 giorni, la Russia pretende, tra molte altre concessioni, un allentamento delle sanzioni economiche (che fanno tanto male) ed il rientro nel sistema SWIFT. Una decisione su cui la Casa Bianca non si può formalmente impegnare, in quanto il Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT) non è nelle disponibilità degli Stati Uniti, ma dei “parassiti europei” (Cit. Signal-gate).  

SWIFT è una società cooperativa di diritto belga con sede legale a Bruxelles, costituita nel 1973 da 2 azionisti fondatori principali: Clearstream e Euroclear, che agisce come intermediario finanziario esecutore delle transazioni finanziarie, in moneta o di asset diversi, ad esempio titoli, digitali che si svolgono sulla rete SWIFT da lei gestita ed utilizzata dalla quasi totalità delle banche del mondo. È posseduta e controllata dai suoi azionisti, i soli che possono decidere se includere nuovamente la Federazione Russa nel sistema finanziario internazionale. 

I nodi del mancato coinvolgimento dell’Europa nelle trattative cominciano a venire al pettine.

Tuttavia, l’Annual Threat Assessment 2025 non riporta il fatto che l’attuale amministrazione Trump sta al fianco e condivide obiettivi e strategie di quella nazione, la Russia, che il rapporto definisce una “minaccia potenziale e duratura al potere, alla presenza e agli interessi globali degli Stati Uniti”. Strategie della Casa Bianca coincidenti con la visione del presidente Putin, che considerano l’Unione Europea un ostacolo alla realizzazione dei loro obiettivi imperialisti.

Forse, la minaccia preminente alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti viene dal proprio interno, e non da attori transnazionali.