Ecco la leadership anti-democratica di Trump | L’analisi di Massimo Recalcati
Il nostro tempo genera dei mostri che sfidano anche le categorie più consolidate della politica tradizionale. Uno tra i più inquietanti – afferma su Repubblica Massimo Recalcati – è quello incarnato da Donald Trump. La sua leadership anti-democratica non assomiglia a quelle, già tristemente conosciute, del despota che impone l’ordine attraverso il terrore o del […] L'articolo Ecco la leadership anti-democratica di Trump | L’analisi di Massimo Recalcati proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Il nostro tempo genera dei mostri che sfidano anche le categorie più consolidate della politica tradizionale. Uno tra i più inquietanti – afferma su Repubblica Massimo Recalcati – è quello incarnato da Donald Trump.
La sua leadership anti-democratica non assomiglia a quelle, già tristemente conosciute, del despota che impone l’ordine attraverso il terrore o del rivoluzionario spietato che elimina tutti i suoi avversari nel nome della causa.
Si tratta piuttosto di un ibrido inquietante che tiene insieme l’esercizio autoritario del controllo con l’allergia più radicale nei confronti delle regole istituzionali mescolando in un cocktail velenoso l’accentramento del potere con la retorica neoliberista della più assoluta deregulation. Un ibrido tra il tiranno e l’anarchico, tra il predicatore e il mercante.
Da un lato questa nuova leadership, incarnando il vecchio sovrano totalitario, pretenderebbe un’obbedienza assoluta, l’assenza di dissenso. Di qui l’attacco quotidiano ai media, l’erosione di ogni cultura istituzionale, il sogno protezionista, la politica cruenta dei dazi, la guerra commerciale, le mura e le deportazioni.
Dall’altro lato però essa si presenta come l’espressione di una ribellione populista che sfida il “sistema” rivelando la faccia impotente e melanconica della democrazia che ha trovato in Biden il suo ultimo patetico attore.
L’evaporazione della politica che si è consumata in questi ultimi decenni ha lasciato alle sue spalle un deserto culturale che viene così saturato dalla dimensione carismatica e iperattiva della nuova leadership la quale non si fonda su di un programma politico, ma sulla promessa nazionalista di restaurare la gloria perduta. È questo il punto di massima convergenza con Putin.
Ma Trump, diversamente dal dittatore russo, vuole incarnare questa promessa non come un uomo dell’apparato, ma presentandosi come il ribelle che sfida le élite, l’outsider che combatte il sistema, l’imprenditore spregiudicato che agisce senza inibizioni e con efficacia mentre la democrazia si arrovella nei suoi sterili pensieri.
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