Ecco i perché della svolta di Trump | L’analisi di Paolo Gnes
Scaricare sull’Europa i costi dell’Ucraina e cercare di dividere la Russia dalla Cina. La telefonata di Trump a Putin introduce una radicale modifica nell’atteggiamento verso la Russia degli USA, che accolgono sostanzialmente le richieste di fondo di Putin anche oltre l’Ucraina. Innanzitutto, proponendo un negoziato diretto a due escludendo gli altri, Trump riconosce alla Russia […] L'articolo Ecco i perché della svolta di Trump | L’analisi di Paolo Gnes proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Scaricare sull’Europa i costi dell’Ucraina e cercare di dividere la Russia dalla Cina.
La telefonata di Trump a Putin introduce una radicale modifica nell’atteggiamento verso la Russia degli USA, che accolgono sostanzialmente le richieste di fondo di Putin anche oltre l’Ucraina. Innanzitutto, proponendo un negoziato diretto a due escludendo gli altri, Trump riconosce alla Russia il ruolo di superpotenza con la quale gli USA discutono da pari a pari, lasciando Ucraina ed Europa fuori dalla porta, in attesa di sapere quanto i Due Grandi decideranno anche per loro.
Sul piano dei contenuti, la Russia dovrebbe conservare in gran parte i territori ucraini invasi e beneficiare di una sostanziale demilitarizzazione dell’Ucraina, di cui sarebbero esclusi l’ingresso nella Nato e la garanzia degli USA, i quali richiederebbero peraltro, in pagamento dell’assistenza militare finora prestata, la cessione di diritti sulle terre rare, ultimo asset rimasto di un Paese distrutto.
Il costo della ricostruzione dovrebbe essere sostenuto dall’Europa, che dovrebbe inoltre contribuire senza il supporto USA alla forza internazionale di interposizione per la difesa delle nuove frontiere.
È evidente quanto il nuovo corso sia negativo per l’Ucraina e per l’Europa. L’Ucraina, dopo essere stata indotta dalla promessa di tutto il necessario supporto militare ed economico ad una eroica resistenza che le è costata centinaia di migliaia di morti e feriti e la distruzione di buona parte del paese, viene ora costretta ad accettare condizioni di tregua umilianti e precarie che ricordano quelle imposte alla Cecoslovacchia dalla Conferenza di Monaco del 1938.
L’Europa, dopo aver accettato di ridimensionare drasticamente la dipendenza dalle importazioni energetiche russe e di allinearsi a sanzioni economico-finanziarie contrarie ai propri interessi, si trova ora scavalcata nel suo ruolo di naturale interlocutore del grande vicino da un’iniziativa strategica da cui è stata esplicitamente esclusa, con gravissimi danni, a partire dalla perdita di potere negoziale.
Perché Trump è arrivato a tanto? Sicuramente per disimpegnarsi da una costosa e difficile operazione scaricandone oneri e rischi sugli europei, di cui non nasconde lo scarso apprezzamento, ma probabilmente, e forse principalmente, per ingraziarsi Putin nell’ambito di una svolta strategica nelle relazioni con la Russia, che potrebbero puntare ora ad un suo avvicinamento per ridurne la dipendenza dalla Cina anziché al suo indebolimento quale irriducibile alleato dell’antagonista asiatico.
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