Dopo il rally del secolo, i mercati si interrogano se ripartenza vera o reazione emotiva

L’Europa corre, ma i future di Wall Street rallentano. Il dollaro perde terreno e lo yuan crolla ai minimi dal 2007. Gli investitori oscillano tra euforia e paura, mentre la Fed osserva e la tregua di Trump sui dazi non basta a dissipare i dubbi su un nuovo ordine commerciale globale. Cosa ci insegna il 9 aprile sul timing di mercato, due strategie a confronto.

Apr 10, 2025 - 13:58
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Dopo il rally del secolo, i mercati si interrogano se ripartenza vera o reazione emotiva

Mentre in Europa stiamo assistendo a una sessione di rimbalzo, con i principali indici in rialzo di oltre il 5%, i futures azionari statunitensi segnano un brusco calo e il dollaro perde terreno.

Tale dinamica riflette un rapido cambio di sentiment tra gli investitori, preoccupati per gli effetti strutturali della guerra commerciale sull’economia americana. I contratti sull’S&P 500 perdono il 2%, annullando parte del rally quasi record del giorno precedente, alimentato dalla decisione del presidente Donald Trump di sospendere temporaneamente gran parte degli aumenti tariffari.

Il clima di avversione al rischio ha spinto gli investitori verso i beni rifugio: l’oro è salito, mentre i rendimenti dei Treasury decennali sono scesi. Il petrolio ha subito una nuova flessione, con il Brent scivolato sotto i 65 dollari al barile.

Anche i rendimenti dei titoli tedeschi sono saliti dopo che i mercati hanno ridotto le scommesse su nuovi tagli dei tassi da parte della Bce, a seguito del rinvio delle misure protezionistiche americane. Tutto il comparto obbligazionario resta sotto osservazione in attesa dei dati sull’inflazione Usa e dell’asta dei Treasury trentennali.

Anche l'azionario in Asia è rimbalzato oggi, mentre lo yuan cinese è scivolato ai minimi dal 2007, alimentando le ipotesi di una possibile svalutazione strategica.

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Ricordiamo che il maxi rialzo tariffario al 10% rimane comunque il più ampio degli ultimi decenni, mentre Trump ha ulteriormente alzato i dazi verso la Cina fino al 125%, aumentando l’incertezza sulle contromisure di Pechino. I vertici politici cinesi si riuniranno oggi per discutere la risposta economica alla nuova ondata di pressioni statunitensi.

Altro che la settimana scorsa: questo mercoledì è stato il vero Giorno della Liberazione (almeno per Wall Street). Lo scrive Gabriel Debach, market analyst di eToro, secondo cui "un rimbalzo così non si vedeva da anni. Anzi, da decenni. Il 9 aprile 2025 l’S&P 500 ha registrato una delle escursioni intraday più violente dal 1982: +10,8% dal minimo al massimo. È stata la quarta più ampia nella storia recente, superata solo dalle giornate successive al Black Monday del 1987 e dalla crisi del 2008".

Molti titoli dell'S&P 500 hanno recuperato tutte le perdite post-Rose Garden in una manciata di ore. È il paradosso dei mercati: "i giorni migliori arrivano quando la fiducia vacilla di più. Il VIX si sgretola. La volatilità si è liquefatta. Il VIX è ieri crollato del 35%, da 51 a 33 punti (ancora alto). È il più ampio calo giornaliero nella storia dell’indice. Una reazione emotiva, più che razionale. La tregua è iniziata. Ma non è detto che duri.

La Fed osserva, senza cambiare passo. Come spiega Debach, "Le minute del Fomc hanno confermato un dilemma aperto: inflazione ancora resistente, crescita che rallenta, mercato del lavoro in raffreddamento. Il presidente della Fed di Richmond, Barkin, ha rimesso al centro la durata dei dazi come elemento chiave per la politica monetaria. La reazione del mercato è stata netta: le probabilità di un taglio dei tassi a maggio sono crollate dal 45% al 18%, con i Fed Funds ora attesi 20 punti base più alti a fine anno".

Trump ha concesso una tregua, non ha firmato la pace. Secondo Debach "La reazione dei mercati è stata storica, ma resta tattica. La Fed osserva, ma non si sbilancia. L’Europa risponde. La Cina incassa, ma rilancia. I grandi investitori leggono in tutto questo l’inizio di un nuovo ordine commerciale, non la fine delle tensioni. Il rally? Violento, tecnico, spettacolare. Ma tutt’altro che strutturale".

Momenti come questi sui mercati mettono a dura prova l'emotività degli investitori che molte volte prendono decisioni affrettate. Analizzando la reazione dei mercati di questi ultimi giorni, Debach di eToro ha messo a confronto le performance di una strategia Buy & Hold sull'S&P 500 con una "Fuga dalla Paura", ovvero una strategia che cerca di evitare sistematicamente i ribassi del mercato.

"Perdersi le sedute giuste, spesso, è più costoso del sopportare la volatilità" scrive Debach. "Il 9 aprile ne abbiamo avuto la prova: chi era fuori dal mercato ha perso in una sola seduta quanto avrebbe impiegato mesi a recuperare. E non è un’eccezione".

Il grafico qui sotto lo mostra bene: confronta due strategie di lungo periodo sull’S&P 500. Da una parte, il classico Buy & Hold. Dall’altra, un approccio di market timing basato sul sentiment degli investitori, che chiameremo “Fuga dalla Paura”.

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Come funziona? Debach spiega: "La strategia esce dal mercato ogni volta che il Bull-Bear Spread settimanale (ovvero la differenza tra percentuale di investitori rialzisti e ribassisti nel sondaggio AAII) scende sotto lo zero. In altre parole, ogni volta che la paura prevale sull’ottimismo, l’allocazione viene azzerata. Il rientro avviene solo la settimana successiva, se e quando lo spread torna positivo".

L’idea è semplice: evitare i drawdown nei momenti di massimo panico. Ma, secondo Debach, il problema è noto: "i mercati rimbalzano prima che l’umore cambi. E chi aspetta segnali di conforto, spesso resta fuori dai giorni migliori. Il risultato è netto. La Fuga dalla Paura offre un viaggio più tranquillo, ma a un costo salatissimo in termini di performance. Chi ha seguito questa logica, negli ultimi 38 anni circa, ha guadagnato meno della metà rispetto al semplice Buy & Hold. In teoria, scappare dalla paura riduce il rischio. In pratica, taglia le gambe al rendimento".

E ieri 9 aprile è stato solo l’ennesima conferma: "i mercati non premiano la prudenza. Premiano la presenza. Chi è fuori, resta indietro" conclude Debach.