Donne e STEM: ragazze più brillanti negli studi, ma ancora penalizzate sul lavoro

Le donne ottengono risultati eccellenti nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), superando spesso i colleghi maschi in termini di voti e regolarità negli studi. Tuttavia, una volta varcata la soglia del mondo del lavoro, le ragazze si trovano ancora a fare i conti con disparità salariali e minori opportunità di carriera. Un paradosso che solleva interrogativi profondi sul ruolo della donna nella società contemporanea. A segnalarlo è il Focus Gender Gap 2025, del Consorzio Universitario Almalaurea, che ha analizzato e confrontato le performance, formative e occupazionali, di donne e di uomini, sulla base dei Rapporti 2024, sul Profilo dei Laureati e sulla Condizione occupazionale, di 78 atenei. Indice Donne e Università Donne e Mercato del Lavoro STEM: eccellenza e disparità Maternità che penalizza Donne e Università I dati del Rapporto 2024 sul Profilo dei Laureati di AlmaLaurea parlano chiaro: le donne rappresentano il 60,0% dei laureati del 2023, e di queste, il 64,0% si laurea in corso, contro il 57,9% degli uomini. Il voto medio di laurea delle donne è di 104,8 su 110, superiore a quello degli uomini (102,9), su tutti i gruppi disciplinari fatta eccezione per il letterario-umanistico. Le studentesse sono spinte da forti motivazioni culturali (30,6% contro il 27,6% degli uomini) e svolgono un maggior numero di tirocini e stage (64,5% contro il 54,9% degli uomini). Inoltre, le laureate provengono più frequentemente da contesti familiari meno favoriti, sia culturalmente che economicamente. Questo dato è molto importante, perchè dimostra che lo studio è anche uno strumento di riscatto sociale per le donne. Donne e Mercato del Lavoro Nonostante i successi universitari, le donne si scontrano con persistenti disuguaglianze nel mondo del lavoro. A cinque anni dalla laurea, il tasso di occupazione femminile è dell’86,8% e del 90,2% quello maschile. Le donne hanno meno contratti a tempo indeterminato (49,9% contro il 56,1% degli uomini) e più contratti a tempo determinato (17,0% contro il 9,9% degli uomini). Il divario salariale, il cosiddetto "Gender Pay Gap", è un'altra criticità: a cinque anni dalla laurea, le donne guadagnano in media 1.711 euro netti al mese, contro i 1.927 euro degli uomini, con una differenza del 12,6%. Non ci sono differenze sostanziali sulla soddisfazione espressa per il proprio lavoro, sennonché le donne su alcuni aspetti sono meno soddisfatte, come le prospettive future di carriera e di guadagno. STEM: eccellenza e disparità Anche nelle discipline STEM, dove la presenza maschile è ancora preponderante (58,6%), le donne dimostrano performance superiori. Hanno un voto medio di laurea più alto (104,5 su 110 contro 102,6) e una maggiore regolarità negli studi (58,1% contro 52,7%). Tuttavia, anche in questo settore, il gender gap si fa sentire: il tasso di occupazione è del 90,1% per le donne e del 92,6% per gli uomini, e le donne guadagnano il 12,6% in meno rispetto ai colleghi maschi. Le laureate STEM dimostrano una maggiore coerenza tra studi e lavoro (78,3% contro 75,1% degli uomini) e una forte motivazione culturale.  Il 68,2% delle donne, rispetto al 61,3% degli uomini intendono proseguire la propria formazione; ricercando lavori stabili, con utilità sociale, indipendenza e autonomia.   Maternità che penalizza La maternità aggrava ulteriormente le disuguaglianze. Il divario occupazionale tra donne e uomini con figli è di 18,2 punti percentuali, e il divario salariale raggiunge il 21,0%.

Mar 7, 2025 - 15:42
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Donne e STEM: ragazze più brillanti negli studi, ma ancora penalizzate sul lavoro

donne stem brillanti penalizzate sul lavoro rispetto agli uomini

Le donne ottengono risultati eccellenti nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), superando spesso i colleghi maschi in termini di voti e regolarità negli studi. Tuttavia, una volta varcata la soglia del mondo del lavoro, le ragazze si trovano ancora a fare i conti con disparità salariali e minori opportunità di carriera. Un paradosso che solleva interrogativi profondi sul ruolo della donna nella società contemporanea.

A segnalarlo è il Focus Gender Gap 2025, del Consorzio Universitario Almalaurea, che ha analizzato e confrontato le performance, formative e occupazionali, di donne e di uomini, sulla base dei Rapporti 2024, sul Profilo dei Laureati e sulla Condizione occupazionale, di 78 atenei.

Indice

  1. Donne e Università
  2. Donne e Mercato del Lavoro
  3. STEM: eccellenza e disparità
  4. Maternità che penalizza

Donne e Università

I dati del Rapporto 2024 sul Profilo dei Laureati di AlmaLaurea parlano chiaro: le donne rappresentano il 60,0% dei laureati del 2023, e di queste, il 64,0% si laurea in corso, contro il 57,9% degli uomini. Il voto medio di laurea delle donne è di 104,8 su 110, superiore a quello degli uomini (102,9), su tutti i gruppi disciplinari fatta eccezione per il letterario-umanistico.

Le studentesse sono spinte da forti motivazioni culturali (30,6% contro il 27,6% degli uomini) e svolgono un maggior numero di tirocini e stage (64,5% contro il 54,9% degli uomini). Inoltre, le laureate provengono più frequentemente da contesti familiari meno favoriti, sia culturalmente che economicamente.

Questo dato è molto importante, perchè dimostra che lo studio è anche uno strumento di riscatto sociale per le donne.

Donne e Mercato del Lavoro

Nonostante i successi universitari, le donne si scontrano con persistenti disuguaglianze nel mondo del lavoro. A cinque anni dalla laurea, il tasso di occupazione femminile è dell’86,8% e del 90,2% quello maschile. Le donne hanno meno contratti a tempo indeterminato (49,9% contro il 56,1% degli uomini) e più contratti a tempo determinato (17,0% contro il 9,9% degli uomini).

Il divario salariale, il cosiddetto "Gender Pay Gap", è un'altra criticità: a cinque anni dalla laurea, le donne guadagnano in media 1.711 euro netti al mese, contro i 1.927 euro degli uomini, con una differenza del 12,6%.

Non ci sono differenze sostanziali sulla soddisfazione espressa per il proprio lavoro, sennonché le donne su alcuni aspetti sono meno soddisfatte, come le prospettive future di carriera e di guadagno.

STEM: eccellenza e disparità

Anche nelle discipline STEM, dove la presenza maschile è ancora preponderante (58,6%), le donne dimostrano performance superiori. Hanno un voto medio di laurea più alto (104,5 su 110 contro 102,6) e una maggiore regolarità negli studi (58,1% contro 52,7%).

Tuttavia, anche in questo settore, il gender gap si fa sentire: il tasso di occupazione è del 90,1% per le donne e del 92,6% per gli uomini, e le donne guadagnano il 12,6% in meno rispetto ai colleghi maschi.

Le laureate STEM dimostrano una maggiore coerenza tra studi e lavoro (78,3% contro 75,1% degli uomini) e una forte motivazione culturale.  Il 68,2% delle donne, rispetto al 61,3% degli uomini intendono proseguire la propria formazione; ricercando lavori stabili, con utilità sociale, indipendenza e autonomia.  

Maternità che penalizza

La maternità aggrava ulteriormente le disuguaglianze. Il divario occupazionale tra donne e uomini con figli è di 18,2 punti percentuali, e il divario salariale raggiunge il 21,0%.