Donne e investimenti, le manager guardano alla previdenza integrativa

Un sondaggio rivela che sette donne su dieci, tra quelle in posizioni apicali nelle aziende, investono per la propria pensione integrativa, contro il 57% degli uomini. Più prudenza anche sugli investimenti azionari e l'indebitamento. L'articolo Donne e investimenti, le manager guardano alla previdenza integrativa proviene da FundsPeople Italia.

Mag 13, 2025 - 13:48
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Donne e investimenti, le manager guardano alla previdenza integrativa

Le donne manager e le imprenditrici investono i propri risparmi con oculatezza: il 77% dichiara di aver effettuato almeno un investimento negli ultimi cinque anni, una percentuale leggermente inferiore ma sostanzialmente in linea con l’80% degli uomini in posizioni paragonabili. Il vero gap, in favore delle donne, risiede nell’attenzione alla previdenza complementare. Quasi sette donne su dieci, il 68%, dichiara infatti di detenere (o aver detenuto) un piano pensionistico o un fondo integrativo, contro il 57% degli uomini. C’è quindi uno scarto dell’11% che denota un’attenzione significativamente più alta per il proprio futuro e per il reddito che si percepirà al momento della pensione.

I dati emergono da un’indagine condotta da Banca Sella su un campione di 650 uomini e donne con ruoli apicali in azienda, imprenditori e liberi professionisti. Un sondaggio che non è quindi rappresentativo delle propensioni degli italiani, ma di una componente ben più ristretta della popolazione, e che ha una propensione agli investimenti decisamente più alta della media (l’ultimo rapporto Acri-Ipsos indica che il 46% delle famiglie risparmia, ma solo un terzo investe).

Donne più prudenti tra investimenti e debiti

Dall’indagine di Banca Sella, gli investimenti azionari, tradizionalmente più rischiosi, risultano uno strumento usato molto più frequentemente dagli investitori (76%) che non dalle investitrici (67%). L’adesione a polizze assicurative è praticamente alla pari tra donne (91%) e uomini (92%), mentre le prime sono più caute nell’indebitarsi, con il 52% di richiedenti di mutui o prestiti personali rispetto al 63% dei secondi.

Fonte: Sondaggio Banca Sella. Educazione finanziaria femminile.

Persiste un gap di genere nella modalità di approcciarsi agli investimenti. Gli uomini preferiscono più spesso procedere in autonomia (57% contro il 53% delle rispondenti) o affidarsi a un consulente professionista (19% contro il 12%). Tra le donne, invece, è più alta la propensione a chiedere al partner (21% contro il 18% degli uomini) o affidarsi al supporto di amici e famigliari (9% contro 6%). Questa dinamica cambia man mano che crescono il reddito e il livello di istruzione, sino a invertirsi: il 75% delle donne laureate con una retribuzione annua lorda superiore ai 50 mila euro si occupa autonomamente delle decisioni finanziarie, mentre la percentuale per gli uomini resta sostanzialmente ferma, e anzi scende al 54% a parità di profilo.

Insoddisfazione su competenze e risparmio

Permane una distanza tra i sessi nella conoscenza finanziaria (o nella sicurezza di sé, a seconda dei casi): una donna su quattro ritiene di avere un livello di conoscenza finanziario basso, mentre solo un uomo su cinque (il 21%) riconosce di avere scarse competenze. Cambiano anche i modi di informarsi, con gli esperti del settore affiancati da fonti online e media tradizionali; ma le investitrici si dicono più recettive a social, community e influencer.

Stando ai risultati del sondaggio, anche la propensione al risparmio è poco soddisfacente. Il 40% dei rispondenti, senza differenze di genere, dichiara di non riuscire ad accantonare nulla. Per quel 60% di risparmiatori, il 43% delle donne vorrebbe mettere da parte più soldi (contro il 38% degli uomini, che si accontenta), e solo il 17% si dice soddisfatto dei propri risparmi mensili (percentuale più bassa rispetto al 21% degli uomini).

Banca Sella per una "Borsa rosa"

La ricerca è stata condotta da Banca Sella nell’ambito del programma di empowerment femminile “Voglio una Borsa rosa”, un’iniziativa pensata per accompagnare le donne in un percorso di crescita finanziaria e imprenditoriale, articolata attraverso contenuti e strumenti pensati ad hoc: guide, video, podcast, eventi sul territorio. Il progetto è stato sviluppato anche attraverso il contributo delle donne impiegate in Banca Sella.

La ricerca, ha commentato Anna Grosso, co-direttrice generale di Banca Sella, dimostra ancora una volta “che l’educazione finanziaria rappresenta uno strumento fondamentale” per la crescita del ruolo delle donne nel tessuto economico del Paese. Investire nella formazione “costituisce una leva essenziale per supportarle nei loro bisogni quotidiani e mettere a disposizione strumenti e soluzioni adeguati a ridurre ulteriormente l’attuale divario di genere ancora esistente”, ha concluso Grosso.

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