Spence (J.P. Morgan AM): "ETF attivi, grande potenziale e la crescita è solo all’inizio"
Il Global Head of ETFs prevede che il mercato europeo crescerà di oltre il 35% annuo nei prossimi cinque anni. Ricerca e tecnologia i fattori chiave per mantenere la leadership in questo trend. L'articolo Spence (J.P. Morgan AM): "ETF attivi, grande potenziale e la crescita è solo all’inizio" proviene da FundsPeople Italia.

Il potenziale è alto e siamo solo all’inizio. Questo il messaggio chiave di Travis Spence, Global Head of ETFs di J.P. Morgan Asset Management, sul trend degli ETF attivi in Europa. Grazie all’interesse degli investitori e ai nuovi lanci da parte dei provider, gli ETF a gestione attiva rappresentano il catalizzatore della crescita del mercato europeo degli ETF e costituiscono una delle principali tendenze di prodotto del momento. Intervistato da FundsPeople, Spence sottolinea che non si tratta di una moda passeggera: questo mercato è appena agli inizi e le possibilità di sviluppo sono significative. Il confronto è con i numeri globali e statunitensi, dove questi strumenti si sono già ampiamente diffusi, mentre in Europa questa innovazione di prodotto ha conosciuto una forte espansione solo negli ultimi anni. “Negli ultimi cinque anni, il tasso di crescita degli ETF attivi è stato circa il doppio rispetto a quello dell’industria complessiva degli ETF, che continua a crescere a un ritmo sostenuto, tra il 15% e il 20% annuo. Gli ETF attivi, a livello globale, sono cresciuti di circa il 50% annuo negli ultimi cinque anni e pensiamo che continueranno a crescere del 35-36% annuo nei prossimi cinque anni. Questo porterebbe l’industria globale degli ETF attivi dai 1.200 miliardi di dollari di oggi a circa 6 mila miliardi di dollari”, afferma Spence. “In Europa, anche si parte da una base più bassa, la crescita sarà simile: il mercato passerebbe dai 60 miliardi attuali a circa 400 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni”, dichiara il manager.
I numeri di un mercato in crescita
Inoltre, Spence evidenzia un altro dato: anche se rappresentano ancora una piccola parte del patrimonio gestito, gli ETF attivi hanno catturato una percentuale significativa dei nuovi investimenti nel settore. “I flussi netti globali verso questi strumenti sono in forte crescita: nel 2024 hanno rappresentato quasi il 30% dei flussi di ETF, rispetto al 20% dell’anno precedente; in Europa siamo al 7%, partendo da una quota del 3 per cento”, dichiara Spence. “Inoltre, nel 2020 negli Stati Uniti per la prima volta le nuove emissioni di ETF attivi hanno superato quelle degli ETF passivi. E da allora è stato sempre così: l’anno scorso, l’80% dei nuovi ETF emessi negli USA era attivo, mentre in Europa quest’anno il 40% dei nuovi lanci riguarda ETF attivi”, sottolinea. “Una volta che hanno a disposizione più opzioni, gli investitori vogliono sfruttarle”, prosegue. “Gli investitori ricercano track record e dimensioni. Oggi, la maggior parte degli ETF attivi ha meno di tre anni di vita. Quindi man mano che maturano, l’adozione aumenterà. Questo è un ulteriore motivo per cui ci aspettiamo una crescita costante di questo tipo di strumenti”, afferma.
Anche perché, ai vantaggi tipici degli ETF, come trasparenza, accessibilità, costi contenuti e possibilità di negoziazione intraday, gli ETF attivi aggiungono ulteriori benefici: una gestione del rischio più efficace e opportunità di sovraperformance. “Gli ETF attivi offrono diversificazione su scala globale e una selezione dei titoli basata sui fondamentali, capace di distinguere le aziende solide da quelle più deboli, offrendo così la possibilità di ottenere un extra rendimento rispetto all’indice di riferimento”, dichiara l’esperto.
Ricerca e tecnologia sono il motore dell’innovazione
Secondo i dati di Morningstar, nel 2024 J.P. Morgan ha consolidato la sua posizione dominante in questo settore in Europa, con una quota di mercato di quasi il 55% e oltre 30 strategie attive in ETF UCITS. “Abbiamo traslato negli ETF le strategie, i processi di investimento e i team che hanno avuto successo nella gestione attiva tradizionale. I nostri portfolio manager e analisti gestiscono gli ETF insieme ai fondi comuni e ai mandati separati, offrendo agli investitori la possibilità di scegliere il formato di prodotto più adatto. Investiamo circa 1 miliardo di dollari l’anno in ricerca, tecnologia e gestione del rischio, e questo valore è incorporato nei nostri ETF”, afferma Spence.
La costante attenzione all’innovazione è stata un fattore determinante nel permettere al gestore di conquistare questa posizione di leadership. “Abbiamo introdotto strategie innovative fin dall’inizio, come ad esempio la gamma Equity Premium Income, progettata per offrire un reddito mensile costante. Si avvale del nostro processo di ricerca fondamentale per la selezione dei titoli, a cui si aggiunge un overlay di derivati per generare un reddito aggiuntivo”, spiega Spence.
“Vi sono poi gli ETF attivi della gamma Research Enhanced Index, che puntano a sovraperformare il benchmark facendo leva anch’essi sulla ricerca fondamentale interna”, continua. “Siamo innovatori anche nel reddito fisso: abbiamo lanciato il nostro primo ETF obbligazionario attivo nel 2017 e oggi gestiamo circa 52 miliardi di dollari in ETF obbligazionari attivi a livello globale, rendendoci il principale gestore mondiale di ETF obbligazionari attivi. Tra le soluzioni innovative figurano anche gli ETF attivi sull’obbligazionario a breve termine”, prosegue. “Anche se la maggior parte degli ETF obbligazionari oggi è passiva, la gestione attiva ha dimostrato di offrire valore aggiunto. Prevediamo un grande potenziale di crescita, man mano che sempre più investitori cercheranno soluzioni attive anche in questo ambito”, conclude.
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