Difesa: oltre metà dei Paesi Ue chiede l’attivazione della clausola di salvaguardia. Quali sono

Tredici membri dell’Unione – destinati a diventare 16 – hanno chiesto alla Commissione di attivare la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità per aumentare la spesa militare. La misura, parte del piano Readiness 2030 per il riarmo, permetterà investimenti fino all’1,5% del Pil per quattro anni senza violare le regole di bilancio

Mag 2, 2025 - 16:36
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Difesa: oltre metà dei Paesi Ue chiede l’attivazione della clausola di salvaguardia. Quali sono

Roma, 2 maggio 2025 – Sono dodici i Paesi membri dell’Unione europea che hanno chiesto alla Commissione Ue l’autorizzazione ad attivare la clausola di salvaguardia dal Patto di stabilità per sostenere spese aggiuntive per la difesa. A confermarlo è lo stesso esecutivo UE. Tuttavia, secondo il Consiglio Ue, nei prossimi giorni altri Paesi si aggiungeranno alla lista, portando il totale a 16 Paesi.

La Commissione aveva chiesto ai governi di inviare le loro richieste di attivazione della clausola di salvaguardia entro il 30 aprile, ma tale termine non era obbligatorio. L’esecutivo europeo valuterà ora queste richieste al fine di formulare raccomandazioni al Consiglio entro l’inizio di giugno, durante il semestre primaverile europeo. Il Consiglio avrà poi un mese di tempo per pronunciarsi sulla questione.

I Paesi che hanno presentato la richiesta entro il termine non vincolante del 30 aprile sono Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia, secondo una nota diramata dalla Commissione UE.

Come confermato in conferenza stampa dal portavoce della Commissione per l’Economia, la Produttività e il Budget, Balazs Ujvari, alla lista si è aggiunta negli ultimi giorni anche la Lituania

Mentre, secondo il Consiglio Ue i prossimi a fare richiesta dovrebbero essere Bulgaria, Croazia e Repubblica Ceca.

Un potenziale di 650 miliardi di euro

All’inizio di marzo la Commissione europea ha presentato il piano Rearm Europe – poi ridenominato Readiness 2030 – da 800 miliardi di euro, volto ad aumentare la spesa per la difesa per far fronte alla minaccia russa. Il piano prevede l’attivazione di clausole di salvaguardia nazionali, consentendo agli Stati che ne beneficiano di aumentare la spesa per la difesa fino all’1,5% del loro Pil ogni anno per quattro anni, senza violare le norme di bilancio dell’UE.

Nel caso in cui tutti i 27 Paesi Ue facessero richiesta per un aumento dell’1,5% delle spese per la difesa potrebbero essere sbloccati fino a 650 miliardi di euro. Secondo quanto appreso da Euractiv, la definizione del quantum non è ancora nota e dipenderà dai negoziati dei singoli Paesi UE con l’esecutivo europeo.

Nella nota diramata il 30 aprile, il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, ha sottolineato che la “Commissione continuerà a garantire che questa flessibilità sia coordinata e aiuti i paesi dell’Ue a procedere verso bilanci della difesa più elevati, mantenendo al contempo solide politiche fiscali”.