Delitto di Garlasco. La madre di Sempio tace. E ha un malore in caserma

Il figlio indagato nella nuova inchiesta, lei si avvale della facoltà di non rispondere. Ieri Stasi (condannato a 16 anni) ha trascorso il suo primo giorno di semilibertà.

Apr 29, 2025 - 05:40
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Delitto di Garlasco. La madre di Sempio tace. E ha un malore in caserma

GARLASCO (Pavia)
La mamma del ‘nuovo’ indagato, convocata dai carabinieri per essere riascoltata, si avvale della facoltà di non rispondere e viene colta da malore. Mentre il già condannato e detenuto trascorre il primo giorno di semilibertà fuori dal carcere, ma in ufficio, come da quando è ammesso al lavoro esterno.

Ieri è stata un’altra giornata di coincidenze per i destini incrociati dei protagonisti nella duplice vicenda giudiziaria sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco del 13 agosto 2007. Come già lo scorso 9 aprile, quando in contemporanea erano state fissate dal Gip a Pavia e al Tribunale di Sorveglianza di Milano le due udienze, per l’incidente probatorio sulle nuove analisi genetiche nella riaperta indagine a carico di Andrea Sempio e per la richiesta di semilibertà di Alberto Stasi, che ha già scontato buona parte dei 16 anni inflitti in via definitiva per l’omicidio della fidanzata. Gli sviluppi si sono poi susseguiti con tempi diversi: venerdì 11 aprile il verdetto positivo per la semilibertà del condannato, martedì 15 aprile la notifica del Gip sull’accoglimento della ricusazione, chiesta dalla Procura, del perito Emiliano Giardina, con la nomina dei nuovi esperti tecnici e l’udienza fissata al prossimo 16 maggio.

Nel frattempo, però, proseguono le indagini, delegate dalla Procura di Pavia ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, anche riascoltando persone informate sui fatti. Convocata ieri mattina alle 10 nella caserma di via Moscova a Milano, Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio, è arrivata ‘scortata’ dall’avvocata Angela Taccia, amica di famiglia oltre che legale dell’indagato, insieme al collega Massimo Lovati. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere, come le era stato suggerito dagli stessi avvocati del figlio e come le è consentito in quanto stretta congiunta dell’indagato. I carabinieri non le hanno neppure posto le domande sugli spostamenti del figlio il giorno dell’omicidio, sullo scontrino del parcheggio e forse su altro.

"Ha problemi di salute, è molto provata", dice Taccia, che anche all’uscita ha fatto da ‘scudo’ all’assalto di telecamere e microfoni. "Non mi è piaciuta questa convocazione in caserma – aggiunge l’avvocato Lovati – come non mi era piaciuto l’aver fatto tornare a Milano Andrea per prendere di nuovo le impronte", lo scorso 16 aprile, per un ‘problema tecnico’ al primo rilievo. "È una tattica che non mi piace", conclude Lovati.

E da ‘scudo’ al loro assistito, pur se a distanza, fanno anche i legali di Alberto Stasi, gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis. Si limitano a confermare che ieri è stato il suo primo giorno di semilibertà, senza voler far sapere nel dettaglio le prescrizioni sugli orari e su quanto definito nel ‘programma trattamentale’, che in parte ricalca le condizioni generali che valgono per tutti i beneficiari della semilibertà, ma stabilisce nello specifico i tempi di permanenza fuori dal carcere, non solo per lavorare, ma anche per attività "private", senza dover richiedere alcuna specifica autorizzazione, pur stando nei limiti di determinati ‘paletti’.