Dal tonno al pesce spada, dal salmone allo sgombro: ecco i pesci che contengono più (o meno) mercurio

Il pesce è considerato un alimento sano, fonte di proteine di alta qualità, acidi grassi omega-3 e vitamine. C’è però un aspetto di cui abbiamo parlato spesso e che non può essere trascurato: il pesce è anche la principale fonte di mercurio nella nostra dieta.  Quindi, a volte, i rischi del suo consumo possono superare...

Apr 29, 2025 - 13:44
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Dal tonno al pesce spada, dal salmone allo sgombro: ecco i pesci che contengono più (o meno) mercurio

Il pesce è considerato un alimento sano, fonte di proteine di alta qualità, acidi grassi omega-3 e vitamine. C’è però un aspetto di cui abbiamo parlato spesso e che non può essere trascurato: il pesce è anche la principale fonte di mercurio nella nostra dieta.  Quindi, a volte, i rischi del suo consumo possono superare i benefici, specialmente per categorie vulnerabili come donne in gravidanza, bambini piccoli e neonati, più sensibili agli effetti neurotossici del mercurio.

È ciò che emerge da un documento inedito del Consiglio Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA), che Il Fatto Alimentare ha avuto modo di visionare. La relazione tecnica del CNSA evidenzia che, sebbene il consumo di pesce abbia numerosi benefici nutrizionali, è fondamentale fare attenzione alle specie più contaminate da mercurio, così da evitare rischi per la salute.

Pesci con alto contenuto di mercurio (da consumare con moderazione)

I pesci predatori, in particolare quelli di grandi dimensioni, sono le specie che accumulano maggiormente il metilmercurio. Secondo le linee guida del CNSA e dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), è fondamentale limitare il consumo di queste tipologie di pesce per ridurre i rischi legati all’esposizione al mercurio.

Si tratta in particolare di:

  • Tonno (fresco e in scatola): il tonno, soprattutto quello di grandi dimensioni, accumula alti livelli di mercurio. È consigliato consumarlo con moderazione, preferibilmente una sola porzione a settimana, per ridurre il rischio di superare la dose settimanale tollerabile di metilmercurio
  • Pesce spada: anche il pesce spada, come il tonno, è un predatore marino che tende ad accumulare mercurio. Il CNSA consiglia di limitare il consumo di questa specie a una porzione settimanale
  • Verdesca: questa specie, anch’essa predatrice, accumula mercurio e dovrebbe essere mangiata con cautela
  • Luccio: pesce d’acqua dolce che può contenere metilmercurio, specialmente nei soggetti più grandi. È raccomandato limitare il suo consumo
  • Palombo: noto per i suoi elevati livelli di mercurio
  • Smeriglio: questo pesce predatore presenta concentrazioni significative di metilmercurio e andrebbe consumato con moderazione

Pesci con basso contenuto di mercurio

Per ridurre i rischi legati al mercurio, il CNSA suggerisce di preferire pesci che presentano un contenuto di metilmercurio molto più basso. Si tratta di:

  • Aringa: questo pesce è ricco di omega-3 e presenta livelli molto bassi di mercurio, ed è quindi sicuro da consumare regolarmente
  • Sgombro: conosciuto per le sue qualità nutritive, lo sgombro è un pesce che contiene basse quantità di mercurio, ed è quindi una scelta sicura
  • Salmone: ricco di omega-3, il salmone ha un contenuto di mercurio molto basso
  • Trota: simile al salmone, la trota è una buona fonte di omega-3 con livelli bassi di mercurio
  • Sardine: le sardine sono piccole, nutrienti e presentano concentrazioni molto basse di mercurio

Perché è importante scegliere con attenzione

L’introduzione eccessiva di metilmercurio nel nostro corpo può avere gravi conseguenze sulla salute, in particolare sullo sviluppo del sistema nervoso nei bambini e nei feti. Le raccomandazioni delle autorità sanitarie, sottolineano l’importanza di fare scelte informate quando si consuma pesce.

Secondo i dati del Total Diet Study italiano e le indagini dell’EFSA, oltre il 50% dei bambini e il 22% degli adulti in Italia superano la dose settimanale tollerabile di metilmercurio, semplicemente seguendo una dieta che include pesce comune. Le autorità sanitarie suggeriscono pertanto di diversificare le specie consumate, evitando di concentrarsi solo su pochi tipi di pesce, e di fare attenzione alla provenienza del pesce che si acquista.

Ricapitolando, per ridurre i rischi e ottenere i benefici nutrizionali del pesce senza compromettere la salute, il CNSA suggerisce di:

  • Limitare il consumo di pesci predatori come tonno e pesce spada, limitando le porzioni a una volta a settimana (due per il tonno in scatola)
  • Preferire pesci di piccola taglia e specie ricche di omega-3, come aringa, sgombro, salmone e sardine
  • Diversificare le specie consumate, evitando una dieta monotona

Se poi proprio si deve comprare pesce da allevamento, meglio scegliere quello dove sono stati utilizzati mangimi vegetali, perché conterrà meno metilmercurio.

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