Da D’Annunzio ad Armani: 160 anni di Rinascente tra stoffa e mito
160 anni di Rinascente, storia di audacia imprenditoriale, collaborazioni iconiche e innovazioni che hanno plasmato il commercio, la cultura e la società italiane dal 1865 a oggi.

Più che una storia aziendale, quella della Rinascente è un viaggio lungo 160 anni, quasi quanto la storia d’Italia, tra commercio, cultura e società. Un percorso segnato da innovazioni audaci, collaborazioni illustri e una continua capacità di anticipare e interpretare il gusto italiano e internazionale. Da semplice bottega a icona del commercio italiano, ecco come un grande magazzino è diventato una lente privilegiata per osservare le trasformazioni economiche e culturali del nostro Paese.
I fratelli Bocconi e il debutto nel commercio tessile
Era il 4 giugno 1865 quando scattò la scintilla imprenditoriale che incendiò il cuore di Milano. Luigi e Ferdinando Bocconi erano due fratelli che con stoffe, visione e sfacciataggine, trasformano una bottega artigianale in un motore industriale da oltre cento dipendenti, tutti impegnati a sfornare abiti maschili già pronti da indossare. Luigi era principalmente coinvolto nell’aspetto commerciale, mentre Ferdinando, oltre all’impegno imprenditoriale, è ricordato anche per aver fondato l’Università Bocconi di Milano, intitolata al figlio Luigi, caduto durante la Guerra d’Abissinia. Ma questa è un’altra storia.
Il 1865 è l’alba di quello che diventerà “la Rinascente”, colosso del commercio italiano, che rapidamente conquista piazze strategiche come Roma, Genova, Palermo, Torino e Trieste, imponendosi come un simbolo d’innovazione e stile.
Altro che timida intuizione commerciale: all’ex Hotel Confortable di Milano si materializza una scommessa audace che strizza l’occhio alle insegne più cool di Londra e Parigi. Prima “Aux Villes d’Italie”, poi “Alle città d’Italia”, questo magazzino diventa il tempio sacro di stoffe, moda e arredamento. Il trionfo è immediato, tanto da costringere i fratelli Bocconi ad aprire filiali in tutta Italia e mettere al lavoro migliaia di mani tra fabbriche e vendite.
Gabriele D’Annunzio e la nascita di La Rinascente
Nel 1917 il senatore Borletti non si limita a comprare i magazzini Bocconi: rilancia la posta in gioco chiedendo al poeta per eccellenza, la star di quegli anni, Gabriele D’Annunzio, di inventare un nuovo brand. Il Vate non deluderà e tira fuori dal cilindro “la Rinascente”, nome che incarna un cambio radicale di stile e business. Dopo un devastante incendio nel 1918, il megastore di piazza Duomo rinasce letteralmente dalle ceneri nel marzo del 1921, diventando un simbolo di modernità milanese con tanto di banca, ufficio postale, parrucchiere e una raffinata sala da tè animata persino da un’orchestra. Ed è proprio da una disgrazia del genere (che tuttavia sembra che non generò morti), che la Rinascente si consolida e viene ricostruita. Mai nome fu più azzeccato.

Dudovich e Ponti, arte e design per Rinascente
Marcello Dudovich è stato un pilastro nell’evoluzione dell’immagine de La Rinascente. A partire dal 1921 e fino al 1956, l’artista triestino ha realizzato oltre 100 manifesti pubblicitari per il celebre grande magazzino milanese. Le sue creazioni, caratterizzate da uno stile elegante e innovativo, hanno contribuito a definire l’identità visiva dell’azienda, rendendola riconoscibile e attraente per il pubblico. Dudovich ha saputo interpretare e anticipare le tendenze del tempo, creando campagne che esaltavano la raffinatezza e la modernità dei prodotti offerti da La Rinascente. La sua collaborazione pluridecennale ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della comunicazione pubblicitaria italiana.

Marcello Dudovich non si limitò a creare campagne pubblicitarie per la Rinascente: con la sua penna irriverente e visionaria ha riscritto le regole del manifesto italiano fino al 1956. Contemporaneamente Gio Ponti e Emilio Lancia sfidarono il gusto borghese con la collezione “Domus Nova”, arredi dalle linee essenziali e dal design provocatorio, che conquistarono l’élite culturale durante la Biennale di Monza.
Gli anni Trenta videro la Rinascente scatenare una vera rivoluzione commerciale: la prima scala mobile italiana debuttò proprio nel negozio di piazza Colonna a Roma, segnando un salto audace nell’esperienza dello shopping. Nello stesso periodo, l’azienda giocò pesante promuovendo materiali come il raion e la lana artificiale, trasformandosi nel punto di riferimento indiscusso per l’industria e l’innovazione del Made in Italy.
La rinascita post-bellica e l

a modernizzazione
La Seconda Guerra Mondiale non risparmiò neppure la Rinascente, colpendo duramente varie sedi tra cui quella storica di Milano. Ma nel dicembre del 1950 la Rinascente torna alla ribalta con un look audace, contaminata dallo stile americano. Ferdinando Reggiori e Carlo Pagani, veri protagonisti del periodo, firmano un restyling architettonico d’avanguardia, mentre Max Huber ridisegna il logo, dando un twist contemporaneo all’immagine del brand. L’assortimento si fa internazionale con prodotti made in Usa e il megastore diventa il palcoscenico di eventi culturali e mostre dedicate a diversi Paesi, un vero spettacolo di innovazione e glamour post-bellico.
Il Compasso d’Oro e la democratizzazione della moda
Nel 1954 la Rinascente decide di dare una scossa al design italiano istituendo il premio “Compasso d’Oro”, un’invenzione firmata Gio Ponti e Alberto Rosselli che da allora premia le eccellenze più innovative del settore. Gli anni Sessanta diventano il decennio in cui la Rinascente fa piazza pulita dell’élitismo modaiolo: entra in scena Pierre Cardin che porta la moda giù dall’Olimpo e la mette alla portata di tutti, con un tocco chic e democratico. Sono gli anni d’oro della Milano industriale, gli anni della Notte di Antonioni, del sogno italiano.

Nello stesso fermento creativo, un giovanissimo Giorgio Armani affina il suo talento osservando le vetrine, senza sapere che presto sarebbe diventato il Re indiscusso dello stile italiano.
Nuove acquisizioni e strategie di mercato
Gli anni Settanta e Ottanta vedono la Rinascente sfidare le leggi del retail con mosse aggressive e fusioni sorprendenti. L’unione con Upim e l’ingresso prepotente nel mercato dei supermercati con l’insegna Sma segnano solo l’inizio. La vera chicca arriva con gli ipermercati “Città Mercato” e i Bricocenter dedicati al popolo del fai-da-te, lanciando il gruppo in una corsa senza freni verso l’espansione e la conquista commerciale.
L’ascesa globale di Rinascente
Dal 2005 Rinascente prende il volo, prima con investitori privati e poi, dal 2011, con i thailandesi di Central Retail Corporation che le danno una spinta globale. Il 2017 porta la chicca romana di via del Tritone, store-show con tanto di reperti archeologici dell’Acquedotto Vergine. Nel frattempo, a Zurigo nel 2016 arriva il premio come miglior grande magazzino del mondo, consacrando il brand tra i big internazionali.

Il 2023 chiude in bellezza superando il miliardo di euro, con un +16% sul 2022 e un sorpasso netto rispetto al record del 2019. Tutti e nove gli store tirano come missili, trainati da un cocktail esplosivo di brand mix azzeccati, restyling totali (Torino, Firenze, Roma piazza Fiume e Milano Duomo), eventi spettacolari e collaborazioni premium con brand di lusso. L’online non resta certo indietro: l’eCommerce e il servizio “Chat&Shop” via WhatsApp fanno lievitare ulteriormente il successo del marchio, trasformando ogni interazione in puro spettacolo commerciale.
Attualmente, La Rinascente gestisce nove prestigiosi department store in Italia, distribuiti nelle seguenti città:
- Milano (Piazza del Duomo)
- Roma (Via del Tritone e Piazza Fiume)
- Torino (Via Lagrange)
- Firenze (Piazza della Repubblica)
- Palermo (Via Ruggero Settimo)
- Catania (Via Etnea)
- Cagliari (Via Roma)
- Monza (Via Italia)