Da Conclave a The Young Pope: mai così tanto Papa al cinema e nelle serie-tv
Così le dinamiche (e gli intrecci) del Vaticano sono tornate a fare audience

Roma, 22 aprile 2025 – Sarà per la costante presenza sui media di Francesco, le sue interviste tivù, perfino il video inviato a Sanremo, fatto sta che mai come in questi anni e durante questo pontificato si è visto tanto Papa al cinema e in televisione.
A Francesco sono stati dedicati nel 2015 un film biografico, ‘Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente’ di Daniele Luchetti, con l’argentino Rodrigo de la Serna che fa il Bergoglio giovane e il carneade cileno Sergio Hernández quello adulto, e tre anni dopo un documentario (noiosissimo) di Wim Wenders presentato in pompa magna a Cannes, ‘Papa Francesco – Un uomo di parola’. Niente di nuovo in Vaticano: analoghe celebrazioni cinematografiche erano toccate a Pio XII (‘Pastor Angelicus’, in piena guerra: 1942), a Giovanni XXIII (‘E venne un uomo’ di Ermanno Olmi, 1965) e naturalmente a Giovanni Paolo II (‘Da un paese lontano’ di Krzysztof Zanussi, girato nel 1981, subito dopo l’elezione a Papa, ma che racconta la vita di Wojtyla prima di diventarlo, e ‘Non abbiate paura – La vita di Giovanni Paolo II’, del 2005).
Però negli ultimi anni in Vaticano si sono vissuti episodi talmente improbabili, come l’abdicazione di Benedetto XVI l’11 febbraio 2013, da sembrare una fiction. Che infatti li aveva in qualche modo divinati. Come in ‘Habemus Papam’ di Nanni Moretti, del 2011, dove il neoeletto Michel Piccoli ha un attacco di panico, non si presenta al balcone di San Pietro, cerca di curarsi con un cocktail di psicanalisi, basket e Cechov, poi finalmente si affaccia ma soltanto per dimettersi. Quando Ratzinger lo fece davvero, tutti i giornali ricordarono il film di Moretti, non più solo grande regista ma anche profeta. Testimonianza personale: a me venne chiesto dal mio giornale di allora di chiedere come si sentiva ad aver ‘ispirato’ il Papa proprio a Piccoli, che naturalmente mi sbatté seccatissimo il telefono in faccia.
La nostra generazione è la prima dai tempi degli antipapi ad avere visto due pontefici vivi insieme: lo racconta anche ‘I due Papi’ di Fernando Meirelles, 2019, con Anthony Hopkins-Francesco e Jonathan Pryce-Benedetto. Poi, naturalmente, c’è la fiction più fiction. E qui spiccano le due serie televisive di quel genio di Paolo Sorrentino.
Iniziò nel 2016 con ‘The young Pope’, con un Jude Law-Pio XIII molto bello, molto chic e molto reazionario, mentre come segretario di Stato fa e disfa un Silvio Orlando ribattezzato Angelo Voiello perché i Papi saranno ormai stranieri, ma nell’immaginario collettivo i cardinali maneggioni restano comunque e sempre italiani. Risultato: l’unica candidatura, finora, di una serie made in Italy all’Emmy e al Golden Globe, purtroppo non vinti né l’uno né l’altro. Passano quattro anni e in ‘The new Pope’ Pio-Law è in coma, Orlando-Voiello invece sempre vigile e intrigante, viene eletto un Francesco II che però muore subito come Giovanni Paolo I con relativi sospetti, e gli succede un Papa inglese, cioè John Malkovich che sceglie di chiamarsi Giovanni Paolo III. Finché il Papa emerito non si sveglia dal coma: Malkovich si dimette, Law torna Papa ma poi defunge e così finalmente ascende al soglio Orlando-Voiello, amen.
Poi c’è da segnalare l’ultimo filmone americano sull’elezione del Pontefice, ovviamente fra ogni intrigo possibile e immaginabile. Si tratta di ‘Conclave’ di Edward Berger, fresco fresco perché uscito a fine agosto dell’anno scorso e in corsa agli Oscar del 2025 con otto candidature, compresa quella per il miglior film. C’è il cardinale Ralph Fiennes che fa il grande elettore di Innocenzo XIV e nel sacro collegio siedono anche Stanley Tucci, John Lithgow e Sergio Castellitto, mentre Isabella Rossellini è suor Agnes.
Nel frattempo, nulla ci viene risparmiato: figli segreti, relazioni fra monache e cardinali, casi di simonia e un attacco kamikaze che distrugge parzialmente la Cappella Sistina. Ed è ancora niente: nel finale (attenzione: spoiler!) si scopre che Innocenzo XIV è intersessuale, cioè provvisto anche di utero e ovaie, sicché il Papa è anche una papessa.
E qui si torna alla vecchia leggenda di Giovanna, che avrebbe regnato come Giovanni VIII dall’855 all’857, nel Medioevo più profondo, e che venne scoperta soltanto quando inopinatamente partorì in pubblico. La ricerca storica ha dimostrato che si tratta di una leggenda, poi rilanciata dai polemisti protestanti. Ma anche a Giovanna/i è stato dedicato nel 2009 un film da Sönke Wortmann, protagonista Johanna Wokalek. Titolo (naturalmente): ‘La papessa’.