Cyberbullismo, sos bambini: vittime e carnefici già alle scuole elementari

Lo psicologo (Aics): i genitori sottovalutano. Casi in aumento tra i più piccoli. Il prof Mazzoni: l’intelligenza artificiale complica il quadro. Il Centro nazionale bulli no-stop: in tribunale madri e padri difendono i figli a spada tratta

Mag 4, 2025 - 05:18
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Cyberbullismo, sos bambini: vittime e carnefici già alle scuole elementari

Roma, 4 maggio 2025 – Cyberbullismo, sextortion: a quali segnali di pericolo devono prestare attenzione i genitori? È possibile costruire un ambiente sicuro per navigatori sempre più piccoli? Perché, ci ha appena ricordato Save the children, un bambino su 3, tra i 6 e i 10 anni, usa lo smartphone tutti i giorni. E la stessa cosa ripetono i presidi più attenti. Mentre l’ultimo report Espad Italia (Cnr-Ifc) ci svela la crescita preoccupante della vittima che è anche ’carnefice’.

Sextortion ai danni di minori, i numeri della polizia postale

Navigatori sempre più bambini 

“La soglia del problema si è abbassata moltissimo, soprattutto negli ultimi due anni – premette Andrea Bilotto, psicologo e presidente Aics, l’Associazione italiana di prevenzione al cyberbullismo e al sexting -. Mi occupo molto di scuole elementari, e non mi era mai capitato. Sto lavorando a un progetto su bambini di sei anni perché a quell’età già usano TikTok. E si collegano a sconosciuti sui videogiochi. Magari pensano di avere a che fare con loro coetanei, invece gli interlocutori sono adulti. Non si rendono conto di essere a rischio e nemmeno i genitori se ne accorgono. Lì dentro ci può essere chiunque. Un giorno quella persona comincia a chiedere: mi dici come ti chiami e dove abiti, così possiamo ritrovarci a giocare insieme? E loro ci cascano”.

I segnali da cogliere per i genitori 

Ma allora, che cosa può o deve fare un genitore? Perché un bambino non può vivere sotto una campana di vetro ma allo stesso tempo va difeso. “O affianca il figlio mentre gioca, ad esempio per capire con chi è e che linguaggio viene utilizzato, se ha dato amicizia a qualcuno che non conosce. Oppure può chiedere di farlo a una persona fidata. Questo è un passaggio fondamentale. Invece capita che i bambini siano proprio abbandonati a se stessi. E tanti genitori per primi riempiono i social con le foto e i video dei figli”.

I numeri della polizia postale

Dall’ultimo report della polizia postale (2024), arriva un segnale chiarissimo: i casi di cyberbullismo sono aumentati (+12%) ma soprattutto sono le fasce d’età fino a 9 anni e da 10 a 13 a registrare gli incrementi più significativi. Mentre i 14-17enni si confermano i più colpiti dal fenomeno, quasi sette episodi su dieci riguardano proprio loro. Ed è sempre in questa fascia d’età il numero maggiore di vittime per il revenge porn. La spiegazione è duplice: intanto le denunce fotografano solo una parte della realtà. Conferma Bilotto: “Quando indico ai genitori la strada della Postale, mi rispondono che non vogliono affrontare quel passaggio”. Non solo: i ragazzi più grandi sono sicuramente il bersaglio perfetto dei ricattatori sessuali, perché possono trovare più facilmente i soldi per pagare.

Il fattore intelligenza artificiale

Elvis Mazzoni, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Alma Mater di Bologna, apre un altro file, il fattore intelligenza artificiale. “Complica moltissimo il quadro, per vari motivi - è l’analisi -. Intanto permette di costruire video e foto false sulle persone. E spesso i giovanissimi cercano paradossalmente nell’Ia risposte ai loro problemi, anche nei rapporti con i coetanei, come se fosse una terapeuta, un’amica virtuale che spiega come vivere. Cosa che purtroppo sta diventando una moda sempre più attuale anche per gli adulti”.

L’innesco del cyberbullismo 

La miccia che innesca il cyberbullismo spesso è rappresentata dalle foto intime, chiarisce Bilotto, “immagini scambiate tra amici o fidanzatini. Da lì partono la presa in giro, il body shaming, gli insulti. Per dire: adesso nei canali e nei gruppi su Wa i ragazzi si mettono insieme e cominciano a tempestare di insulti un altro bambino o un amico, accade lo stesso su Telegram. Magari i minori cercano amicizia o visibilità, sono attirati dall’idea di diventare popolari o famosi. Ma il problema è questo, più divento visibile e più mi possono attaccare”.

Il presidente Aics pensa a uno degli ultimi casi, “una ragazzina di 11 anni che ha inviato foto di lei nuda a un compagno. Ha iniziato a manifestare autolesionismo, a stare molto male, i genitori non sapevano cosa fare, come comportarsi”. C’è una disperata richiesta di aiuto. L’Associazione ha stretto un’alleanza strategica con le scuole.

Cyberbullismo, l’esperienza dell’avvocato

L’avvocato Giampiero Fantozzi, responsabile del settore legale per il Centro nazionale contro il bullismo-bulli stop, nella sua esperienza vede spesso alla base del fenomeno “minori vessati da coetanei, con i genitori che si conoscono, magari le famiglie di questi ragazzi hanno trascorso il fine settimana insieme”. Gli errori da evitare? “Il primo è l’uso indiscriminato del telefonino, che permette anche l’accesso ai social, dai 5-6 anni, tra i più usati c’è sicuramente WhasApp, anche per i messaggi vocali”. Il punto è che “oggi questi bambini hanno un grado di spigliatezza inimmaginabile. Magari in famiglia, in buona fede, si mette a disposizione il cellulare per i compiti o per lo sport. Invece capita che lo strumento venga usato per schernire la vittima di turno. Difficilissimo uscirne. La denuncia dovrebbe essere l’ultima spiaggia. Prima si dovrebbe parlarne tra genitori. Ma quelli del bullo stanno molto sulla difensiva. Anche in tribunale, vedo che difendono a spada tratta condotte non giustificabili”. La conclusione è che oggi non sembrano esistere soluzioni davvero definitive, “anche se la legge 70 del 2024 è sicuramente innovativa, dà grande importanza alla scuola, con il piano triennale dell’offerta formativa. Ogni istituto deve prevedere un referente, con il tavolo di monitoraggio permanente per tenere d’occhio questo fenomeno. Ma spesso si sottovaluta, non s’interviene con la giusta solerzia. Brutto da dire ma a volte presidi e insegnanti chiudono gli occhi”.

Cyberbullismo, le vittime sono sempre più giovani