Il bilancio di Meloni: penso al bis: "Voglio ripresentarmi agli elettori"
La premier intervistata dall’agenzia AdnKronos. "Completerò il programma e sarò giudicata su questo". Sul rapporto con gli Usa: "Leali, non subalterni". L’unico cruccio? "I risultati insufficienti sulla natalità".

"L’Italia ha bravi e agguerriti giornalisti". Parola di Giorgia Meloni che, nei fatti, cerca di incontrarli il meno possibile. In ogni caso, predilige i mass-media più vicini per sensibilità; tra questi c’è l’agenzia AdnKronos, cui concede un’intervista in cui tira le somme dei suoi due anni e mezzo di governo: promossa a pieni voti. Solo su un punto ammette di non essere soddisfatta: la natalità. Qui si dà un voto mediocre, che comunque non rovina la media. "Vorrei ottenere sulla natalità gli stessi straordinari risultati che abbiamo ottenuto sul fronte dell’occupazione e su quello del contrasto all’immigrazione irregolare". Del resto, in materia i dati sono incontrovertibili: i bambini o nascono oppure no. E in effetti non nascono.
Sul lavoro è ancora in modalità Primo Maggio: considera i risultati ottenuti brillanti, ambisce a fare di più. "Vogliamo essere ricordati come il governo che ha aumentato il lavoro, ridotto il precariato e messo al centro la sicurezza sul posto di lavoro". Qui capita l’unico argomento vagamente scabroso dell’intervista: come si pone di fronte al capo dello Stato che denuncia il fatto che le famiglie "non reggono" l’aumento del costo della vita? In realtà è un assist: la frase citata Mattarella non l’ha mai pronunciata e la premier lo segnala: "Ho visto l’intervento del Presidente e non sentito quelle parole, anche se sono state riportate da alcuni organi di stampa". Mattarella aveva scelto di attenuare la valenza critica delle sue dichiarazioni, eliminando il passaggio presente nel testo dato in anteprima ai giornalisti e trasformando i "salari insufficienti" in "inadeguati". Toni meno taglienti, che tuttavia non modificano il senso delle sue parole. Che lei reinterpreta così: "Mattarella ha giustamente ricordato che l’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa, anche se dal 2024 sta andando meglio. Sono felice che questo governo sia riuscito a imprimere un cambio di rotta". Con il capo dello Stato s’incontrerà la prossima settimana al Consiglio supremo di difesa: potrebbe essere un’occasione per chiarirsi.
Una novità c’è, ma non stupisce nessuno: la leader di FdI si ricandiderà a premier. "Vorrei potermi ripresentare agli elettori dicendo ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto". E su questo "essere giudicata". Pertanto, il programma verrà "realizzato per intero". Con un’esitazione che non piacerà a Matteo Salvini: il Ponte sullo Stretto. "È un punto che condivido, ma sappiamo quante difficoltà comporti". Il premierato resta la madre di tutte le riforme, arriverà in porto: se con il referendum in questa o nella prossima legislatura non lo dice. Tra le emergenze spicca quella delle galere. Narrano che inizialmente la premier fosse tentata dal mini-indulto di Casini. Se è così, si è rapidamente ravveduta: "Uno Stato giusto adegua la capienza alle necessità, non i reati al numero di posti disponibili". Dunque, più galere: il guaio è che non se ne costruiscono di nuove. Restano quelle di sempre. Stracolme. Incivili. Come proprio ieri le ha spiegato dall’interno del carcere il suo vecchio amico Gianni Alemanno.
Il resto è repertorio: il vittimismo ("per colpire me, colpiscono la mia famiglia"), la tendenza ad autoincensarsi ("potrei citare decine di provvedimenti di cui vado orgogliosa"), la denuncia dell’opposizione: "Sono stata oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne". Non mancano accenni ai potenti dell’Occidente: con Trump c’è "lealtà senza subalternità", con Macron "ci sono sensibilità culturali diverse", che non impediscono di collaborare, con Merz le previsioni sono rosee per l’identità di vedute e con von der Leyen c’è "un rapporto di stima". Il solo aspetto non scontato è il passaggio sull’antifascismo: "Storicamente non si manifestò soltanto nell’opposizione alla dittatura. Per questo rifuggo dall’utilizzo della categoria dell’antifascismo". Storicamente non ha tutti i torti, ma che sia questo il solo motivo per cui "rifugge" dall’antifascismo è difficile crederlo.