«Crt, per il voto su Generali deciderà il nuovo consiglio Innovazione per crescere»
Fondazione Crt approva il bilancio 2024 e con l’insediamento del nuovo cda volta pagina dopo il terremoto innescato dalle dimissioni di Fabrizio Palenzona e le indagini della magistratura che ne minacciavano il commissariamento del Tesoro. Presidente Anna Maria Poggi, la crisi è archiviata? «Facciamo una distinzione. A un livello c’è la capacità di tenuta di […] L'articolo «Crt, per il voto su Generali deciderà il nuovo consiglio Innovazione per crescere» proviene da Iusletter.

Fondazione Crt approva il bilancio 2024 e con l’insediamento del nuovo cda volta pagina dopo il terremoto innescato dalle dimissioni di Fabrizio Palenzona e le indagini della magistratura che ne minacciavano il commissariamento del Tesoro.
Presidente Anna Maria Poggi, la crisi è archiviata?
«Facciamo una distinzione. A un livello c’è la capacità di tenuta di Crt come istituzione: la crisi è stato un momento in cui l’ente ha dimostrato di essere una vera istituzione, non ha mai interrotto la sua attività ordinaria, ha proseguito l’attività erogativa e gli investimenti. A un altro livello, è chiaro che con il nuovo cda si chiude un capitolo definitivamente e se ne apre un altro che ci consente di riprendere un percorso, guardare al futuro e al nostro modo di essere fondazione. La crisi quindi è archiviata. Restano aperte situazioni di tipo personale che non riguardano Crt».
Il nuovo cda è a maggioranza femminile, 4 membri su 6: un unicum nel mondo Acri.
«È la dimostrazione che il consiglio di indirizzo ha lavorato di più sui criteri che sui nomi e di un metodo sviluppato in maniera trasparente con le istituzioni territoriali e politiche, in cui la fondazione è stata capace di dialogare e di essere autonoma».
Però ai richiami del Tesoro sui criteri di scelta, in particolare sulle terne, la politica locale si è dimostrata sorda.
«Sono questioni che appunto non riguardano Crt. Per la fondazione il problema non erano le terne, ma il combinato disposto tra terne e altri meccanismi come lo sfasamento di elezione tra organi, la mancanza di procedure per individuare i profili, cosa che ha portato a generare conflitti di interesse. Crt è intervenuta e così intervenuta su terne, allineamento dei consigli, requisiti, normative su conflitti di interesse. Che poi l’abolizione fosse richiesta da molti stakeholder non posso negarlo, ma abbiamo saputo dialogare e non essere subalterni alla politica. Il territorio, se fa una richiesta, va ascoltato».
State pensando di valorizzare la vostra quota in Unicredit, magari arrotondando?
«Abbiamo il 2,29% in Unicredit, una partecipazione redditizia grazie a cui abbiamo avuto un ottimo risultato di bilancio 2024. Per le fondazioni queste quote non sono solo di natura finanziaria, ma Crt tende ad avere un rapporto di progettualità sui territori per cui auspico che la banca possa diventare partner per investimenti a impatto sociale sul territorio».
Cda a trazione femminile
È la dimostrazione che la fondazione ha lavorato sui criteri più che sui nomi e di un metodo sviluppato con istituzioni territoriali e politiche
Ma non hanno già l’1% di Officine Grandi Riparazioni?
«Sì, e più che salire in Unicredit stiamo interloquendo per fare in modo che questo partenariato si rafforzi».
Cosa voterà Crt all’assemblea Generali, di cui detiene l’1,92%?
«Dopo l’insediamento del nuovo cda si aprirà una discussione».
Quali sono i fondamentali che guidano la gestione di un patrimonio di 2,69 miliardi?
«L’idea che ci guida è quella di non mettere mai a rischio il patrimonio e anzi operare per diversificarlo. Crt ha una struttura di affidamento sulle scelte finanziarie molto oculata, che ha saputo tutelarne l’integrità. Le porto l’esempio della partecipazione in Banco Bpm, venduta per comprare poi Generali, un asset assicurativo che appunto ha garantito la diversificazione dei nostri investimenti».
Il 2024 si è chiuso con proventi ordinari record a 310,3 milioni di euro e un avanzo di esercizio quasi raddoppiato a 244,5 milioni. Cosa avete in programma per il futuro?
«Con cda e cdi stiamo mettendo a terra il documento di programmazione pluriennale per adottarlo entro luglio. Il sestante è puntare sull’innovazione: alle Ogr abbiamo dato casa al programma “AI for Industries” e intendiamo sviluppare questo indotto con Regione, Comune, Politecnico e sistema universitario ed investire sulle infrastrutture e sul capitale umano. L’altro tema è la povertà educativa, che va aggredita con azioni mirate e veri progetti. L’idea in sintesi è aumentare le risorse finanziarie, con cautela, non solo sulla parte erogativa ma puntando a investimenti infrastrutturali sul territorio».
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