Conclave al buio e Giubileo 2025: cosa accade quando muore il Papa, la corsa per la successione e quanti voti occorrono
Conclave durante il Giubileo: cosa succede ora. La corsa per la successione di Papa Francesco che ha nominato il 70% dei cardinali chiamati ad eleggere il nuovo pontefice. Chi sono i nomi più quotati. Funerali: quanto durano e le novità L'articolo Conclave al buio e Giubileo 2025: cosa accade quando muore il Papa, la corsa per la successione e quanti voti occorrono proviene da FIRSTonline.


Addio a Papa Francesco, il pontefice venuto “dalla fine del mondo”. Ma ora cosa accade e quali sono le possibili ripercussioni sul Giubileo 2025? Di fatto, le celebrazioni non vengono annullate. Il Giubileo, infatti, prosegue sotto la supervisione del Collegio dei Cardinali e del Camerlengo, che gestisce la sede vacante. Dopo i funerali del Papa (che durano circa 9 giorni), viene convocato il Conclave. I cardinali elettori si riuniscono in Cappella Sistina per scegliere il nuovo Papa. Durante questi giorni, tutta l’attenzione si sposta su San Pietro. Gli eventi giubilari pubblici vengono ridotti, rimodulati o posticipati.
Non si tratta, quindi, di una reale sospensione del Giubileo, ma di una sua riorganizzazione temporanea. I pellegrini continuano ad arrivare a Roma, dove l’elezione del nuovo successore di Pietro diventa il cuore spirituale dell’anno giubilare.
Cosa succede quando muore un Papa? Il ruolo del Camerlengo
Il Camerlengo è colui che viene incaricato di gestire la Chiesa fino all’elezione del nuovo Papa, con poteri notevolmente ridotti e soprattutto amministrativi. Per questa carica, nel 2019, è stato scelto il cardinale irlandese Kevin Farrell, prefetto del dicastero (ministero) per i laici, la famiglia e la vita.
Come già in passato, dunque, la vacanza della Sede Apostolica è regolamentata dalla costituzione Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II e dal Motu Proprio di Benedetto XVI Normas Nonnullas del 2013. Sulle esequie, Francesco nel 2024 ha approvato una nuova edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis approvata nel 1998 da Giovanni Paolo II e pubblicata nel 2000, utilizzata nelle esequie di Karol Wojtyla nel 2005 e, con adattamenti, in quelle di Joseph Ratzinger nel 2023.
Dopo la morte di un Papa in carica, il consiglio dei cardinali stabilisce il giorno e l’ora in cui la salma del Pontefice sarà portata nella Basilica Vaticana per essere esposta all’omaggio dei fedeli e predispone tutto il necessario per le esequie, dopo le quali partiranno i “novendiali”, vale a dire le messe in suffragio del Papa celebrate per nove giorni consecutivi. Nel rituale stabilito da Francesco sono riportati quattro – e non più tre – formulari di preghiere a scelta, riprendendo tutti quelli offerti dal Missale Romanum per il Papa e quello per il vescovo diocesano defunto.
Morte di un Papa: le novità introdotte da Bergoglio
Tra le novità introdotte da Jorge Bergoglio c’è la constatazione della morte che non avviene più nella camera del defunto ma nella cappella; la deposizione immediata nella bara; l’esposizione alla venerazione dei fedeli del corpo del Papa già nella bara aperta; l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere. Si utilizza una sola bara di legno con quella interna di zinco, prima di traslare il feretro in Basilica.
Papa Francesco ha voluto semplificare e adattare alcuni riti per evidenziare che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e non di un potente. Il corpo di Bergoglio sarà portato nella Cappella di Santa Marta.
Papa Francesco riposerà a Santa Maria Maggiore
Sono mantenute le tre “stazioni” classiche, nella casa del defunto, nella Basilica Vaticana e al luogo della sepoltura. In una intervista rilasciata alla decana della sala stampa vaticana Valentina Alazaraki, Francesco ha rivelato la scelta di farsi tumulare fuori dalle mura vaticane, a Santa Maria Maggiore (invece che nelle Grotte Vaticane) per la speciale devozione riservata all’icona della Salus Populi Romani, nota anche come la Madonna dei romani, ospitata nella Basilica. Viene eliminata la prima traslazione nel Palazzo Apostolico. Poiché la deposizione nella bara avviene dopo la constatazione della morte, la sera prima della Messa esequiale si procede alla sua chiusura. Nella Basilica Vaticana il corpo del Papa è esposto direttamente nella bara e non più su un cataletto e non sarà posto accanto alla bara il pastorale papale.
Quanto ai passi successivi, nel Motu Proprio dell’11 giugno 2007, Benedetto XVI ha ordinato che, dal momento in cui la Sede Apostolica sia legittimamente vacante, “si attendano per quindici giorni interi gli assenti prima di iniziare il Conclave”. Al Collegio dei Cardinali Joseph Ratzinger ha lasciato la facoltà di anticipare l’inizio del Conclave “se consta della presenza di tutti i Cardinali elettori, come pure la facoltà di protrarre, se ci sono motivi gravi, l’inizio dell’elezione per alcuni altri giorni”. Trascorsi però, al massimo, venti giorni dall’inizio della Sede Vacante, tutti i Cardinali elettori presenti sono tenuti a procedere all’elezione.
Il Conclave nella Cappella Sistina
Dal momento in cui è stato disposto l’inizio delle operazioni dell’elezione, fino al pubblico annuncio dell’elezione del nuovo Papa, i locali della Domus Santa Marta, come pure la Cappella Sistina e gli ambienti destinati alle celebrazioni liturgiche, dovranno essere chiusi, sotto l’autorità del Cardinale Camerlengo e con la collaborazione esterna del vice Camerlengo e del Sostituto della Segreteria di Stato, alle persone non autorizzate.
L’intero territorio della Città del Vaticano e anche l’attività ordinaria degli Uffici aventi sede entro il suo ambito dovranno essere regolati, in modo da assicurare la riservatezza e il libero svolgimento di tutte le operazioni connesse con l’elezione del Sommo Pontefice. Si dovrà provvedere, anche con l’aiuto di Prelati Chierici di Camera, che i cardinali elettori non siano avvicinati da nessuno durante il percorso da Santa Marta al Palazzo Apostolico.
Conclave: cosa succede
Gli elettori, prima dell’inizio delle operazioni dell’elezione, sono obbligati a giurare di osservare il segreto assoluto perpetuo con chiunque non faccia parte del Conclave. Nel giorno stabilito per l’inizio del Conclave tutti i cardinali prenderanno parte nella Basilica di San Pietro alla messa votiva pro eligendo Papa. Dalla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, dove si saranno raccolti nel pomeriggio, i Cardinali elettori in abito corale si recheranno in processione alla Cappella Sistina del Palazzo Apostolico, per lo svolgimento dell’elezione. Aboliti i modi di elezione detti per acclamationem seu inspirationem e per compromissum, la forma di elezione del Romano Pontefice è stata scelta da Benedetto XVI per scrutinium. Per la validità dell’elezione si richiedono almeno i due terzi dei suffragi, sulla base degli elettori presenti e votanti.
Avvenuta l’elezione, l’ultimo dei cardinali Diaconi chiama nell’aula dell’elezione il Segretario del Collegio dei Cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche e due Cerimonieri; quindi, il Decano, o il primo dei cardinali per ordine e anzianità, a nome di tutto il Collegio degli elettori chiede il consenso dell’eletto con le seguenti parole: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”. E appena ricevuto il consenso, chiede: “Come vuoi essere chiamato?”. Il maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, con funzione di notaio e avendo per testimoni due cerimonieri, redige un documento sull’accettazione del nuovo Pontefice e il nome assunto. A seguire, in una piazza San Pietro gremita di fedeli, la fumata bianca con l’annuncio in latino: “Habemus papam“.
Conclave al buio: la corsa per la successione
Al 21 aprile 2025, i cardinali elettori sono 135, infatti anche se Paolo VI aveva fissato un limite massimo di 120 elettori, tale soglia è stata superata più volte. Per l’elezione del nuovo Pontefice è richiesta una maggioranza qualificata di due terzi dei voti espressi. Con 135 elettori, ciò significa che un candidato deve ottenere almeno 90 voti per essere eletto Papa. Questa regola si applica a tutti gli scrutini, senza eccezioni. Durante il Conclave, ogni giorno possono essere effettuati fino a quattro scrutini: due al mattino e due al pomeriggio. Dopo ogni votazione, le schede vengono bruciate in una stufa speciale: il fumo nero indica che non è stato ancora eletto un nuovo Papa, mentre il fumo bianco annuncia l’avvenuta elezione. Se dopo 33 scrutini non si raggiunge l’elezione, si procede a un ballottaggio tra i due cardinali che hanno ottenuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio. Anche in questa fase, è necessaria una maggioranza di due terzi per l’elezione, e i due candidati in ballottaggio non potranno votare.
Conclave: chi potrebbe essere il nuovo Papa?
Per il Conclave, alcuni cardinali emergono tra i candidati più quotati per la successione di Papa Francesco. Ecco i nomi:
- Cardinale Luis Antonio Tagle (Chito)
Filippino, ex arcivescovo di Manila e Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Vicino alla linea progressista di Francesco, è noto per il suo carisma e l’attenzione ai poveri. - Cardinale Pietro Parolin
Attuale Segretario di Stato Vaticano, è un diplomatico esperto e una delle figure più influenti della Santa Sede. La sua elezione garantirebbe stabilità e continuità nella politica della Chiesa. - Cardinale Péter Erdő
Arcivescovo di Esztergom-Budapest, teologo e giurista, è stato presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. La sua elezione potrebbe rappresentare un punto di equilibrio tra innovazione e tradizione. - Cardinale Robert Sarah
Originario della Guinea ed ex Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, è esponente dell’ala più conservatrice della Chiesa, sostenitore di una visione più tradizionalista. - Cardinale Gerhard Müller
Tedesco ed ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, è noto per la sua difesa della dottrina cattolica tradizionale e le sue critiche ad alcune aperture promosse da Francesco.
Giubileo 2025: cosa succede ora?
A seguito della morte di Francesco avvenuta nell’anno del Giubileo (nella storia recente non era mai accaduto), sono in molti a chiedersi cosa implica tale concomitanza. Innanzitutto, il Giubileo non viene sospeso nella sua interezza: potrà succedere che alcune celebrazioni siano temporaneamente bloccate o rimandate in segno di rispetto, mentre altre, magari improrogabili come l’apertura della Porta Santa, potrebbero essere mantenute. O anche adattate al nuovo contesto. Di fatto, va detto che il nuovo Pontefice potrebbe modificare o confermare le celebrazioni già programmate, oltre a indirizzare l’iter futuro della Chiesa. Il Conclave si preannuncia, dunque, come un momento cruciale, con il delicato equilibrio tra innovazione e tradizione in gioco.