
Alla
morte del Papa, il
Vaticano entra nella fase detta
sede vacante, durante la quale la
Santa Sede resta
senza guida spirituale e amministrativa. Il primo passo è la
verifica ufficiale del decesso, compito affidato al
Camerlengo di Santa Romana Chiesa, attualmente il
cardinale Kevin Farrell. Seguendo un
rito preciso, il Camerlengo pronuncia una
formula rituale, conferma la morte e provvede alla
distruzione dell’Anello del Pescatore, simbolo dell’autorità papale. Da quel momento, è il Camerlengo a occuparsi della
gestione temporanea del Vaticano, con
limiti ben precisi: non può infatti prendere decisioni
dottrinali. Il decesso viene comunicato rapidamente al mondo, mentre la
Campana della Morte della
Basilica di San Pietro risuona come
segnale solenne per i fedeli.
Nei giorni che seguono, il
corpo del Papa viene esposto nella
Basilica di San Pietro per permettere l’ultimo saluto da parte dei fedeli. I
funerali solenni, trasmessi in tutto il mondo, hanno luogo
circa sei giorni dopo la morte, e sono presieduti dal
Decano del Collegio Cardinalizio. In caso si tratti di un
Papa emerito, come avvenuto per
Benedetto XVI,
nessun Papa regnante è presente alla cerimonia. Il Pontefice viene sepolto in
tre casse sovrapposte: una in
cipresso, una in
zinco sigillata, e una finale in
legno di noce. La sepoltura avviene, nella maggior parte dei casi, nelle
Grotte Vaticane, sotto l’altare maggiore della Basilica.
Il
Collegio dei Cardinali è convocato entro un massimo di
20 giorni per l’apertura del
Conclave, che ha luogo nella
Cappella Sistina. Vi partecipano solo i
cardinali sotto gli 80 anni, che entrano in
clausura e sono completamente
isolati dal mondo esterno. Le
votazioni si svolgono due volte al mattino e due al pomeriggio, finché non viene eletto un nuovo Papa con una
maggioranza qualificata di due terzi. Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate in una stufa: il
fumo nero indica che l’elezione non è ancora avvenuta, mentre la
fumata bianca segna la conclusione del Conclave e l’elezione del nuovo Pontefice. Pochi minuti dopo, il nuovo Papa appare dalla
loggia della Basilica di San Pietro e il cardinale protodiacono proclama:
“Habemus Papam”.
Papa Francesco ha introdotto
cambiamenti significativi nella gestione della sede vacante e nelle dinamiche della Curia. Ha
ridefinito i poteri del Camerlengo, rendendo più fluido il passaggio amministrativo e riducendo la frammentazione decisionale. Ha inoltre più volte espresso la volontà di
semplificare le procedure del Conclave, sottolineando la necessità di
norme chiare anche per l’eventuale rinuncia al Pontificato, possibilità che ha evocato con franchezza. Il
motu proprio “Praedicate Evangelium”, in vigore dal 2022, ha riorganizzato in profondità la
Curia Romana, limitando il potere di alcune figure chiave e rafforzando il
peso delle conferenze episcopali nel governo della Chiesa. Tali modifiche, seppur indirette, influenzano anche il periodo della sede vacante, rendendo il sistema più
collegiale e decentralizzato. Questi interventi riflettono la visione di una Chiesa più
snella, trasparente e meno verticistica, capace di affrontare con maggiore agilità una transizione papale.
Cosa accade dopo la morte del Papa: riti, protocollo e novità di Francesco