Costa Rica: le radici dell'arte nicoya, una storia di sopravvivenza
Dopo il loro arrivo nel 1520 nella regione costiera pacifica degli attuali Honduras e Costa Rica, gli spagnoli trovarono un territorio organizzato in numerose cacicacità di diverse dimensioni e importanza, ma abitato da un popolo, i Chorotegas, che parlava una lingua simile a quella dei nativi di Tenochtitlán. Il cacicco di Nicoya era il più potente di tutti, da cui il nome di Regno di Nicoya, anche se non si trattava di uno stato centralizzato.Era una società guerriera con chiare radici mesoamericane, guidata da un capo che dichiarava guerra, esigeva tributi e dirigeva la comunità, la cui religione credeva che il mondo fosse stato creato e distrutto più volte a causa delle dispute tra gli dei.Le grandi migrazioniGrazie ai racconti leggendari degli stessi Chorotega, gli spagnoli riuscirono a ricostruire la storia delle migrazioni che, in due fasi, li avevano portati lì dalla Valle del Messico. La prima ebbe luogo intorno al VII secolo, quando gli Olmechi Xicalanca assaltarono la regione di Cholula e cacciarono i Chorotega verso sud. Questi si stabilirono nell'istmo di Rivas, vicino al lago Nicaragua. Più tardi, nell'XI-XII secolo, la pressione olmeca spinse nuovamente verso sud i pipiles nicaraos, che a loro volta spostarono i Chorotegas, che si insediarono nella penisola di Nicoya.La loro economia era basata sull'agricoltura, la caccia e la pesca. Esisteva anche un artigianato specializzato che realizzava prodotti per l'esportazione, dalla ceramica policroma e i metates o mortai cerimoniali ai tessuti di cotone, di cui sono rimaste splendide testimonianze.

Dopo il loro arrivo nel 1520 nella regione costiera pacifica degli attuali Honduras e Costa Rica, gli spagnoli trovarono un territorio organizzato in numerose cacicacità di diverse dimensioni e importanza, ma abitato da un popolo, i Chorotegas, che parlava una lingua simile a quella dei nativi di Tenochtitlán. Il cacicco di Nicoya era il più potente di tutti, da cui il nome di Regno di Nicoya, anche se non si trattava di uno stato centralizzato.
Era una società guerriera con chiare radici mesoamericane, guidata da un capo che dichiarava guerra, esigeva tributi e dirigeva la comunità, la cui religione credeva che il mondo fosse stato creato e distrutto più volte a causa delle dispute tra gli dei.
Le grandi migrazioni
Grazie ai racconti leggendari degli stessi Chorotega, gli spagnoli riuscirono a ricostruire la storia delle migrazioni che, in due fasi, li avevano portati lì dalla Valle del Messico. La prima ebbe luogo intorno al VII secolo, quando gli Olmechi Xicalanca assaltarono la regione di Cholula e cacciarono i Chorotega verso sud. Questi si stabilirono nell'istmo di Rivas, vicino al lago Nicaragua. Più tardi, nell'XI-XII secolo, la pressione olmeca spinse nuovamente verso sud i pipiles nicaraos, che a loro volta spostarono i Chorotegas, che si insediarono nella penisola di Nicoya.
La loro economia era basata sull'agricoltura, la caccia e la pesca. Esisteva anche un artigianato specializzato che realizzava prodotti per l'esportazione, dalla ceramica policroma e i metates o mortai cerimoniali ai tessuti di cotone, di cui sono rimaste splendide testimonianze.