Commiato senza fine

Folla a Santa Maria Maggiore . Dall’alba per la tomba del Pontefice. .

Apr 28, 2025 - 05:39
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Commiato senza fine

Si sono messi in coda dalle 4 del mattino. Fedeli, suoi affezionati, mamme e papà con figli, religiosi, i dominicani che vivono lì a fianco. E ancora, fedeli dalla Colombia, dal Brasile, dalle Filippine, dalla Terra Santa, da ogni parte del mondo. Molti arrivano con i pullman, interi gruppi che si proteggono con gli ombrellini dal sole, e che ora, vuoi per devozione, vuoi per la riscoperta di Santa Maria Maggiore, hanno una nuova meta di pellegrinaggio da raggiungere. Alle 11 erano già in centinaia incolonnati fin dal retro della basilica che sorge sulla sommità del colle Esquilino per omaggiare Papa Francesco presso la sua tomba, dalle 7 di ieri aperta al saluto della gente. Sul sepolcro, alle prime luci dell’alba, qualcuno ha poggiato una delle rose bianche che sabato hanno accolto il feretro. La folla pressante era talmente tanta, che più volte i gendarmi e gli addetti della basilica hanno sollecitato chi fosse già entrato a uscire rapidamente. L’aria dentro quasi mancava. Ma tutti vogliono una foto ricordo del sepolcro, arrivati lì davanti i telefonini scattano a raffica.

Alle 13 le autorità competenti contano già 30mile persone a varcare l’ingresso e anche S. Maria Maggiore è rimasta aperta a oltranza per smaltire il flusso del popolo di Francesco. Persino i canonici del capitolo liberiano hanno fatto gli straordinari per rendersi il più disponibile possibile per le tante confessioni richieste.

Alle 16, un nuovo momento solenne. Arriva il collegio cardinalizio “in corpore” (circa 110 porporati) per rendere a sua volta l’ultimo tributo a Francesco. Passano prima dalla Salus populi romani nella Cappella Paolina e poi vanno alla tomba del defunto. Entrano quasi in processione, a file di due, si soffermano volentieri a scambiare qualche parola con i canonici, i penitenzieri e i dominicani habitué della basilica. C’è l’Elemosiniere polacco Krajewski, i papabili Tagle, filippino, e Pizzaballa, italiano. C’è il nuovo nome su cui molti hanno puntato gli occhi, il cardinale americano ma con trascorsi importanti da missionario in Sudamerica Robert Francis Prevost. E ci sono pure gli over 80 che non voteranno ma forse influiranno nelle scelte alle congregazioni pre conclave. Tutti con lo zucchetto rosso porpora sul capo. Teste che si mischiano con quelle della folla quasi come se i pellegrini avvicinandosi a loro volessero toccare quel corpo che non c’è più, che ora è nella terra nuda come Bergoglio aveva richiesto. Poi la coreografia riprende perfetta: ognuna delle porpore trova il suo posto e libretto alla mano intona i vespri accompagnata dall’organo e guidata dal cardinale Rolandas Makrickas.

È la Seconda Domenica di Pasqua ma la prima senza Francesco. "Se siamo stati uniti a Cristo con una morte simile alla sua – scandisce il celebrante – lo saremo anche con la sua Resurrezione. Chi è morto, è ormai libero dal peccato". Si riprende con il Magnificat e si va in pace con la benedizione finale. Si conclude così il primo giorno dei Novendiali, il lungo lutto di nove giorni che la Chiesa tributa ai Pontefici. Ma è anche il giorno in cui si volta pagina. Da oggi, alle Congregazioni, si fa sul serio per dare alla Chiesa un nuovo Papa entro forse solo due settimane.