Come prevenire sovrappeso, diabete e malattie cardiovascolari grazie a una corretta spesa online
Semplici funzionalità digitali portano a scelte alimentari più sane: uno studio rivela come si può migliorare in modo significativo la qualità nutrizionale dei carrelli degli acquirenti

Come fare in modo che le persone facciano scelte salutari a tavola, partendo da acquisti intelligenti che privilegino alimenti sani? E, soprattutto, con quali meccanismi si può agevolare la composizione di un “carrello” virtuale per la salute?
Una risposta, in futuro, potrebbe venire dalla ricerca degli esperti della Duke-NUS Medical School, che ha provato a valutare quanto e come la spinta gentile (il classico approccio del nudge) possa influire sulla spesa.
Come? Attraverso un kit di strumenti digitali che aiuta i consumatori a fare scelte alimentari più salutari online. I risultati di questo approccio sono stati presentati su American Journal of Preventive Medicine (primo autore Soye Shin) e si propongono come opportunità futura di sviluppo verso acquisti intelligenti.
Non servono grandi stravolgimenti
Lo studio mostra come non occorre pensare a strategie particolarmente complesse per rispondere ai bisogni dei consumatori e favorire scelte più adeguate sotto il profilo nutrizionale. Sono sufficienti, in base a quanto emerge dallo studio, funzionalità digitali semplici ma strategiche, come indicatori di qualità nutrizionale codificati a colori e un suggerimento per alternative più salutari, da aggiungere alla piattaforma su cui si opera la spesa online.
Semplicemente con questa modalità si migliora e in modo significativo la qualità nutrizionale dei carrelli degli acquirenti.
In particolare gli esperti hanno provato a combinare quanto emerge dalle classiche informazioni per il consumatore, presenti come etichette sulla confezione (in genere modificano solo di poco le tendenze di chi acquista), per migliorare la situazione.
In uno studio randomizzato condotto su NUSMart, un negozio di alimentari online progettato dal team della Duke-NUS, i partecipanti allo studio sono stati divisi casualmente in due gruppi ed è stato chiesto loro di effettuare un totale di tre ordini in un lasso di tempo variabile da tre a sei settimane. Mentre i soggetti assegnati al gruppo di controllo utilizzavano una versione standard del modello di vendita, l’altra popolazione è entrata virtualmente nello shop con funzionalità digitali aggiuntive.
Strategie di nudge
Sostanzialmente, al fianco delle indicazioni generali, sono state aggiunte informazioni specifiche per i consumatori, a partire dalla qualità nutrizionale con un classico semaforo e quindi con l’opportunità visiva di scegliere facilmente l’opzione da limitare negli acquisti. Non solo. Si sono considerati i punteggi in base ai livelli di energia, zucchero, sodio, grassi saturi, frutta/verdura, proteine e fibre alimentari per 100 grammi o millimetri, trasformandoli in voti. Ancora. Si sono poste in cima all’elenco dei possibili acquisti le opzioni con migliori opportunità nutrizionali, mentre nel gruppo di controllo si è proceduto ad inserire tutto gli articoli in ordine alfabetico. Ancora: già nella composizione del carrello, attimo dopo attimo, l’acquirente ha potuto considerare il valore nutrizionale del proprio cestino della spesa, confrontandolo anche con un carrello di riferimento in positivo. Infine, i clienti virtuali hanno potuto visualizzare fino a quattro alternative più salutari con prezzi e caratteristiche simili a ciascun prodotto alimentare selezionato e sostituire il prodotto scelto con l’alternativa più salutare con un semplice clic.
Come cambia la spesa
Grazie a questi approcci, considerando i due gruppi di soggetti studiati, si è visto che la situazione cambia, e di molto, rispetto alle situazioni in cui si punta solamente sulle informazioni in etichetta. Si è osservato nel gruppo di soggetti che hanno ricevuto tutti questi stimoli aggiuntivi un calo generale della quantità (acquistata) di calorie, di grassi totali, di grassi saturi di zuccheri e sodio. Insomma, si è scoperto che aggiungendo semplici funzionalità digitali si può davvero portare a scelte alimentari più sane. Magari anche portandoci verso scelte più etiche in termini di sostenibilità.
E il nudge o spinta delicata che sostiene determinati comportamenti, può essere di grande aiuto anche nell’andare oltre al semplice rapporto tra qualità e prezzo.
Una chiave scientifica di questo meccanismo viene da uno studio apparso qualche tempo fa su Appetite. La ricerca si è basata sul valore del nudge nell’ambito dell’individuazione e dell’acquisto di prodotti alimentari che prevedano nel loro percorso fino al bancone del supermarket un’attenzione particolare al benessere degli animali. Quasi a dimostrare quanto e come i nostri pensieri e le nostre percezioni possano anche influire sugli atteggiamenti in termini di spesa e di acquisto a tavola. Per la salute nostra e dell’ambiente. L’importante è limitare la complessità, limitando anche lo sforzo che implica seguire la proposta. Ed occorre essere trasparenti.