Come andrà (maluccio) l’economia tedesca
Cosa dicono le stime dell'Ifo sulla situazione dell'economia tedesca: oltre alle incertezze interne, la Germania deve fare i conti con i rischi geopolitici e il protezionismo americano.

Cosa dicono le stime dell’Ifo sulla situazione dell’economia tedesca: oltre alle incertezze interne, la Germania deve fare i conti con i rischi geopolitici e il protezionismo americano
L’economia tedesca fatica a riprendere slancio, e le ultime previsioni dell’Istituto Ifo di Monaco non lasciano spazio a grandi ottimismi. Gli esperti hanno rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2024, portandole dallo 0,4% previsto in inverno a un modesto 0,2%. Una cifra che riflette una situazione di stallo, con un clima di fiducia dei consumatori ancora debole e investimenti aziendali ridotti al minimo. Solo nel 2026 l’istituto bavarese intravede una timida ripresa, con una crescita attesa dello 0,8%. Tutti i dati si riferiscono al prodotto interno lordo a prezzi costanti, evidenziando una stagnazione che preoccupa economisti e politici.
QUADRO PREOCCUPANTE PER CONSUMATORI E IMPRESE
Timo Wollmershäuser, responsabile delle previsioni economiche dell’Ifo, ha descritto una situazione in cui, nonostante un lieve recupero del potere d’acquisto, la fiducia dei consumatori rimane moderata. “Le aziende stanno investendo con cautela, e l’industria in particolare soffre della debolezza della domanda e della crescente pressione competitiva a livello internazionale”, ha spiegato. Questo scenario è il risultato di una combinazione di fattori: la crisi energetica, l’inflazione e le tensioni geopolitiche hanno creato un ambiente incerto, che frena gli investimenti e limita la capacità di ripresa.
Tuttavia, le previsioni dell’Ifo non tengono ancora conto dei piani del futuro governo tedesco, attualmente in fase di negoziazione. Wollmershäuser ha sottolineato che, sebbene i dettagli non siano ancora chiari, un’attuazione corretta delle misure su cui i partiti stanno trattando potrebbe aprire nuove prospettive di crescita. “Soprattutto nel prossimo anno, ma forse anche quest’anno, la crescita potrebbe essere superiore a quanto previsto attualmente”, ha affermato.
Tra le proposte in discussione ci sono innanzitutto le modifiche alla Costituzione per allentare il freno all’indebitamento, consentendo maggiori investimenti in difesa, infrastrutture e transizione climatica. Un fondo speciale da 500 miliardi di euro, finanziato dal debito, potrebbe rappresentare una svolta significativa anche per gli analisti dell’Ifo.
SERVE UNA POLITICA ECONOMICA ORIENTATA ALLA CRESCITA
A dicembre, l’Ifo aveva già delineato uno scenario alternativo, più ottimista, che prevedeva una crescita dell’1,1% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026, a condizione che le politiche economiche fossero correttamente orientate. Questo scenario ipotizzava un maggiore sostegno pubblico agli investimenti e riforme strutturali in grado di stimolare la produttività e la competitività. Sono ipotesi che i partiti impegnati nelle trattative per il nuovo governo hanno messo in agenda, a partire proprio dall’allentamento del freno al debito pubblico, tuttavia, avverte l’Ifo, la realizzazione di questo potenziale dipenderà dalla capacità dell’esecutivo di attuare nella pratica misure efficaci e tempestive.
L’ECONOMIA TEDESCA TRA RISCHI GEOPOLITICI E PROTEZIONISMO USA
Oltre alle incertezze interne, l’economia tedesca deve fare i conti con i rischi geopolitici, in particolare quelli legati alla politica economica degli Stati Uniti. L’Ifo ha espresso preoccupazione per la “politica economica irregolare e protezionistica” dell’amministrazione statunitense, che ha già annunciato dazi all’importazione su merci provenienti da Messico, Canada, Cina e Unione europea. Insomma, più di mezzo mondo. Queste misure, insieme ai dazi di compensazione applicati da altri paesi, stanno già avendo un impatto negativo sull’economia globale.
Con l’estensione dei dazi ai prodotti europei, le conseguenze per l’industria tedesca delle esportazioni potrebbero essere gravi. La Germania, fortemente dipendente dalle esportazioni, rischierebbe di vedere ulteriormente ridotta la propria competitività sui mercati internazionali – osserva ancora l’Ifo – con ripercussioni negative sulla crescita e sull’occupazione.
Il quadro dipinto dall’istituto di Monaco si rivela dunque complesso per l’economia tedesca, caratterizzato da una crescita anemica e da rischi significativi. Non è ormai una sorpresa, ma un’azione politica decisa e ben orientata potrebbe aprire nuove prospettive di crescita, soprattutto nel medio termine.