Trump non rottamerà la Nato
Che cosa è stato scritto e che cosa non è stato scritto sull'incontro tra Rutte e Trump. La lettera di Marco Mayer

Che cosa è stato scritto e che cosa non è stato scritto sull’incontro tra Rutte e Trump. La lettera di Marco Mayer
Caro direttore,
ci sono molte scelte criticabili e preoccupanti da parte del presidente Donald Trump, soprattutto la tendenza a delegittimare e violare la divisione dei poteri su cui si fondano le democrazie liberali.
Tuttavia, non sempre le notizie riportate dai media corrispondono alla realtà. Mi riferisco in particolare ad una narrativa molto diffusa (e che ha origini a Mosca) sul fatto che la presidenza Trump potrebbe mettere a rischio il futuro della Nato.
Per esempio, dopo l’importante incontro tra Mark Rutte e Donald Trump i media non hanno trasmesso il messaggio di fondo che è emerso nell’incontro. C’è stato viceversa un forte apprezzamento per l’aumento dei contributi finanziari da parte degli alleati europei (tema che si trascina dai tempi di Obama se non prima) nonché la chiara volontà dell’amministrazione americana di irrobustire e di far fare un salto di qualità all’Alleanza Atlantica.
Nel corso della conferenza un giornalista ha chiesto a Trump della Groenlandia e il presidente ha ribadito la sua nota posizione, da cui il Segretario Generale della Nato si è immediatamente dissociato.
È finita che quasi tutti i giornali hanno parlato di Groenlandia quando la notizia principale era invece il forte commitment del presidente degli Stati Uniti per il futuro dell’Alleanza Atlantica e un endorsment non rituale nei confronti di Mark Rutte come nuovo segretario generale della Nato.
È vero che l’imprevedibilità è una delle caratteristiche intrinseche del presidente Trump, tuttavia, allo stato degli atti, le ipotesi di uno sganciamento degli Usa dalla Nato sono il frutto delle narrative confezionate dal Cremlino.
Ciò che probabilmente accadrà è invece positivo: man mano che gli Stati membri della Ue rafforzeranno il loro apporto militare, finanziario e tecnologico alla Nato, gli Stati Uniti potranno gradualmente diminuire la loro presenza.
Oggi che si parla tanto di difesa europea, questa tendenza non può che essere incoraggiata oltre ad essere comunicata in termini corretti all’opinione pubblica.