Clemente Mastella: "Il proporzionale?. Va discusso fra tutti"

Il vecchio leone Dc: preferenze contro i paracadutati

Mag 9, 2025 - 05:48
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Clemente Mastella: "Il proporzionale?. Va discusso fra tutti"

"Benvenuta nel club di chi ha sempre creduto nelle preferenze", se la ride Clemente Mastella, sindaco di Benevento, democristiano fino al midollo.

Sorpreso dalla passione di Giorgia Meloni per le preferenze e per una legge proporzionale?

"Forse le serve mettere le preferenze sul tavolo per garantirsi il premierato. Per questo vuole il coinvolgimento di tutti. Ma questa storia del sistema ibrido, cioè di capilista bloccati e di preferenze per gli altri in lista, non mi piace".

O tutti o nessuno?

"Certo. Le preferenze ci sono in tutti i tipi di elezioni – comunali, regionali, europee –, solo per Camera e Senato si farebbe questa mescolanza per garantire il gruppo dirigente. Se i vertici sono bravi, si garantiscono da soli. Le preferenze servono per assicurare i rapporti con i territori, ma se i capilista vengono eletti automaticamente non funziona: si espropriano i cittadini della possibilità di scegliere".

Le preferenze servono a far fuori i paracadutati?

"Certamente. Come è giusto che sia. Non è possibile che uno di Vercelli sia candidato a Benevento".

Il ritorno delle preferenze per la legge elettorale nazionale sarebbe una vittoria della Dc?

"Assolutamente. Sarebbe una vittoria della Dc. E dal punto di vista logico e di quello che abbiamo rappresentato sarebbe anche la vittoria di quelli che hanno creduto in questo sistema pure dopo la sua fine".

Con le preferenze non si stimola la competizione tra compagni di partito?

"Per niente. I compagni di partito si danno una mano, come facevamo noi nella corrente di De Mita. Chi aveva più voti tirava la volata a chi ne aveva meno".

Questi ’trenini’ non erano un modo subdolo di far passare certi candidati?

"No. Chi ci votava sapeva che eravamo collegati. E che la nostra linea politica era uniforme. Noi cercavamo di portare in Parlamento le richieste che ci faceva la nostra gente sui territori"

Il binomio voto di preferenza e corruzione a molti pare indissolubile.

"Una cavillosità immorale".

Non c’è il rischio di aumentare l’opacità delle campagne elettorale con le preferenze?

"E perché? Lo stesso rischio non c’è per chi si candida al Parlamento europeo? O per le Regioni e i Comuni? Meglio essere onesti e dire ’siamo contro le preferenze’ piuttosto che nascondersi dietro problemi di criminalità".

Le preferenze chi favoriscono?

"Chi ha contatti con la realtà locale. I parlamentari oggi non vogliono le preferenze perché se un sindaco si candida per il Senato o la Camera li fotte".

Ritiene che i parlamentari oggi non siano capaci di fare 10 comizi al giorno come facevano nella prima Repubblica Emilio Colombo o Remo Gaspari per raccogliere voti?

"In verità, la prima volta che mi sono candidato ne ho fatti venti al giorno".

Addirittura?

"Mi dovevo far conoscere: non c’erano i social all’epoca".

Una bella fatica.

"Già. E qual è il sacrificio di un politico oggi se la sua elezione è garantita dal leader? Oggi vengono nominati: abbiamo tanti ’cardinali’ che non conoscono i territori".

Quante chance ha, in questo momento, un sistema con preferenze di andare in porto?

"Se resta una battuta fatta nel pomeriggio al Senato in risposta al premier time non ne ha molte. Una riforma seria va discussa insieme, maggioranza e opposizione".

Nel 2027 termina il suo mandato di sindaco. Che cosa farà?

"Il commendatore e il commentatore".

Non la intrigano le manovre al centro?

"Manovre? Ne ho già viste tante. Posso dare una mano, se me lo chiedono".