Chi è Mariano Navone, il primo avversario di Jannik Sinner al rientro dopo 3 mesi
Tutti i riflettori, oggi, sono su Jannik Sinner. E lo sono giustamente, dato che stiamo parlando del numero 1 del mondo, al ritorno dopo tre mesi con tutto il Foro Italico di Roma pronto a dargli il giusto saluto di rientro. Dall’altra parte della rete, però, c’è un signor avversario, specie sul rosso dove si […]

Tutti i riflettori, oggi, sono su Jannik Sinner. E lo sono giustamente, dato che stiamo parlando del numero 1 del mondo, al ritorno dopo tre mesi con tutto il Foro Italico di Roma pronto a dargli il giusto saluto di rientro. Dall’altra parte della rete, però, c’è un signor avversario, specie sul rosso dove si fa maggiormente valere.
Si tratta di Mariano Navone, l’argentino assurto a buona popolarità tennistica nel 2024, fino a diventare numero 29 del mondo nello scorso giugno. Nato a Nueve de Julio, località di meno di ventimila anime non lontana da Buenos Aires che si chiama così in riferimento al giorno dell’indipendenza argentina, ha iniziato a farsi notare nel 2023 sul circuito maggiore, con prodromo nella seconda metà di 2022.
Sono infatti del 202 le cinque finali consecutive a livello Challenger vinte, tutte sulla terra rossa e, all’atto pratico, ai due angoli del mondo dove il mattone tritato è più popolare: in Europa, e segnatamente a Poznan, in Polonia, e soprattutto in Argentina, tra Santa Fe (due volte) e Buenos Aires, con un intermezzo in Bolivia, a Santa Cruz della Sierra.
Poi, a inizio 2024, la capacità di sfondare anche sul circuito ATP. E in un modo anche interessante, perché non è da tutti realizzare la prima finale sul circuito maggiore direttamente in un 500. Lui l’ha fatto, arrivandoci da numero 113 del mondo con annesso scalpo del britannico Cameron Norrie: è diventato il primo qualificato in una finale 500 da Jiri Vesely (il ceco ce la fece a Dubai 2022), ma nel derby argentino fu Sebastian Baez a togliergli la massima soddisfazione.
Ancora tra aprile e maggio notevoli soddisfazioni: una nuova finale, stavolta a livello 250 in quel di Bucarest, persa contro l’ungherese Marton Fucsovics, e poi il Challenger 175 di Cagliari, uno dei tornei nati in virtù dell’allungamento a due settimane dei Masters 1000 e che serve soprattutto a chi non va molto avanti negli eventi più prestigiosi. In quel contesto sconfisse Lorenzo Musetti, al tempo non in un gran periodo, ma che andava pur sempre battuto. E lui ci riuscì con un non banale 7-5 6-1. Il toscano si è poi preso la rivincita alle Olimpiadi, a livello di secondo turno, sul percorso che lo ha portato verso la medaglia di bronzo. Poche settimane prima, a Bastad, è stato uno degli ultimi ad affrontare Rafael Nadal, dal quale uscì sconfitto nei quarti dopo una battaglia di quattro ore.
Fermo restando che Navone, sul veloce, non vale assolutamente le prestazioni offerte sulla terra, agli ultimi Australian Open ha trascinato il britannico Jack Draper al quinto set al primo turno (prima che Draper entrasse in una vera e propria nuova modalità). Nel 2025, però, la nuova sconfitta con Baez a Rio, ma a livello di secondo turno, lo ha fatto scendere di molto in classifica. Avendo perso anche i punti della semifinale di Marrakech (quella persa contro Matteo Berrettini), e vantando sostanzialmente solo il quarto a Buenos Aires nel 2025, adesso è precipitato in classifica fino al numero 99, ed è per questo che il Navone versione 2025 sembra avere meno presa rispetto al Navone versione 2024, considerato anche il rischio di uscire dai 100.
Nato il 27 febbraio 2001, di origini italiane, con una racchetta in mano fin dall’età di tre anni, Navone nel corso della sua carriera è stato bravo a fare due cose. Numero uno: farsi aiutare da una psicologa, con cui è riuscito a sistemare il problema dell’ansia e della paura di non arrivare. Numero due: cambiare impostazione, nel senso che la svolta delle tante finali Challenger del 2023, e del salto successivo, dipende anche dall’aver cambiato allora l’impugnatura del dritto. Dotato di grande solidità di gioco, ha un record che non gli potrà probabilmente portare via mai nessuno: ha debuttato in uno Slam, il Roland Garros, direttamente come testa di serie.