Cardinali paralizzati dal caso di Angelo Becciu, escluso dai votanti. Lui pronto a dare battaglia: «Voterò il nuovo Papa». Ecco perché
La Sala Stampa esclude il cardinale sotto processo dall’elenco di quelli che hanno diritto di votare. Ma non esiste alcun documento scritto che lo abbia privato dei diritti cardinalizi. Il caso può terremotare la scelta del successore di Francesco L'articolo Cardinali paralizzati dal caso di Angelo Becciu, escluso dai votanti. Lui pronto a dare battaglia: «Voterò il nuovo Papa». Ecco perché proviene da Open.

È una delle ombre che si sta addensando sul prossimo conclave che dovrà eleggere il successore di Papa Francesco, e sta letteralmente paralizzando le congregazioni dei cardinali: il caso di Angelo Becciu, il porporato sardo a cui il pontefice aveva chiesto la rinuncia ai diritti cardinalizi. Quello di votare nel conclave come appare in più passaggi dei testi canonici sulla materia è appunto un diritto, non un dovere. Secondo l’articolo 33 della costituzione apostolica “Romano pontifici eligendo” promulgata da Paolo VI infatti «Il diritto di eleggere il Romano Pontefice spetta unicamente ai Cardinali di Santa Romana Chiesa, esclusi, a norma della legge precedentemente pubblicata, quelli che al momento dell’ingresso in Conclave hanno già compiuto 1’80° anno di età». L’elezione di un Papa è dunque un diritto di un cardinale. Ma Becciu è stato coinvolto in un processo vaticano che ha portato in primo grado alla sua condanna a «5 anni e 6 mesi di reclusione, più interdizione perpetua dei pubblici uffici e 8 mila euro di multa». E ancora durante il procedimento Papa Francesco lo aveva chiamato per un burrascoso faccia a faccia che si è concluso il 24 settembre 2020 con la pubblicazione di un secco comunicato sul bollettino della sala stampa vaticana. «Oggi, si comunicava, «giovedì 24 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu». Secondo quel comunicato, dunque, Becciu avrebbe perso i suoi diritti, e quindi anche quello di votare nel Conclave.
La certezza del cardinale: «Il Papa non mi ha mai estromesso dal Conclave»
Il bollettino della Sala stampa della Santa Sede ha pubblicato l’elenco dei cardinali in ordine di età, distinguendo fra chi sarà elettore nel conclave e chi no per raggiunti limiti di età (compimento dell’80° anno). Nell’elenco c’è anche “Becciu card. Giovanni Angelo”, con l’indicazione «non elettore», che sarebbe quindi escluso dal Conclave. Non è certamente una questione di età: è nato il 2 giugno 1948, quindi non ha ancora compiuto 77 anni. Il riferimento sarebbe quindi alla perdita dei diritti cardinalizi citata in quel comunicato stampa del 2020. Ma il diretto interessato non ci sta, e in un’intervista all’Unione Sarda spiega: «Richiamandomi all’ultimo Concistoro il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto. L’elenco pubblicato dalla Sala Stampa non ha alcun valore giuridico e va preso per quello che è».
Becciu non ha torto perché non esiste alcun documento scritto sulla sua spoliazione
Per quanto è noto Becciu non avrebbe torto. Né il comunicato stampa del 2020, né l’esclusione dai cardinali votanti nel Bollettino della Sala stampa hanno valore giuridico sotto il profilo del diritto canonico. Lo avrebbero invece una rinuncia scritta e firmata all’epoca da Becciu o al contrario un provvedimento scritto e firmato da Papa Francesco che lo spogliasse dei diritti cardinalizi. Ma né l’uno né l’altro documento finora sono saltati fuori, a meno che Bergoglio non avesse voluto tenere con sé quelle carte decisive e si trovino nella sua stanza privata a Santa Marta, oggi chiusa dai sigilli e impenetrabile fino a dopo il Conclave. In questo caso saremmo nella identica situazione raccontata nel recente film “Conclave” interpretato da Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Isabella Rossellini e Sergio Castellitto. Nella finzione romanzesca della pellicola una carta simile e decisiva per l’elezione del nuovo Papa era effettivamente nella stanza sigillata del Papa defunto. E al decano dei cardinali per conoscere la verità non è restato che rompere quei sigilli nel cuore della notte, frugare fra i cassetti e impadronirsene furtivamente. Impensabile che la scena possa ripetersi nella realtà.
Parolin rifiutò di chiarire un caso che oggi rischia di invalidare l’elezione del nuovo Papa
Che il problema Becciu fosse spinoso in Vaticano era noto da tempo. Secondo quello che risulta ad Open a metà febbraio, quando papa Bergoglio fu ricoverato in gravi condizioni al Gemelli, due importanti canonisti sono andati a porre il tema al segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Chiedendogli di fare pressing sul Papa per avere una decisione scritta sui diritti cardinalizi di Becciu, altrimenti una grande confusione avrebbe contraddistinto il futuro e sempre più imminente Conclave. Parolin ha declinato l’invito: «Lasciamo tutto come è. Il Papa sa bene come procedere». Possibile, ma al momento non dimostrabile. E non è un caso di lana caprina, perché se Becciu venisse immotivatamente escluso dal Conclave o invece ammesso e poi saltasse fuori un documento firmato che l’avrebbe escluso, l’elezione del nuovo Papa rischierebbe di essere annullata anche se legittimamente avvenuta.
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